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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:La Chiesa assomiglia a Maria che partorì il Signore. Forse che santa Maria non partorì da vergine, e vergine rimase? Così anche la Chiesa partorisce ed è vergine. E se consideri bene, essa partorisce il Cristo, perché son membra di Cristo quelli che vengono battezzati ... E se partorisce membra di Cristo, essa è somigliantissima a Maria.

LETTURE A CASO

Mc 4,1-41

1Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3"Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". 9E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!".

10Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 11"A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, 12perché:

guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato
".

13Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.20Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno".

21Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? 22Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!".

24Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. 25Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".

26Diceva: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura".

30Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra".

33Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

35In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mt 14, 13-21 Tutti mangiarono e furono saziati.

Rm 7,1-25

1O forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive? 2La donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al marito. 3Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera dalla legge e non è più adultera se passa a un altro uomo. 4Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5Quando infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera.

7Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. 8Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto 9e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita 10e io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte. 11Il peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento. 13Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! È invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.

14Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.


Il Pastore d'Erma - I precetti: Dodicesimo precetto: Convertirsi con tutto il cuore al Signore

XLIX (6), 1. "Io, l'angelo della penitenza, vi dico: "Non temete il diavolo. Fui inviato per stare con voi che fate penitenza con tutto il vostro cuore e per rafforzarvi nella fede. 2. Credete in Dio, voi che per i vostri peccati avete disperato della vostra vita, accresciuto le colpe e appesantito la vostra esistenza. Se vi convertite al Signore con tutto il vostro cuore e operate la giustizia per i rimanenti giorni della vostra vita e lo servite rettamente secondo la sua volontà, vi darà il perdono per tutti i precedenti peccati e avrete la forza di dominare le opere del diavolo. Non temete assolutamente le minacce del diavolo. Egli è inerte come i nervi di un morto. 3. Ascoltatemi, dunque, e temete chi può tutto salvare e perdere. Osservate questi precetti e vivrete in Dio". 4. Gli chiedo: "Signore, ora mi sento rafforzato in tutti i comandamenti di Dio perché tu sei con me. So che abbatterai tutta la forza del diavolo e noi lo domineremo e vinceremo tutte le sue opere. E spero che il Signore, dandomi la forza, mi farà osservare questi precetti che hai ordinato". 5. "Li osserverai, mi dice, se il tuo cuore diviene puro presso il Signore. Li osserveranno tutti quelli che purificheranno il loro cuore dalle vane passioni di questo mondo e vivranno in Dio".

(Autore: Erma)

L'imitazione di Cristo: L'ANIMA CHE AMA DIO LO GUSTA SOPRA TUTTE LE COSE ED IN TUTTE LE COSE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ecco il mio Dio e il mio tutto! Che cosa voglio di più e quale maggiore felicità posso desiderare? Oh, parola saporosa e dolce per chi, però, ama il Verbo, non già il mondo e le cose che sono nel mondo! Mio Dio e mio tutto: per chi sa comprendere queste parole, è detto quanto basta; ed è una gioia, per chi ama, ripeterle spesso. Infatti, quando sei presente Tu, tutto è gioia; quando, invece, sei lontano Tu, tutto è triste. Tu dài tranquillità al cuore e gli infondi una grande pace ed una festosa allegrezza. Tu fai sì, che noi giudichiamo con giusto senso le cose tutte e che in esse, tutte, noi Ti lodiamo; senza di Te nulla può dare un diletto duraturo. Ma se qualche cosa deve esserci gradita e rettamente piacevole, occorre la presenza della tua Grazia; occorre che questa cosa sia condita con il condimento della tua sapienza.

Che cosa non saprà gustare come si conviene, chi ha il gusto di Te? Ma chi non sa avere il gusto di Te, di che cosa potrà essere gioioso? I sapienti del mondo e coloro che gustano i piaceri carnali sono lontani dalla tua sapienza, perché negli uni si trova una sconfinata vanità, negli altri la morte. Coloro, invece, che, disprezzando le cose del mondo e mortificando la carne, seguono Te, dimostrano d'essere veri sapienti, perché passano dalla vanità alla Verità, dalla carne allo Spirito.

Questi sanno gustare Dio; e ciò che si trova di buono nelle creature, lo riferiscono a lode del Creatore. Diversi, però, molto diversi sono il gusto che dà il Creatore ed il gusto che dà la creatura; quello dell'eternità e quello del tempo; quello della Luce increata e quello della luce riflessa. O Luce eterna, che trascendi tutte le luci create, vibra dall'alto del cielo il tuo fulgore, che penetri nei più profondi segreti del mio cuore! Purifica, rallegra, rischiara, ravviva il mio spirito con le sue facoltà; che esso s'unisca intimamente a Te in estasi gioiose! Oh, quando verrà quel beato ed atteso momento, in cui Tu mi sazierai con la tua presenza e sarai per me il mio Tutto, in tutto?

Fino a quando questo non mi sarà concesso, la mia letizia non sarà piena. Ancora, purtroppo, vive dentro di me l'uomo vecchio! Non è ancora del tutto crocefisso, non è ancora morto completamente. Ancora oppone violentemente allo spirito le sue brame, solleva lotte interiori e non concede pace al regno dell'anima. Ma Tu "che domini l'orgoglio del mare e plachi il tumulto dei suoi flutti" (Sal 88,10), "sorgi, vieni in nostro aiuto" (Sal 43,26), "disperdi le genti che vogliono la guerra" (Sal 67,31), "abbattile con la tua potenza" (Sal 58,12). Mostra, Ti prego, le tue opere meravigliose e sia glorificata la tua destra; altra speranza, altro rifugio non c'è per me, se non in Te, o Signore Dio mio.