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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Molte persone non hanno alcun profitto perché non confessano con sincerità al confessore quella passione che è la vera radice di tutti i loro peccati.

LETTURE A CASO

Gv 10,1-42

1"In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore una per una e le conduce fuori. 4E quando ha condotto fuori tutte le sue pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei". 6Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: "In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza. 11Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. 12Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; 13egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. 14Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, 15come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. 16E ho altre pecore che non sono di quest'ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. 17Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. 18Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho il potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio".

19Sorse di nuovo dissenso tra i Giudei per queste parole. 20Molti di essi dicevano: "Ha un demonio ed è fuori di sé; perché lo state ad ascoltare?". 21Altri invece dicevano: "Queste parole non sono di un indemoniato; può forse un demonio aprire gli occhi dei ciechi?".

22Ricorreva in quei giorni a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era d'inverno. 23Gesù passeggiava nel tempio, sotto il portico di Salomone. 24Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: "Fino a quando terrai l'animo nostro sospeso? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente". 25Gesù rispose loro: "Ve l'ho detto e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste mi danno testimonianza; 26ma voi non credete, perché non siete mie pecore. 27Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. 28Io do loro la vita eterna e non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. 29Il Padre mio che me le ha date è più grande di tutti e nessuno può rapirle dalla mano del Padre mio. 30Io e il Padre siamo una cosa sola".

31I Giudei portarono di nuovo delle pietre per lapidarlo. 32Gesù rispose loro: "Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre mio; per quale di esse mi volete lapidare?". 33Gli risposero i Giudei: "Non ti lapidiamo per un'opera buona, ma per la bestemmia e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio". 34Rispose loro Gesù: "Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? 35Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), 36a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio? 37Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; 38ma se le compio, anche se non volete credere a me, credete almeno alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me e io nel Padre". 39Cercavano allora di prenderlo di nuovo, ma egli sfuggì dalle loro mani.

40Ritornò quindi al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui si fermò. 41Molti andarono da lui e dicevano: "Giovanni non ha fatto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero". 42E in quel luogo molti credettero in lui.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 5, 21-43: Fanciulla, io ti dico: Àlzati!

1 Tm 1,1-20

1Paolo, apostolo di Cristo Gesù, per comando di Dio nostro salvatore e di Cristo Gesù nostra speranza, 2a Timòteo, mio vero figlio nella fede: grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro.

3Partendo per la Macedonia, ti raccomandai di rimanere in Èfeso, perché tu invitassi alcuni a non insegnare dottrine diverse 4e a non badare più a favole e a genealogie interminabili, che servono più a vane discussioni che al disegno divino manifestato nella fede. 5Il fine di questo richiamo è però la carità, che sgorga da un cuore puro, da una buona coscienza e da una fede sincera. 6Proprio deviando da questa linea, alcuni si sono volti a fatue verbosità, 7pretendendo di essere dottori della legge mentre non capiscono né quello che dicono, né alcuna di quelle cose che dànno per sicure.

8Certo, noi sappiamo che la legge è buona, se uno ne usa legalmente; 9sono convinto che la legge non è fatta per il giusto, ma per gli iniqui e i ribelli, per gli empi e i peccatori, per i sacrileghi e i profanatori, per i parricidi e i matricidi, per gli assassini, 10i fornicatori, i pervertiti, i trafficanti di uomini, i falsi, gli spergiuri e per ogni altra cosa che è contraria alla sana dottrina, 11secondo il vangelo della gloria del beato Dio che mi è stato affidato.

12Rendo grazie a colui che mi ha dato la forza, Cristo Gesù Signore nostro, perché mi ha giudicato degno di fiducia chiamandomi al mistero: 13io che per l'innanzi ero stato un bestemmiatore, un persecutore e un violento. Ma mi è stata usata misericordia, perché agivo senza saperlo, lontano dalla fede; 14così la grazia del Signore nostro ha sovrabbondato insieme alla fede e alla carità che è in Cristo Gesù.

15Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. 16Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna.

17Al Re dei secoli incorruttibile, invisibile e unico Dio, onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.

18Questo è l'avvertimento che ti do, figlio mio Timòteo, in accordo con le profezie che sono state fatte a tuo riguardo, perché, fondato su di esse, tu combatta la buona battaglia 19con fede e buona coscienza, poiché alcuni che l'hanno ripudiata hanno fatto naufragio nella fede; 20tra essi Imenèo e Alessandro, che ho consegnato a satana perché imparino a non più bestemmiare.


Didache': Invito a non turbare la disciplina ecclesiastica. E a non parteggiare per gli indisciplinati.

30. 38. Son queste le cose che a proposito del lavoro dei monaci mi sono affrettato a scriverti, o mio carissimo fratello Aurelio, a cui va nel cuore di Cristo ogni mio rispetto. Te ne ho scritto, nel modo e nella misura che mi ha donato colui che per tuo mezzo m’aveva dato l’incarico di scriverne. Nella mia esposizione ho avuto di mira soprattutto che i buoni religiosi nell’eseguire quanto prescritto dall’Apostolo non avessero ad essere presi per contravventori delle norme del vangelo da coloro che son pigri e indisciplinati. In tal modo, quanti si rifiutano di lavorare non potranno almeno avanzare dubbi sul fatto che quelli che lavorano sono migliori di loro. Veramente, chi potrebbe tollerare che uomini cocciutamente ribelli i quali resistono agli ordini più che salutari impartiti dall’Apostolo abbiano ad essere non già sopportati pazientemente come membra malate ma elogiati come più progrediti in santità? Come si potrebbe ammettere che monasteri fondati sulla più sana dottrina abbiano ad essere fuorviati dalla duplice attrattiva, di potersi cioè abbandonare all’ozio con ogni libertà e di potersi far belli con una santità contraffatta? Pertanto, anche quegli altri fra i nostri fratelli e figli che inconsciamente han preso l’abitudine d’appoggiare costoro e di patrocinare la causa della loro arrogante condotta sappiano che tocca a loro in primo luogo ravvedersi e mutare condotta, allo scopo di far ravvedere i traviati, non già perché loro riducano le opere buone che fanno. È ovvio infatti che riguardo alla prontezza e allo zelo con cui forniscono il necessario ai servi di Dio, noi non solo non li rimproveriamo ma anzi ce ne congratuliamo con vivo compiacimento. Stiano però in guardia affinché una malintesa compassione non abbia per l’avvenire a recar loro maggior danno di quanto non sia il vantaggio conseguito sul primo momento.
30. 39. Si commettono infatti meno peccati se con approvazioni non si dà spago al perverso perché segua le inclinazioni del suo cuore e se non si elogia colui che commette azioni inique.

(Autore: anonimo)

L'imitazione di Cristo: NELL'EUCARISTIA SI MANIFESTANO ALL'UOMO LA GRANDE BONTA' E L'AMORE DI DIO

PAROLE DEL DISCEPOLO
Confidando nella tua bontà e nella tua grande misericordia, o Signore, m'accosto, infermo, a Te, che sei la mia salute; affamato ed assetato, alla Fonte della vita; mendico, al Re del Cielo; servo, al Padrone; creatura, al Creatore; desolato, al mio pietoso Consolatore. Ma donde mai questa grazia, che Tu venga a me? Chi sono, io, perché Tu mi doni Te stesso? Come osa un peccatore comparire davanti a Te? E Tu, come Ti degni di venire da un peccatore? Tu conosci il tuo servo, e sai bene ch'egli non ha dentro di sé alcun bene, per cui Tu gli doni questa grazia. Confesso, quindi, la mia miseria, riconosco la tua bontà, glorifico la tua misericordia e Ti rendo grazie per il tuo immenso amore.

Infatti, per il tuo amore fai questo, e non per i miei meriti, perché mi si renda ancora più palese la tua bontà, mi si diffonda in cuore più abbondante la carità e mi sia data una lezione più perfetta d'umiltà. Poiché, dunque, questo a Te è caro e Tu hai comandato che così fosse fatto, anche a me è caro il favore che Tu Ti degni di concedermi. E potesse, almeno, non porre ostacolo a questo, la mia iniquità! O dolcissimo e benignissimo Gesù, quanta venerazione e quanti ringraziamenti, tra inni di lode senza fine, Ti si devono tributare, per il fatto che ci ammetti a ricevere il tuo sacro Corpo, del quale nessun uomo può spiegare l'eccelsa dignità! Ma quali saranno i miei pensieri in questa Comunione, allorché m'accosterò al Signore mio, che non riesco a venerare come devo, e che, tuttavia, desidero ricevere devotamente? Che pensiero migliore e più salutare di quello di umiliarmi totalmente davanti a Te e d'esaltare, sopra di me, la tua bontà infinita?

Ti lodo, Dio mio, e Ti esalto in eterno; disprezzo me stesso e a Te mi sottopongo dall'abisso della mia pochezza. Ecco, Tu sei il Santo dei Santi, ed io la feccia dei peccatori! Ecco, Tu t'abbassi fino a me, che non sono degno di alzare gli occhi per guardarTi! Ecco, Tu vieni a me, Tu vuoi essere con me, Tu m'inviti al tuo banchetto! Tu mi vuoi dare il cibo celeste e "il pane degli Angeli" (Sal 77,25): null'altro, veramente, che Te stesso, "Pane vivo, che sei disceso dal Cielo e dài la vita al mondo" (Gv 6,33,51). Ecco quale degnazione risplende là, donde scaturisce l'Amore! Quanto grandi azioni di grazie e lodi Ti sono dovute, o Signore, per questi doni! Oh, quanto fu utile per la nostra salvezza la tua decisione, quando istituisti codesto Sacramento! Com'è soave e giocondo il banchetto, in cui Tu hai donato in cibo Te stesso!

Quant'è meravigliosa l'opera tua, o Signore! Quant'è potente la tua virtù! Quant'è ineffabile la tua verità! Infatti, hai parlato, e tutte le cose sono state fatte; ed è stato fatto anche questo Sacramento, che Tu stesso hai comandato. Prodigio stupendo, degno di fede e superiore all'umana comprensione, che Tu, o Signore Dio mio, vero Dio e vero uomo, sia contenuto integralmente sotto la piccola apparenza del pane e del vino, e sia mangiato da chi Ti riceve, senza che Tu sia consumato. Tu, o Signore dell'universo, che non hai bisogno di nessuno, hai voluto, per mezzo di codesto Sacramento, abitare in mezzo a noi; Conserva immacolati il mio cuore ed il mio corpo, perché con lieta e pura coscienza io possa piuttosto spesso celebrare i tuoi misteri e ricevere, per la mia eterna salvezza, ciò che Tu hai ordinato ed istituito, principalmente a tua gloria e a tuo perenne ricordo.

Rallegrati, anima mia, e rendi grazie a Dio per un dono tanto sublime e per un conforto tanto singolare, a te lasciato in questa valle di lacrime.

Infatti, ogni volta che rinnovi questo Mistero e ricevi il Corpo di Cristo, tu compi l'opera della tua redenzione e sei resa partecipe di tutti i meriti di Cristo. Infatti, l'amore di Cristo non sminuisce mai, e la grandezza della sua propiziazione non può mai esaurirsi. Tu devi, quindi, disporti al Sacramento con animo sempre nuovo, e con intensa riflessione devi meditare il mistero della salvezza. Quando celebri o ascolti la Messa, questo mistero deve apparirti così grande, così nuovo e così lieto, come se, in quello stesso giorno, Cristo, scendendo per la prima volta nel seno della Vergine, si facesse uomo, o come se, pendendo dalla Croce, patisse e morisse per la salvezza degli uomini.