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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Tutto va bene se portiamo bene la nostra croce.

LETTURE A CASO

Lc 16,1-31

1Diceva anche ai discepoli: "C'era un uomo ricco che aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. 2Lo chiamò e gli disse: Che è questo che sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non puoi più essere amministratore. 3L'amministratore disse tra sé: Che farò ora che il mio padrone mi toglie l'amministrazione? Zappare, non ho forza, mendicare, mi vergogno. 4So io che cosa fare perché, quando sarò stato allontanato dall'amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua. 5Chiamò uno per uno i debitori del padrone e disse al primo: 6Tu quanto devi al mio padrone? Quello rispose: Cento barili d'olio. Gli disse: Prendi la tua ricevuta, siediti e scrivi subito cinquanta. 7Poi disse a un altro: Tu quanto devi? Rispose: Cento misure di grano. Gli disse: Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta. 8Il padrone lodò quell'amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce.

9Ebbene, io vi dico: Procuratevi amici con la disonesta ricchezza, perché, quand'essa verrà a mancare, vi accolgano nelle dimore eterne.

10Chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto; e chi è disonesto nel poco, è disonesto anche nel molto.

11Se dunque non siete stati fedeli nella disonesta ricchezza, chi vi affiderà quella vera? 12E se non siete stati fedeli nella ricchezza altrui, chi vi darà la vostra?

13Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona".

14I farisei, che erano attaccati al denaro, ascoltavano tutte queste cose e si beffavano di lui. 15Egli disse: "Voi vi ritenete giusti davanti agli uomini, ma Dio conosce i vostri cuori: ciò che è esaltato fra gli uomini è cosa detestabile davanti a Dio.

16La Legge e i Profeti fino a Giovanni; da allora in poi viene annunziato il regno di Dio e ognuno si sforza per entrarvi.

17È più facile che abbiano fine il cielo e la terra, anziché cada un solo trattino della Legge.

18Chiunque ripudia la propria moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio; chi sposa una donna ripudiata dal marito, commette adulterio.

19C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i giorni banchettava lautamente. 20Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, 21bramoso di sfamarsi di quello che cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue piaghe. 22Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. 23Stando nell'inferno tra i tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a lui. 24Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua, perché questa fiamma mi tortura. 25Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. 26Per di più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare fino a noi. 27E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a casa di mio padre, 28perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. 29Ma Abramo rispose: Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. 30E lui: No, padre Abramo, ma se qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. 31Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti saranno persuasi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 13,1-9: Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo.

Rm 7,1-25

1O forse ignorate, fratelli - parlo a gente esperta di legge - che la legge ha potere sull'uomo solo per il tempo in cui egli vive? 2La donna sposata, infatti, è legata dalla legge al marito finché egli vive; ma se il marito muore, è libera dalla legge che la lega al marito. 3Essa sarà dunque chiamata adultera se, mentre vive il marito, passa a un altro uomo, ma se il marito muore, essa è libera dalla legge e non è più adultera se passa a un altro uomo. 4Alla stessa maniera, fratelli miei, anche voi, mediante il corpo di Cristo, siete stati messi a morte quanto alla legge, per appartenere ad un altro, cioè a colui che fu risuscitato dai morti, affinché noi portiamo frutti per Dio. 5Quando infatti eravamo nella carne, le passioni peccaminose, stimolate dalla legge, si scatenavano nelle nostre membra al fine di portare frutti per la morte. 6Ora però siamo stati liberati dalla legge, essendo morti a ciò che ci teneva prigionieri, per servire nel regime nuovo dello Spirito e non nel regime vecchio della lettera.

7Che diremo dunque? Che la legge è peccato? No certamente! Però io non ho conosciuto il peccato se non per la legge, né avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: Non desiderare. 8Prendendo pertanto occasione da questo comandamento, il peccato scatenò in me ogni sorta di desideri. Senza la legge infatti il peccato è morto 9e io un tempo vivevo senza la legge. Ma, sopraggiunto quel comandamento, il peccato ha preso vita 10e io sono morto; la legge, che doveva servire per la vita, è divenuta per me motivo di morte. 11Il peccato infatti, prendendo occasione dal comandamento, mi ha sedotto e per mezzo di esso mi ha dato la morte. 12Così la legge è santa e santo e giusto e buono è il comandamento. 13Ciò che è bene è allora diventato morte per me? No davvero! È invece il peccato: esso per rivelarsi peccato mi ha dato la morte servendosi di ciò che è bene, perché il peccato apparisse oltre misura peccaminoso per mezzo del comandamento.

14Sappiamo infatti che la legge è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato. 15Io non riesco a capire neppure ciò che faccio: infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. 16Ora, se faccio quello che non voglio, io riconosco che la legge è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 18Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21Io trovo dunque in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio, 23ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra. 24Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? 25Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore! Io dunque, con la mente, servo la legge di Dio, con la carne invece la legge del peccato.


II lettera ai Corinti: I veri confessori di Cristo

1.Non accontentiamoci dunque di chiamarlo Signore, perché questo non ci salverà.

2. Dice infatti: Non chiunque mi dice Signore, Signore, sarà salvo, ma chi pratica la giustizia.

3. Perciò, o fratelli, confessiamolo con le opere, amandoci gli uni gli altri, fuggendo l’adulterio, la vicendevole detrazione e la gelosia, e con essere invece continenti, misericordiosi e buoni. Dobbiamo anche compatirci vicendevolmente e non amare il denaro. Confessiamolo con queste opere, non con le contrarie.

4. Né dobbiamo avere maggior timore degli uomini che di Dio.

5. Perciò, se voi operate così, il Signore vi dice: Se voi siete raccolti con me sul mio seno, ma non osservate i miei precetti, io vi rigetterò e vi dirò: Andate lontano da me, non vi conosco né so donde siete, operatori d’iniquità.

(Autore: San Clemente Romano)

L'imitazione di Cristo: L'AMORE DI SÉ RALLENTA MOLTISSIMO IL PASSO VERSO IL SOMMO BENE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, bisogna che tu dia tutto, per avere tutto e per non appartenere più in nulla a te stesso. Sappi che l'amore di te stesso ti danneggia più che qualunque altra cosa del mondo. Qualsivoglia cosa sta più o meno attaccata a te, a seconda dell'amore e dell'affetto che le porti. Ma se il tuo amore sarà puro, semplice e conforme alla volontà mia, non subirai la schiavitù delle cose. Non desiderare ciò che non ti è lecito possedere; non volere ciò che può esserti d'impaccio, togliendoti la libertà interiore. È cosa strana che tu non t'affidi a Me, dal profondo del cuore, con tutto te stesso e con tutte le cose che puoi desiderare od avere.

Perché ti struggi in vana tristezza? Perché t'affatichi con affanni superflui? Sta' a quello che dispongo Io, e non subirai alcun danno. Se cerchi questa o quest'altra cosa; se vorrai essere qui o là, per conseguire maggiormente il tuo vantaggio e per assecondare il tuo piacere, non sarai mai in pace né libero da ansietà, perché in ogni cosa si troverà qualche manchevolezza e dappertutto ci sarà chi ti contrasta. Giova, pertanto, non l'acquisto o l'accrescimento d'un qualsiasi bene esteriore; giova, invece, ciò che è da noi disprezzato e reciso radicalmente dal cuore.

E non intendere che questo valga soltanto per la stima, per il danaro e per le ricchezze; devi intendere che vale anche per gli onori tanto ambiti e per le vane lodi desiderate: cose tutte che passano con il passare di questo mondo. Poca sicurezza dà il luogo in cui ti trovi, se ti manca il fervore spirituale. Né durerà a lungo quella pace che hai cercata fuori di te, se ti manca il vero fondamento della fermezza del cuore; voglio dire: se non ti sarai saldamente unito a Me, potrai, si, cambiare posto, ma non diventare migliore. In verità, se ti si ripresenta l'occasione e la accogli, troverai quello che avevi fuggito, ancora di più.

PREGHIERA PER OTTENERE LA PURIFICAZIONE DEL CUORE E LA CELESTE SAPIENZA

PAROLE DEL DISCEPOLO

Fortificami, o Dio, con la Grazia dello Spirito Santo; Fa' che per la tua virtù mi corrobori nella vita interiore; fa' che il mio cuore si liberi da ogni inutile sollecitudine ed ansietà e non si lasci trascinare dai vari desideri di cosa alcuna, di poco valore o preziosa che sia; fa' ch'io sappia riguardare tutte le cose come passeggere e me pure passeggero con esse. Nulla, infatti, è durevole sotto il sole, dove "tutto è vanità e un inseguire il vento" (Qo 1,14). Oh, quanto è saggio chi ragiona così!

Dammi, o Signore, la sapienza celeste, perché impari a cercare e trovare Te, sopra ogni cosa; apprenda a gustare ed amare Te, soprattutto; apprenda a considerare tutto il resto com'è in realtà, secondo le disposizioni della sapienza tua.Dammi la prudenza, perché io sappia tenere lontano chi mi lusinga; la pazienza, perché io sopporti chi mi contrasta. Questa è, infatti, grande saggezza: non lasciarsi smuovere da ogni soffio di parole e non prestare orecchio alla sirena che perfidamente lusinga. Intrapresa in tal modo la strada, si prosegue il cammino con sicurezza.