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Domenica, 28 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Luigi Maria Grignion da Montfort ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:La chiamata dei discepoli è un mistero. "Gesù chiamò a Sé chi volle": i più buoni? i più fidati? i più generosi? i più dotati? Non si sa. Ma una cosa è certa: Gesù chiama anche te. Quando dici di sì a Gesù, entri nel vortice del Suo amore, ti trovi col cuore in fiamme, col desiderio vivo di entrare nella Sua intimità, allora sei disposto a fare tutto per Lui. Le realtà terrene coi loro piaceri sono così attraenti che difficilmente ci si sente spinti a staccarsi da esse. È dunque necessario un amore superiore affinché il tuo cuore abbia coraggio di rinunciare a tutti gli altri piaceri. Quando sei innamorato di Cristo diventi così motivato e faresti pazzie pur di raggiungere inebriante comunione con Lui.

UFFICIO DELLE LETTURE
Martedì della 3° settimana del tempo di Avvento


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Adoriamo il mistero
del Cristo redentore,
nato da Maria Vergine;

nel suo grembo purissimo
egli si è fatto uomo
per divino consiglio.

Maria, piena di grazia,
intatta, sempre vergine,
è il tempio dell’Altissimo.

Come sole che sorge,
come sposo dal talamo,
Dio viene a salvarci.

O luce, che risplende
nella notte del mondo,
vinci le nostre tenebre.

O Gesù, re di gloria,
mediatore per gli uomini,
da’ il perdono e la pace.

A te sia lode, o Cristo,
al Padre ed allo Spirito
ora e sempre nei secoli. Amen.

  Oppure:

Veni, redémptor géntium,
osténde partum Vírginis;
mirétur  omne   sæculum:
talis  decet partus Deum.

Non ex viríli sémine,
sed mýstico spirámine
Verbum Dei factum est caro
fructúsque ventris flóruit.

Alvus tuméscit Vírginis,
claustrum pudóris pérmanet
vexílla virtútum micant,
versàtur in tempio Deus.

  Procédat e thálamo suo,
pudóris aula régia,
gémirnæ gigas substántiæ
álacris ut currat viam.

Æquális aetérno Patri,
carnis tropæo cíngere,
infírma nostri córporis
virtúte firmans pérpeti.

Præsépe iam fulget tuum
luménque nox  spirat novum,
quod nulla nox intérpolet
fidéque iugi lúceat.

  Sit, Christe, rex piíssime,
tibi Patrique glória
cum Spíritu Paráclito,
in sempitérna sæcula. Amen.

I Antifona
Sorga Dio, e i suoi nemici fuggono lontano

SALMO 67 2-11 L’ingresso trionfale del Signore
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose (Ef 4, 8. 10).

Sorga Dio, i suoi nemici si disperdano *
e fuggano davanti a lui quelli che lo odiano.

Come si disperde il fumo, tu li disperdi; †
come fonde la cera di fronte al fuoco, *
periscano gli empi davanti a Dio.

I giusti invece si rallegrino, †
esultino davanti a Dio *
e cantino di gioia.

Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, *
spianate la strada a chi cavalca le nubi:
«Signore» è il suo nome, *
gioite davanti a lui.

Padre degli orfani e difensore delle vedove *
è Dio nella sua santa dimora.

Ai derelitti Dio fa abitare una casa, †
fa uscire con gioia i prigionieri; *
solo i ribelli abbandona in arida terra.

Dio, quando uscivi davanti al tuo popolo, *
quando camminavi per il deserto, tremò la terra,
stillarono i cieli davanti al Dio del Sinai, *
davanti a Dio, il Dio di Israele.

Pioggia abbondante riversavi, o Dio, *
rinvigorivi la tua eredità esausta.
E il tuo popolo abitò il paese *
che nel tuo amore, o Dio, preparasti al misero.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Sorga Dio, e i suoi nemici fuggono lontano

II Antifona
Il nostro Dio è un Dio che salva,
è lui che ci libera dalla morte.

SALMO 67 12-24 L’ingresso trionfale del Signore
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose (Ef 4, 8. 10).

Il Signore annunzia una notizia, *
le messaggere di vittoria sono grande schiera:
«Fuggono i re, fuggono gli eserciti, *
anche le donne si dividono il bottino.

Mentre voi dormite tra gli ovili, †
splendono d’argento le ali della colomba, *
le sue piume di riflessi d’oro».

Quando disperdeva i re l’Onnipotente, *
nevicava sullo Zalmon.

Monte di Dio il monte di Basan, *
monte dalle alte cime, il monte di Basan.

Perché invidiate, o monti dalle alte cime, †
il monte che Dio ha scelto a sua dimora? *
Il Signore lo abiterà per sempre.

I carri di Dio sono migliaia e migliaia: *
il Signore viene dal Sinai nel santuario.

Sei salito in alto conducendo prigionieri, †
hai ricevuto uomini in tributo: *
anche i ribelli abiteranno presso il Signore Dio.

Benedetto il Signore sempre; *
ha cura di noi il Dio della salvezza.
Il nostro Dio è un Dio che salva; *
il Signore Dio libera dalla morte.

Sì, Dio schiaccerà il capo dei suoi nemici, *
la testa altèra di chi percorre la via del delitto.

Ha detto il Signore: «Da Basan li farò tornare, *
li farò tornare dagli abissi del mare,

perché il tuo piede si bagni nel sangue, *
e la lingua dei tuoi cani
riceva la sua parte tra i nemici».

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Il nostro Dio è un Dio che salva,
è lui che ci libera dalla morte.

III Antifona
Cantate a Dio, popoli del mondo,
cantate inni al Signore.

SALMO 67 25-36 L’ingresso trionfale del Signore
Ascendendo in cielo ha portato con sé i prigionieri, ha distribuito doni agli uomini. Colui che discese è lo stesso che anche ascese al di sopra di tutti i cieli, per riempire tutte le cose (Ef 4, 8. 10).

Appare il tuo corteo, Dio, *
il corteo del mio Dio, del mio re, nel santuario.

Precedono i cantori, †
seguono ultimi i citaredi, *
in mezzo le fanciulle che battono cèmbali.

«Benedite Dio nelle vostre assemblee, *
benedite il Signore, voi della stirpe di Israele».

Ecco, Beniamino, il più giovane, †
guida i capi di Giuda nelle loro schiere, *
i capi di Zàbulon, i capi di Nèftali.

Dispiega, Dio, la tua potenza, *
conferma, Dio, quanto hai fatto per noi.
Per il tuo tempio, in Gerusalemme, *
a te i re porteranno doni.

Minaccia la belva dei canneti, †
il branco dei tori con i vitelli dei popoli: *
si prostrino portando verghe d’argento;

disperdi i popoli che amano la guerra. †
Verranno i grandi dall’Egitto, *
l’Etiopia tenderà le mani a Dio.

Regni della terra, cantate a Dio, *
cantate inni al Signore;
egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, *
ecco, tuona con voce potente.

Riconoscete a Dio la sua potenza, †
la sua maestà su Israele, *
la sua potenza sopra le nubi.

Terribile sei, Dio, dal tuo santuario; †
il Dio d’Israele dà forza e vigore al suo popolo, *
sia benedetto Dio.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
Cantate a Dio, popoli del mondo,
cantate inni al Signore.

Versetto
V. Il Signore annuncia la sua parola a Giacobbe,
R. le sue leggi e i suoi giudizi a Israele.

Prima Lettura

Dal libro del profeta Isaia 45, 1-13
La salvezza di Israele per mezzo di Ciro

Dice il Signore del suo eletto, di Ciro:
«Io l'ho preso per la destra,
per abbattere davanti a lui le nazioni,
per sciogliere le cinture ai fianchi dei re,
per aprire davanti a lui i battenti delle porte
e nessun portone rimarrà chiuso.
Io marcerò davanti a te;
spianerò le asperità del terreno,
spezzerò le porte di bronzo,
romperò le spranghe di ferro.
Ti consegnerò tesori nascosti
e le ricchezze ben celate,
perché tu sappia che io sono il Signore,
Dio di Israele, che ti chiamo per nome.
Per amore di Giacobbe mio servo
e di Israele mio eletto
io ti ho chiamato per nome,
ti ho dato un titolo sebbene tu non mi conosca.
Io sono il Signore e non v'è alcun altro;
fuori di me non c'è Dio;
ti renderò spedito nell'agire,
anche se tu non mi conosci,
perché sappiano dall'oriente fino all'occidente
che non esiste Dio fuori di me.
Io sono il Signore e non v'è alcun altro.
Io formo la luce e creo le tenebre,
faccio il bene e provoco la sciagura;
io, il Signore, compio tutto questo.
Stillate, cieli, dall'alto
e le nubi facciano piovere la giustizia;
si apra la terra
e produca la salvezza
e germogli insieme la giustizia.
Io, il Signore, ho creato tutto questo».
Potrà forse discutere con chi lo ha plasmato
un vaso fra altri vasi di argilla?
Dirà forse la creta al vasaio: «Che fai?»
oppure: «La tua opera non ha manici»?
Chi oserà dire a un padre: «Che cosa generi?»
o a una donna: «Che cosa partorisci?».
Dice il Signore,
il Santo di Israele, che lo ha plasmato:
«Volete interrogarmi sul futuro dei miei figli
e darmi ordini sul lavoro delle mie mani?
Io ho fatto la terra
e su di essa ho creato l'uomo;
io con le mani ho disteso i cieli
e do ordini a tutte le loro schiere.
Io l'ho stimolato per la giustizia;
spianerò tutte le sue vie.
Egli ricostruirà la mia città
e rimanderà i miei deportati,
senza denaro e senza regali»,
dice il Signore degli eserciti.

Responsorio Is 45, 8; cfr. 16, 1
R. Cieli, stillate rugiada; le nubi piovano il Giusto; * la terra si apra, e germogli il Salvatore.
V. Manda, Signore, l'Agnello, Dominatore del mondo; venga dal deserto al monte di Sion.
R. La terra si apra, e germogli il Salvatore.

Seconda Lettura

Dalle «Lettere» di san Leone Magno, papa  (Lett. 31, 2-3; Pl 54, 791-793)
Sacramento della nostra riconciliazione

Non giova nulla affermare che il nostro Signore è figlio della beata Vergine Maria, uomo vero e perfetto, se non lo si crede uomo di quella stirpe di cui si parla nel Vangelo. Scrive Matteo:
«Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1, 1). Segue l'ordine della discendenza umana con tutte le generazioni fino a Giuseppe, al quale era sposata la Madre del Signore. Luca invece, percorrendo a ritroso la successione delle generazioni, risale al capo stesso del genere umano per dimostrare che il primo Adamo e l'ultimo sono della stessa natura.
Certo l'onnipotenza del Figlio di Dio, per istruire e giustificare gli uomini, avrebbe potuto manifestarsi come già si era manifestata ai patriarchi e ai profeti, sotto l'aspetto di uomo, come quando affrontò la lotta con Giacobbe o dialogò o accettò l'accoglienza di ospite o mangiò persino il cibo imbanditogli. Ma quelle immagini erano soltanto segni di questo uomo che, come preannunziavano i mistici segni, avrebbe assunto vera natura dalla stirpe dei patriarchi che lo avevano preceduto.
Nessuna figura poteva realizzare il sacramento della nostra riconciliazione, preparato da tutta l'eternità, perché lo Spirito santo non era ancora disceso sulla Vergine, né la potenza dell'Altissimo l'aveva ancora ricoperta della sua ombra. La Sapienza non si era ancora edificata la sua casa nel seno immacolato di Maria. Il Verbo non si era ancora fatto carne. Il Creatore dei tempi non era ancora nato nel tempo, unendo in sé in una sola persona la natura di Dio e la natura del servo. Colui per mezzo del quale sono state fatte tutte le cose, doveva egli stesso essere generato fra tutte le altre creature.
Se infatti questo uomo nuovo, fatto «a somiglianza della carne del peccato» (cfr. Rm 8, 3), non avesse assunto il nostro uomo vecchio, ed egli, che è consostanziale con il Padre, non si fosse degnato di essere consostanziale anche con la Madre e se egli, che è il solo libero dal peccato, non avesse unito a sé la nostra natura umana, tutta quanta la natura umana sarebbe rimasta prigioniera sotto il giogo del diavolo. Noi non avremmo potuto aver parte alla vittoria gloriosa di lui, se la vittoria fosse stata riportata fuori della nostra natura.
In seguito a questa mirabile partecipazione alla nostra natura rifulse per noi, il sacramento della rigenerazione, perché, in virtù dello stesso Spirito da cui fu generato e nacque Cristo, anche noi, che siamo nati dalla concupiscenza della carne, nascessimo di nuovo di nascita spirituale. Per questo l'evangelista dice dei credenti: «Non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati» (Gv 1, 13).

Responsorio  Cfr. Is 11, 10; Lc 1, 32.  
R. Ecco, il germoglio di Iesse s'innalza a salvezza dei popoli; le nazioni lo invocheranno; * il suo nome sarà glorioso.
V. Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre; e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe;
R. il suo nome sarà glorioso.


ORAZIONE
O Dio, creatore e redentore, che hai rinnovato il mondo nel tuo Verbo, fatto uomo nel grembo di una Madre sempre vergine, concedi che il tuo unico Figlio, primogenito di una moltitudine di fratelli, ci unisca a sé in comunione di vita. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.