Santo Rosario on line

Giovedi, 9 maggio 2024 - Misteri luminosi - Beata Maria Teresa di Gesù (Carolina Gerhardinger) ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Sono felice di morire perché sento che questa è la volontà di Dio e che, molto più di ora, potrò essere utile alle anime che mi son care.

UFFICIO DELLE LETTURE
Venerdì della 6° settimana del Tempo di Pasqua


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Ecco il gran giorno di Dio,
splendente di santa luce:
nasce nel sangue di Cristo
l'aurora di un mondo nuovo.

Torna alla casa il prodigo,
splende la luce al cieco;
il buon ladrone graziato
dissolve l'antica paura.

Gli angeli guardano attoniti
il supplizio della croce,
da cui l'innocente e il reo
salgono uniti al trionfo.

O mistero insondabile
dell'umana redenzione:
morendo sopra il patibolo
Cristo sconfigge la morte.

Giorno di grandi prodigi!
La colpa cerca il perdono,
l'amore vince il timore,
la morte dona la vita.

Irradia sulla tua Chiesa
la gioia pasquale, o Signore,
unisci alla tua vittoria
i rinati nel battesimo.

Sia lode e onore a Cristo,
vincitore della morte,
al Padre e al Santo Spirito
ora e nei secoli eterni. Amen.

  Oppure:

Hic est dies verus Dei,
sancto serénus lúmine,
quo díluit sanguis sacer
probrósa mundi crímina.

  Fidem refúndit pérditis
cæcósque visu illúminat;
quem non gravi solvit metu
latrónis absolútio.

  Opus stupent et ángeli,
pœnam vidéntes córporis
Christóque adhæréntem reum
vitam beátam cárpere.

  Mystérium mirábile,
ut ábluat mundi luem,
peccáta tollat ómnium
carnis vitia mundans caro.

  Quid hoc potest sublímius,
ut culpa quæret grátiam,
metúmque solvat cáritas
reddátque mors vitam novam?

  Esto perénne méntibus
paschále, Iesu, gáudium,
et nos renátos grátiæ
tuis triúmphis ággrega.

  Iesu, tibi sit glória,
qui morte victa prænites,
cum Patre et almo Spíritu,
in sempitérna sæcula. Amen.

I Antifona
I nostri padri ci hanno raccontato
la forza e i prodigi del Signore, alleluia.

SALMO 54, 2-15. 17-24 I (2-9) L’amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? (Lc 22, 48).

Porgi l’orecchio, Dio, alla mia preghiera, †
non respingere la mia supplica; *
dammi ascolto e rispondimi.

Mi agito nel mio lamento *
e sono sconvolto al grido del nemico,
al clamore dell’empio.

Contro di me riversano sventura, *
mi perseguitano con furore.
Dentro di me freme il mio cuore, *
piombano su di me terrori di morte.

Timore e spavento mi invadono *
e lo sgomento mi opprime.
Dico: «Chi mi darà ali come di colomba, *
per volare e trovare riposo?

Ecco, errando, fuggirei lontano, *
abiterei nel deserto.
Riposerei in un luogo di riparo *
dalla furia del vento e dell’uragano».

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
I nostri padri ci hanno raccontato
la forza e i prodigi del Signore, alleluia.

II Antifona
Hanno mangiato il pane del cielo,
hanno bevuto l'acqua della roccia,
segno dello Spirito promesso, alleluia.

SALMO 54, 2-15. 17-24 II (10-15) L’amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? (Lc 22, 48).

Disperdili, Signore, †
confondi le loro lingue: *
ho visto nella città violenza e contese.

Giorno e notte si aggirano sulle sue mura, †
all’interno iniquità, travaglio e insidie *
e non cessano nelle sue piazze
sopruso e inganno.

Se mi avesse insultato un nemico, *
l’avrei sopportato;
se fosse insorto contro di me un avversario, *
da lui mi sarei nascosto.

Ma sei tu, mio compagno, *
mio amico e confidente;
ci legava una dolce amicizia, *
verso la casa di Dio camminavamo in festa.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Hanno mangiato il pane del cielo,
hanno bevuto l'acqua della roccia,
segno dello Spirito promesso, alleluia.

III Antifona
Si ricordarono
che Dio libera e salva il suo popolo, alleluia.

SALMO 54, 2-15. 17-24 III (17-24) L’amico che tradisce
Giuda, con un bacio tradisci il Figlio dell’uomo? (Lc 22, 48).

Io invoco Dio e il Signore mi salva. †
Di sera, al mattino, a mezzogiorno
mi lamento e sospiro *
ed egli ascolta la mia voce;

mi salva, mi dà pace da coloro che mi combattono: *
sono tanti i miei avversari.
Dio mi ascolta e li umilia, *
egli che domina da sempre.

Per essi non c’è conversione *
e non temono Dio.
Ognuno ha steso la mano contro i suoi amici, *
ha violato la sua alleanza.

Più untuosa del burro è la sua bocca, *
ma nel cuore ha la guerra;
più fluide dell’olio le sue parole, *
ma sono spade sguainate.

Getta sul Signore il tuo affanno †
ed egli ti darà sostegno, *
mai permetterà che il giusto vacilli.

Tu, Dio, li sprofonderai nella tomba *
gli uomini sanguinari e fraudolenti:
essi non giungeranno alla metà dei loro giorni. *
Ma io, Signore, in te confido.

3 ant. Getta nel Signore il tuo affanno:
egli ti salverà.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
Si ricordarono
che Dio libera e salva il suo popolo, alleluia.

Versetto
V. Per la tua risurrezione, o Cristo, alleluia,
R. gioiscono i cieli e la terra, alleluia.

Prima Lettura

Dalla prima lettera di san Giovanni, apostolo 3, 11-17
La carità fraterna

Carissimi, questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello. E per qual motivo l'uccise? Perché le opere sue erano malvagie, mentre quelle di suo fratello eran giuste. Non vi meravigliate, fratelli, se il mondo vi odia. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli. Chi non ama rimane nella morte. Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida possiede in se stesso la vita eterna. Da questo abbiamo conosciuto l'amore: Egli ha dato la sua vita per noi; quindi anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli. Ma se uno ha ricchezze di questo mondo e vedendo il suo fratello in necessità gli chiude il proprio cuore, come dimora in lui l'amore di Dio?

Responsorio 1 Gv 3, 16. 14
R. Da questo abbiamo conosciuto l'amore di Dio: egli ha dato la sua vita per noi;
anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, alleluia.
V. Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo i fratelli:
R. anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, alleluia.

Seconda Lettura

Dai "Trattati su Giovanni" di sant`Agostino, vescovo (Tratt. 124, 5, 7; CCL 36, 685-687)
Le due vite

La Chiesa conosce due vite che le sono state divinamente predicate ed affidate: una è nella fede l`altra nella visione; una nel tempo del pellegrinaggio, l`altra nell`eternità della dimora; una nella fatica, l`altra nel riposo; una lungo la via, l`altra nella patria; una nell`attività, l`altra nel premio della contemplazione. La prima vita è stata rappresentata dall`apostolo Pietro, la seconda da Giovanni. La vita terrena si svolge sino alla fine di questo mondo e trova la sua conclusione nell`aldilà; la vita celeste, nella sua fase perfetta, verrà dopo la fine di questo mondo, ma nell`eternità non avrà termine. Perciò il Signore dice a Pietro: "Seguimi" (Gv 21, 19); mentre di Giovanni dice: "Se voglio che egli rimanga finché io venga, che importa a te? Tu seguimi" (Gv 21, 22). Il significato della risposta di Gesù è il seguente: Tu seguimi nel tollerare i mali temporali. Lui rimanga in attesa fino a quando non ritornerò per concedere i beni eterni. O più chiaramente: Mi segua l`opera che, sul modello della mia passione, è già terminata. Rimanga in attesa, fino a quando non verrò a renderla totale, la contemplazione appena iniziata. Effettivamente chi accetta tutto santamente perseverando fino alla morte, segue Cristo. Invece la conoscenza di Cristo, prima di arrivare al suo culmine, deve attendere la sua venuta. Si tratta di due aspetti connessi con le due fasi dell`esistenza terrena e celeste del cristiano. Nella prima si sopportano i mali di questo mondo propri della terra dei morenti, nella seconda si vedranno i beni del Signore caratteristici della terra dei viventi. Ciò che il Signore dice: "Voglio che rimanga finché io venga" (Gv 21, 23), non significa fermarsi, arrestarsi, ma rimanere in attesa, perché la condizione significata da Giovanni non raggiungerà la sua pienezza adesso, bensì alla venuta di Cristo. Quello poi che è significato da Pietro, che ha ricevuto l`invito: "Tu seguimi" (Gv 21, 22), è qualcosa che va compiuto ora, altrimenti non si arriverà a ciò che si attende. Tuttavia nessuno osi dissociare questi due grandi apostoli. Tutti e due facevano ciò che significava Pietro. Tutti e due avrebbero conseguito quanto significava Giovanni. Sul piano del simbolo, Pietro seguiva Giovanni restava in attesa. Sul piano della fede vissuta, tutti e due sopportavano le sofferenze presenti di questo misero mondo, tutti e due attendevano i beni futuri della beatitudine eterna. E questo atteggiamento lo riproducono non solo essi, ma tutta la Chiesa, Sposa di Cristo, tutta tesa da una parte a superare le prove di questo mondo e dall`altra a possedere la felicità della vita futura. Due vite dunque simboleggiate dai due apostoli Pietro e Giovanni, ognuno dei quali significa un tipo solo di vita, anche se tutti e due vissero la vita temporale nella fede e tutti e due avrebbero goduto l`altra vita nella visione. Pietro, primo degli apostoli, ha ricevuto le chiavi del Regno dei cieli. Con esse lega e scioglie i peccati di tutti i santi, congiunti inseparabilmente al corpo di Cristo (cfr. MT 16, 19), ed indica ai fedeli la giusta rotta da seguire in questa vita agitata da tutte le tempeste. Invece Giovanni, l`evangelista, posò il capo sul petto di Cristo. Il gesto fa pensare al riposo dei santi, al riposo, che troveranno in quel seno pienamente riparato dai flutti e segreto, che è la vita beata. Però non solo Pietro lega e scioglie i peccati, ma tutta la Chiesa. Non solo Giovanni ha attinto dalla sorgente che era Cristo. Non solo lui gode del Verbo - che era in principio, Dio presso Dio - e di tutte le prerogative divine del Cristo. Non solo lui contempla tutte quelle realtà sublimi che si riferiscono alla Trinità divina e all`unità delle tre divine Persone. Non è solo lui il privilegiato che si sazia di quelle cose che si contemplano faccia a faccia nel regno celeste, dopo essere state viste come in uno specchio e in maniera confusa in questa terra (cfr. 1 Cor 13, 12). Non è solo lui che attinge tutti questi tesori dal petto di Cristo, ma a tutti è aperta dal Signore stesso la fonte del Vangelo, perché tutti in tutta la terra bevano, ognuno secondo la propria capacità.

Responsorio Cfr. 1 Pt 5, 10; 2 Cor 4, 14
R. Il Dio di ogni grazia, che vi ha chiamati alla sua gloria eterna in Cristo, vi ristabilirà, dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi, alleluia.
V. Colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risuscita anche voi con Gesù,
R. dopo una breve sofferenza vi confermerà e vi renderà forti e saldi, alleluia.


ORAZIONE
Si compia in ogni luogo, Signore, con la predicazione del Vangelo, la salvezza acquistata dal sacrificio del Cristo, e la moltitudine dei tuoi figli adottivi ottenga da lui, parola di verità, la vita nuova promessa a tutti gli uomini. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.