Sull'esercizio della preghiera: Il metodo
All'alba getta il seme, la preghiera, la sera la tua mano non resti oziosa, dice Salomone; questo perchè la preghiera non venga interrotta rischiando di perdere l'ora dell'esaudimento, "non sai quale delle due semine ti darà i suoi frutti".
Di buon mattino mettiti a sedere su uno sgabello alto un palmo; dirigi il pensiero dal dominio della mente sul cuore e costringilo a rimanervi. Curvo laboriosamente, mentre il petto, le spalle e la nuca ti faranno male, grida con perseveranza e col pensiero e con l'anima: "Signore Gesù Cristo, abbi pietà di me". In seguito, se per la posizione forzata, o dalla noia provocata dalla sosta prolungata sulla stessa formula porta il tuo pensiero sull'altra forma dell'invocazione e ripeti: "Figlio di Dio abbi pietà di me!". Ripeti questa formula numerose volte, evita, per indolenza, di cambiarla troppo spesso, le piante trapiantate con frequenza non attecchiscono.
Controlla il respiro dei polmoni, in modo da non respirare nel consueto modo. Poiché il soffio dei respiri incontrollati che sale dal cuore oscura la mente e agita l'anima, la dissipa, l'abbandona alla distrazione, oppure le fa passare davanti ogni sorta di immagini indirizzandola insensibilmente verso ciò che non è bene. Non ti turbare se vedi sorgere l'impurità degli spiriti malvagi e prender forma nel tuo pensiero; come pure non dare attenzione ai buoni pensieri che ti si possono presentare. Tieni salda la mente nel cuore, domina la respirazione, e ripeti senza stancarti l'invocazione al Signore Gesù; ben presto brucerai e dominerai questi pensieri, fustigandoli invisibilmente col Nome divino. Giovanni Climaco dice: "Col nome di Gesù fustiga i nemici. Non c'è arma più forte, nè in cielo nè in terra".