Santo Rosario on line

Giovedi, 2 maggio 2024 - Misteri luminosi - Sant´ Atanasio ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:I due sostegni più forti a reggervi e camminare per la strada del cielo sono i sacramenti del la comunione e della penitenza. Perciò riguardate come gran nemico dell’anima vostra chiunque cerca di allontanarvi da questa pratica di nostra santa religione.
Gesu

Storia e provvidenza divina nel domino.


21. Stando così le cose, dobbiamo attribuire il potere di concedere il dominio regio e imperiale soltanto al vero Dio che dà la felicità nel regno dei cieli solamente ai fedeli e il regno terreno tanto ai fedeli che agli infedeli, come piace a lui al quale non piace l'ingiustizia. Quantunque abbia esposto qualche concetto che mi è sembrato chiaro, è tuttavia difficile per me e supera di molto le mie capacità umane trattare argomenti inaccessibili alla ragione e valutare con indagine scientifica le benemerenze degli imperi. Il solo vero Dio che non cessa di giudicare e aiutare la razza umana ha concesso, quando ha voluto e nella misura in cui ha voluto, l'impero ai Romani. Lo ha concesso anche agli Assiri e anche ai Persiani, sebbene da costoro, come riferiscono i loro documenti, fossero adorati soltanto due dèi, uno buono e uno cattivo. Non parlo del popolo ebraico, di cui ho già parlato sufficientemente, come mi è sembrato opportuno, il quale anche nel periodo in cui ebbe il regno, adorò un solo Dio. Dunque il Dio, il quale diede ai Persiani le messi indipendentemente dal culto della dea Segezia, il quale diede i prodotti del suolo indipendentemente dal culto dei tanti dèi che i Romani hanno preposto singolarmente ai singoli prodotti o anche più per ciascun prodotto, ha concesso ai Persiani anche il dominio indipendentemente dal culto degli dèi mediante il quale i Romani ritengono di averlo ottenuto. Altrettanto si dica per gli individui. Sempre il medesimo Dio ha concesso il dominio a Mario e a Caio Cesare, ad Augusto e a Nerone, ai primi due Flavi, padre e figlio, che furono imperatori molto miti e al crudele Domiziano e, per non nominarli tutti, al cristiano Costantino e all'apostata Giuliano. Una sacrilega e detestabile superstizione causata dalla passione del dominio trasse in errore il nobile temperamento di questo imperatore. Applicatosi infatti ai bugiardi oracoli di tale superstizione, fidente nella sicurezza della vittoria, fece incendiare le navi da cui era trasportato il vettovagliamento necessario; in seguito attaccando ardentemente con gravi rischi e caduto per colpa della propria audacia, lasciò l'esercito sfornito di mezzi in territorio nemico. Esso non sarebbe potuto scampare se a dispetto dell'auspicio del dio Termine, di cui ho parlato nel libro precedente, non fossero ridotti i confini dell'impero romano 83. Così il dio Termine che non aveva ceduto a Giove cedette all'ineluttabile. Evidentemente questi fatti li dispone e ordina il Dio uno e vero secondo un suo disegno e sempre con ragioni giuste, anche se occulte.