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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Il Signore mi disse: «Figlia mia, scrivi. Tutte le anime che adoreranno la mia misericordia e ne diffonderanno il culto, esortando gli altri alla fiducia in essa, non avranno paura nell'ora della morte; la mia misericordia sarà la loro difesa in quell'estrema lotta. Per le anime che avranno paura, scrivi: Quando l'anima vedrà la gravità dei suoi peccati ed ai suoi occhi si svelerà tutto l'abisso della miseria in cui è caduta, non disperi, ma si getti con fiducia tra le braccia della mia misericordia come un bambino farebbe con la madre perché sa ch'essa lo ama. Tali anime hanno un diritto di priorità sopra il mio cuore. Fa sapere che nessuna, dopo aver invocato la mia misericordia, fu delusa. La mia predilezione va alle anime che s'affidano alla mia bontà senza por limiti».
Gesu

Fallito auspicio della imbattibilità di Roma.


29. E cosa significa che hanno considerato un bellissimo auspicio il fatto ricordato dianzi, che Marte, Termine e Giovinezza non vollero ritirarsi dal loro posto neanche per riguardo a Giove re degli dèi? Ha avuto questo significato, rispondono i pagani, che la gente di Marte cioè di Roma non avrebbe ceduto a nessuno il territorio che avesse occupato, che per la virtù del dio Termine nessuno avrebbe sconvolto i confini di Roma ed anche che per la virtù della dea Giovinezza la gioventù romana non si sarebbe ritirata davanti a nessuno. Riflettano dunque in quale considerazione tengano codesto re dei propri dèi e datore del proprio dominio, dal momento che questi auspici lo considerano come un avversario davanti al quale è nobile non ritirarsi. Comunque se i fatti sono veri, non hanno proprio di che temere. Non ammetteranno infatti che gli dèi si sono ritirati davanti a Cristo, perché neanche con Giove l'hanno fatto. A parte i confini dell'impero, è stato possibile comunque che si siano ritirati davanti al Cristo per quanto riguarda le sedi dei templi e soprattutto il cuore dei credenti. Ma prima che Cristo venisse nel mondo, prima ancora che fossero scritti gli eventi che cito dalla loro letteratura e tuttavia dopo che si ebbe quell'auspicio sotto il re Tarquinio, alcune volte l'esercito romano fu sbaragliato, cioè volto in fuga. Dimostrò così che era falso l'auspicio secondo il quale la dea Giovinezza non avrebbe ceduto a Giove. La gente di Marte in seguito all'invasione vittoriosa dei Galli fu sconfitta nella stessa Roma e i confini dell'impero furono ridotti di molto a causa della defezione di molte città ad Annibale. Così è scomparsa la bellezza dell'auspicio ed è rimasta la ribellione non degli dèi ma dei demoni contro Giove. Un conto è infatti non essersi ritirati e un altro essere ritornati là da dove ci si era ritirati. Comunque anche in seguito nelle regioni di Oriente per decisione di Adriano furono cambiati i confini dell'impero romano. Egli cedette all'impero persiano tre province illustri, l'Armenia, la Mesopotamia e l'Assiria 58. Sembra quindi che il dio Termine che, a sentir loro, proteggeva i confini di Roma, e che secondo quel favorevole auspicio non aveva ceduto a Giove, temeva di più Adriano re degli uomini che Giove re degli dèi. E Termine, in tempi che quasi ricordiamo noi, si ritirò indietro dalle suddette province recuperate in un secondo tempo, quando Giuliano, che si dedicava ai responsi degli dèi, con eccessiva audacia comandò di incendiare le navi da cui erano trasportate le vettovaglie. L'esercito rimastone privo, essendo anche morto l'imperatore per una ferita in battaglia, fu ridotto all'estrema scarsezza di mezzi. Nessuno sarebbe sfuggito, dato che i nemici assalivano da ogni parte i soldati turbati dalla morte dell'imperatore, se con un trattato di pace i confini non fossero stabiliti dove si hanno ancor oggi e fossero fissati non con la grande perdita che Adriano aveva accettato ma con un compromesso. Con un auspicio privo di significato dunque il dio Termine non aveva ceduto a Giove se ha ceduto alla decisione di Adriano, ha ceduto anche alla temerità di Giuliano e alla situazione ineluttabile di Gioviano. Queste cose le hanno capite anche i più intelligenti e autorevoli Romani, ma contavano poco contro l'usanza di una città che era legata a riti demoniaci. Anche essi, sebbene capissero che quelle credenze non avevano senso, ritenevano di dover rendere alla natura, posta sotto il dominio assoluto dell'unico vero Dio, quel culto religioso che si deve a Dio, perché erano soggetti, come dice l'Apostolo, alla creatura anziché al Creatore che è benedetto nei secoli. Era necessario l'aiuto di Dio che inviasse uomini santi e autenticamente religiosi, i quali subissero la morte per la vera religione affinché le false scomparissero dal mondo.