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Mercoledi, 8 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi )

San Giovanni Bosco:Non merita misericordia chi abusa della misericordia del Signore per offenderlo .
Gesu

Idolatria e religione secondo Scevola.


27. Il dottissimo pontefice Scevola, come è riferito nella storia letteraria, ha dimostrato che sono state consegnate alla tradizione tre figure di dèi, una dai poeti, un'altra dai filosofi e una terza dagli uomini politici. Il primo tipo, a suo avviso, è dovuto a frivolezza perché si immaginano molti fatti indegni degli dèi; il secondo non è conveniente per gli Stati, perché contiene alcuni concetti superflui ed altri la cui conoscenza nuocerebbe ai cittadini. Per quanto riguarda il superfluo non si ha un grosso problema; anche dai giurisperiti si suole affermare: Il superfluo non nuoce. Ma quali sono i temi che nuocciono se resi noti alla massa? Sono questi, egli risponde, che Ercole, Esculapio, Castore, Polluce non sono dèi, perché si dimostra dai dotti che sono stati uomini e che sono morti secondo l'umana condizione. E c'è altro? Che le città non abbiano idoli veristi degli dèi perché un vero dio non ha sesso, età e una determinata figura fisica. Il pontefice non vuole che i cittadini siano illuminati su questi temi perché non ritiene che siano falsi. È opportuno dunque, a suo avviso, che i cittadini in fatto di religione siano ingannati. Varrone nell'opera Sulla religione non esita a pensarla alla medesima stregua 56. Bella religione questa, a cui il debole si rivolgerebbe per esser liberato e mentre cercherebbe la verità che lo liberi, dovesse credere che gli conviene essere ingannato. Negli scritti di Scevola è detto anche perché egli rifiuti la figura degli dèi data dai poeti. Essi tratteggiano gli dèi in maniera che non possono neanche essere paragonati a persone oneste, poiché presentano l'uno che ruba, l'altro che va a donne, cioè che fanno o dicono qualcosa di assolutamente indecente. Inventano che tre dee hanno gareggiato per il premio di bellezza e che le due sconfitte da Venere hanno fatto distruggere Troia, che Giove si muta in toro o in cigno per andare a letto con una donna, che una dea si accoppia con un uomo, che Saturno divora i figli, che infine nulla si può inventare di incredibilmente vizioso che non si trovi nelle loro poesie ed è assolutamente sconveniente alla natura degli dèi. O Scevola, pontefice massimo, abolisci gli spettacoli se ci riesci, ordina ai cittadini che non presentino agli dèi immortali onori, durante i quali si prende gusto ad ammirare i delitti degli dèi e, dove è possibile, ad imitarli. Se il popolo ti risponderà: "O pontefici, siete stati voi a importare per noi questi spettacoli"; prega gli dèi, dietro cui istigazione li avete ordinati, che la smettano di comandare che siano loro offerti. Se quelle azioni sono malvagie e quindi da non attribuirsi assolutamente alla maestà degli dèi, la colpa maggiore è degli dèi stessi perché impunemente possono essere inventate nei loro riguardi. Ma non ti ascoltano, sono demoni, insegnano la depravazione, si dilettano dell'immoralità, non solo non considerano un torto se si inventano questi episodi nei loro confronti, anzi non possono sopportare il torto che non siano rappresentati durante le loro feste. Se poi ti appelli a Giove contro di loro, soprattutto perché vengono rappresentati parecchi suoi delitti negli spettacoli teatrali, anche se considerate Giove il dio da cui è retto e ordinato al fine questo mondo, da voi gli si rivolge il più grande insulto appunto perché ritenete di adorarlo assieme a loro e affermate che è il loro re.