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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Le coincidenze sono il modo che impiega Dio per manifestarsi in silenzio. Anche le coincidenze sono delle opportunità. Mi ricordo ancora del mio mancato incontro con grande cardinale Martini. Quando da giovane seminarista vivevo in Terra Santa, divoravo i suoi libri. Rimasi sorpreso quando una mattina lo vidi, immerso nella preghiera, nella basilica della Nativita'. Il mio primo impulso fu quello di avvicinarmi e chiedere la sua benedizione. Ma l'istinto della paura, e della timidezza, ebbe il sopravvento. Quante finestre di opportunità il Signore ci mette a disposizione e noi le chiudiamo con la nostra timidezza. Allora non feci nulla. Nei mesi successivi pensai molto a quel incontro mancato e promisi di precipitarmi da lui quando lo incontrerò una prossima volta. La Provvidenza ci offre sempre un'altra opportunità. E allora... qualche anno dopo mi trovai nel Duomo di Milano e lì vidi il mio autore preferito. Questa volta ho agito con coraggio: mi sono avvicinato, l'ho salutato e ho chiesto la sua benedizione. Ha sorriso, ha chiesto come mi chiami e ha posato le sue mani sul mio capo. Quando la Provvidenza ti mostra una finestra di opportunità, aprila prima che il falso rispetto umano cominci a dirti di non farlo. La ragione distrugge molte di quelle opportunità che avrebbero potuto arricchirti la vita. Ascolta il tuo cuore: è molto più saggio della ragione.
Gesu

Ingiustificata la nuova distruzione di Troia.


7. Quando poi le guerre civili erano già scoppiate, quale colpa aveva commesso Ilio perché fosse devastata da Fimbria, malvagio individuo del partito di Mario, con più spietata ferocia che in passato dai Greci? Almeno allora molti poterono fuggire dalla città ed alcuni, fatti prigionieri, sia pure in schiavitù, ebbero salva la vita. Invece Fimbria promulgò in precedenza un editto di non risparmiare alcuno e fece bruciare tutta la città e tutti i suoi abitanti. Questo trattamento si meritò Troia non dai Greci che aveva irritato col proprio misfatto ma dai Romani ai quali aveva dato origine con la propria distruzione. Eppure avevano i medesimi dèi che non l'aiutarono affatto ad evitare queste sventure o meglio, e questa è la verità, non ne erano capaci. Ma anche allora abbandonati templi e altari, si allontanarono tutti gli dèi da cui era stata difesa quella città ricostruita dopo l'antico incendio e distruzione? E se si erano allontanati, ne chiedo la giustificazione e trovo che quanto è più buona quella degli abitanti, tanto è meno buona quella degli dèi. Gli abitanti infatti avevano chiuso le porte a Fimbria per mantenere fedele a Silla la cittadinanza e per questo Fimbria adirato l'incendiò o meglio la rase al suolo. Silla era in quel tempo il capo del partito nobile, si accingeva allora a riordinare con le armi lo Stato, non aveva ancora dato i cattivi risultati di questi buoni inizi. Che cosa dunque di meglio, di più onesto e leale e di più degno della madre patria romana avrebbero potuto fare gli abitanti di quella città che conservare la cittadinanza alla più giusta causa dei Romani e chiudere le porte all'assassino dello Stato romano? Ma i difensori degli dèi pensino che quel gesto si cambiò per loro in una immane catastrofe. Gli dèi avrebbero abbandonato gli adulteri e consegnato Troia al fuoco dei Greci perché dalle sue ceneri nascesse una Roma più casta. E allora perché hanno lasciato la medesima città, che è della stirpe dei Romani, nobile figlia che non si ribellava contro Roma ma manteneva la più costante e doverosa fedeltà al partito più legittimo e l'abbandonarono al saccheggio non degli eroi della Grecia ma del più lurido individuo di Roma?. Ovvero poniamo che dispiacesse agli dèi l'adesione al partito di Silla, giacché per mantenere fedele la città a lui quegli sventurati avevano chiuse le porte. E allora perché essi promettevano e preannunciavano tante vittorie al medesimo Silla? Oppure anche in questo caso si fanno conoscere come adulatori dei fortunati anziché difensori degli sventurati. Dunque anche nei tempi antichi Troia non fu distrutta perché abbandonata da loro. I demoni sempre vigili all'inganno hanno fatto ciò che hanno potuto. Distrutte infatti e incendiate tutte le statue assieme alla città, si tramanda, come Livio 13, che rimase intatta soltanto quella di Minerva nonostante la distruzione del suo tempio. E questo non perché si dicesse a loro lode: Gli dèi della patria sotto la cui protezione Troia è continuamente, ma perché non si dicesse a loro difesa: Abbandonati templi e altari, si sono allontanati tutti gli dèi. Fu infatti permesso loro di avere potere su quel fatto, non perché da esso si confermasse la loro potenza ma perché da esso si evidenziasse la loro presenza.