...non fu società civile o cosa del popolo.
21. 2. Trattato il problema per il tempo che si ritenne opportuno, Scipione tornò ai concetti accennati, richiamò e difese la propria breve definizione della società civile. Aveva detto che è lo stato del popolo. Stabilì che popolo non è un qualsiasi gruppo d'individui ma un gruppo associato dalla universalità del diritto e dalla comunanza degli interessi. Mostrò poi quanto sia grande nel discutere l'utilità della definizione e dalle sue definizioni dedusse che allora soltanto si ha la società civile, cioè lo stato del popolo, quando si amministra con onestà e giustizia, sia da un monarca o da pochi ottimati o da tutto il popolo. Se invece il re è ingiusto, e secondo la terminologia greca lo chiamò tiranno, o ingiusti gli ottimati, e considerò fazione il loro accordo, o ingiusto il popolo, e non trovò la denominazione abituale, a meno di considerarlo, anche esso, tiranno, allora la società civile non solo sarebbe guasta, come il giorno avanti era stato sostenuto, ma come avrebbe dimostrato la logica conseguenza da quelle definizioni, è inesistente perché non sarebbe lo stato del popolo. Al contrario la occuperebbero il tiranno o la fazione; il popolo stesso, se fosse ingiusto, non sarebbe più un popolo perché non sarebbe una moltitudine associata dall'universalità del diritto e dalla comunanza degli interessi, come il popolo era stato definito.