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Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska: Credere in tale amore significa credere nella misericordia. La misericordia infatti è la dimensione indispensabile dell'amore, è come il suo secondo nome.
Gesu

Platone e la legge romana.


14. 2. Labeone ha pensato di computare Platone fra i semidei come Ercole e Romolo. Considera i semidei superiori agli eroi ma li colloca entrambi fra le divinità. Tuttavia io non dubito di considerare Platone, che Labeone chiama semidio, non soltanto superiore agli eroi ma anche agli stessi dèi. Le leggi dei Romani sono vicine alla speculazione di Platone poiché egli condanna tutte le favole poetiche ed essi tolgono ai poeti la libertà di dir male per lo meno degli uomini; egli priva i poeti della stessa cittadinanza ed essi privano dei diritti civili per lo meno gli attori delle favole drammatiche e se ardissero opporsi agli dèi che richiedono gli spettacoli, forse li priverebbero di tutto. Dunque i Romani non potrebbero mai ricevere o aspettare dai propri dèi leggi per difendere la moralità e reprimere l'immoralità perché di gran lunga li superano con le proprie leggi. Gli dèi in proprio onore richiedono spettacoli teatrali, i Romani rifiutano agli attori tutti gli onori. Gli dèi comandano che si celebrino in loro onore con le immaginazioni poetiche gli oltraggi contro se stessi, i Romani distolgono la sfrontatezza dei poeti dall'oltraggio contro gli uomini. Platone considerato semidio si oppose alla licenziosità di dèi così fatti e mostrò che cosa si doveva stabilire con un temperamento come quello dei Romani, giacché addirittura non voleva che in uno Stato ben costituito esistessero i poeti stessi che favoleggiassero a capriccio o proponessero da imitare ad uomini infelici i misfatti degli dèi. Io non ritengo Platone né un dio né un semidio e non lo metto alla pari né con un angelo del sommo Dio né con un profeta veritiero né con un apostolo né con un martire del Cristo né con un qualsiasi cristiano. Con l'aiuto di Dio tratterò a suo luogo il motivo di questa mia opinione. Ma giacché i pagani pensano che sia un semidio, ritengo che forse non si può considerarlo superiore a Romolo ed Ercole. E lo si potrebbe anche perché di lui né storico ha scritto né poeta ha immaginato che abbia ucciso il fratello o compiuto qualche azione criminosa. Ma è certamente superiore a Priapo o ad Anubi dalla testa di cane e al limite anche a Febbre, divinità queste che i Romani in parte ricevettero dal di fuori, in parte divinizzarono come indigeti. Dèi simili non potevano in alcun modo impedire con sani ordinamenti e leggi i grandi mali spirituali e morali che sovrastavano o provvedere ad estirpare quelli già introdotti. Anzi essi provvidero a far nascere e crescere i misfatti perché desideravano far conoscere alle masse mediante solenni spettacoli teatrali azioni malvagie o loro o presentate come loro, di modo che, data l'autorità divina, spontaneamente si accendesse la passione umana. E invano gridava Cicerone che trattando dei poeti ha detto: Appena loro sono giunte la richiesta e l'approvazione della massa come se fosse un autorevole e saggio maestro, addensano folte tenebre, introducono grandi timori, accendono dannose passioni.