Una irritante categoria di avversari.
1. Se la fiacca capacità dell'esperienza umana non ardisse opporsi al criterio della verità evidente ma sottoponesse la propria malattia alla dottrina salutare come a cura medica fino a guarire mediante l'aiuto di Dio e con l'intervento della fede religiosa, non ci sarebbe bisogno di un lungo discorso per dimostrare l'errore d'una falsa concezione a coloro che pensano rettamente ed esprimono i pensieri con parole appropriate. Ma la più grave e disgustosa malattia di stolte intelligenze è proprio quella di difendere come criterio razionale della verità le proprie impressioni irrazionali, anche dopo che è stato offerto un criterio pienamente razionale, quale si può dare da un uomo a un altro. E lo fanno o per grande accecamento, per cui non si vedono neanche le cose in piena luce, o per ostinata caparbietà, per cui non si vogliono osservare le cose che si vedono. Ne sorge la necessità di ripetere più diffusamente concetti chiari quasi a mostrare non cose da vedersi a chi guarda, ma da toccarsi a chi palpa con gli occhi chiusi. Ma ci sarà allora un termine della discussione e un limite del discorso se ritenessi di dover rispondere a chi non la smette di interloquire? Infatti coloro che o non sono capaci d'intendere ciò che si dice o sono tanto ostinati per opinione contraria che, quantunque abbiano inteso, non si arrendono, costoro interloquiscono e, come è stato scritto, difendono idee ingiustificate e non si stancano di essere insolenti 1. E se volessi confutare le loro obiezioni tutte le volte che aggrottando la fronte ostinata abbiano deciso di non capire quel che dicono, pur di contraddire in qualche modo alle mie argomentazioni, capisci che è un'opera senza limiti, irritante e senza risultati. E per questo vorrei che né tu stesso, o figlio mio Marcellino, né altri, ai quali questo mio lavoro a titolo di proficua cortesia è dedicato nella carità di Cristo, ne siano giudici così fatti da desiderare sempre una risposta ogni volta che si accorgono di una qualche obiezione agli argomenti esposti. Non divengano simili a quelle donnette, di cui dice l'Apostolo che imparano sempre e non arrivano mai alla conoscenza della verità.