Quinto precetto: La pazienza
XXXIII (1), 1. Mi dice: "Sii paziente e assennato. Dominerai tutte le azioni malvagie e opererai ogni giustizia. 2. Se sarai paziente lo Spirito Santo che dimora in te sarà puro e non offuscato da altro cattivo spirito. Abitando un luogo grande si rallegrerà ed esulterà col corpo in cui abita e servirà il Signore con molta gioia. Ha in sé la felicità. 3. Se sopraggiunge una collera, subito lo Spirito Santo, che è delicato, si angustia non avendo il luogo puro, e cerca di allontanarsi. È come soffocato da un cattivo spirito, senza lo spazio per servire il Signore come anela, perché è contaminato dalla collera. Nella magnanimità abita il Signore, nella collera il diavolo. 4. È incompatibile e dannoso per l'uomo in cui abitano che i due spiriti dimorino insieme. 5. Se tu prendi un pochettino di assenzio e lo versi in un vaso di miele, non si guasta tutto il miele? Tanto miele viene rovinato da pochissimo assenzio che distrugge la dolcezza del miele e non è gradito al padrone perché fu reso amaro e inutilizzabile. Se, invece, non si versa l'assenzio nel miele, il miele rimane dolce ed è assai gradito al suo padrone. 6. Considera che la pazienza è assai dolce, superiore al miele, e tanto si addice al Signore. In essa abita. La collera è amara e funesta. Se tu mescoli la collera alla pazienza, la pazienza si contamina e non è più utile la sua preghiera a Dio. 7. "Vorrei, signore, conoscere l'azione della collera per guardarmene". Mi dice: "Se non te ne guarderai con la tua famiglia, perderai ogni speranza. Ma tieniti lontano; io sono con te. Saranno lontani dalla collera quanti fanno penitenza con tutto il loro cuore, poiché sarò con loro e li salverò. Tutti furono giustificati dall'angelo santissimo".