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Sabato, 27 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Santa Zita ( Letture di oggi )

Massime di perfezione cristiana:A ragione l'ozio viene chiamato come la tomba degli uomini vivi, il suo fetore ammorberà nel momento della morte coloro che ora non vogliono sentirlo.
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Febbraio, mese dedicato alla Madonna di Lourdes.



Maria Lourdes

17 - MADRE PER CORREDIMERE

Al centro del Credo che recitiamo nella Messa, troviamo queste parole: «Per noi uomini, per la nostra salvezza, discese dal cielo e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo». È il mistero che sta a fondamento della nostra vita cristiana. La seconda Persona della Trinità divina, il Figlio di Dio, venuto sulla terra per redimerci dal peccato, ha voluto prendere dalla Vergine la nostra natura umana. Egli avrebbe potuto farsi uomo, senza farsi figlio dell'uomo: poteva cioè crearsi dal niente una nuova umanità. Ha preferito invece essere partecipe della nostra natura umana peccatrice, per redimerla: «mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne» (Rom 8,3). Ha voluto perciò avere una Madre, venuta dal ceppo di Adamo, e passare attraverso tutte le tappe della vita umana, dalla concezione alla morte, come ciascuno di noi. Nel primo modo Egli avrebbe fatto tutto da Sé; scartando la collaborazione dell'uomo. Preferì servirsi delle sue creature e prima fra tutte di una Madre. Questo perché Dio ama tanto e perciò stima le sue creature, opera delle sue mani (Sap 11,24) e le vuole sue collaboratrici. Preferisce manifestare la sua gloria per mezzo di esse, anziché coprirle del suo splendore: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,17). Così Egli ha fatto anche per la sua opera più grande: la redenzione, alla quale tutti sono chiamati a dare il loro contributo: «Completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa» (Col 1,24). Singolarmente vi è stata chiamata l'Immacolata, presantificata, affinché potesse collaborarvi pienamente e universalmente. Chiedendole il suo libero consenso per l'Incarnazione, ha voluto associarla in modo essenziale alla nostra salvezza, poiché Egli l'ha operata offrendo in sacrificio quel «corpo» e quel «sangue» (Lc 22,19-20) che da Lei aveva ricevuto. Come l'antica Eva era stata creata per essere d'aiuto ad Adamo nella trasmissione della vita umana, così l'Immacolata, la nuova Eva, doveva collaborare con Gesù, il nuovo Adamo, affinché: «Come abbiamo portato l'immagine dell'uomo di terra, così, potessimo portare l'immagine dell'Uomo celeste» (1 Cor 15,49) da Lei generato per la nostra salvezza. Gesù, dopo averci resi figli di Dio col sacrificio di se stesso, ci proclama dalla Croce anche figli della sua Madre Addolorata. Veniva così costituita la grande famiglia dei Figli di Dio, di cui il Redentore è il primogenito (Rm 8,29). Poiché il dolore ha un ruolo tanto importante nella nostra Redenzione, l'Immacolata continua maternamente la sua missione di Corredentrice, in ciascuno di noi. Gesù, vivendo la nostra sofferenza umana, l'ha divinizzata e resa meritoria. Partecipando maternamente alle sofferenze di Gesù, l'Immacolata ha maternizzato il dolore insieme con la grazia: ci ha così facilitato l'acquisto della grazia, per mezzo del dolore. Per questo i Santi hanno potuto dirci che la devozione a Maria rende dolce il soffrire. Scrive S. Luigi Maria di Montfort: «La devozione a Maria non libera dalle croci. Anzi le aumenta. Perché Maria, essendo la Madre dei viventi, dà loro abbondanti porzioni dell'Albero della vita che è la Croce di Gesù. Insieme però Ella dona abbondanza di grazia per portarle con pazienza e anche con gioia. Per questo, le croci che si ricevono dalle sue mani sono come i frutti amari che diventano gustosi, quando sono canditi: inizialmente si sente l'amarezza del calice che è necessario bere per entrare nell'amicizia di Dio; in seguito, lo si desidera sempre più grande e amaro, a motivo della grazia abbondante con cui questa buona Madre lo porge». (Segreto, n. 22). Come ha addolcito il patire di Gesù con la sua presenza e il suo amore materno, così, con la sua presenza e il suo amore, addolcisce anche il nostro. Presente maternamente nelle nostre anime, vi genera Gesù nei suoi misteri, nel suo dolore, fino alla pienezza della sua età qui in terra e della sua gloria in cielo. Ci fa vivere Gesù, il suo dolore, con quella soavità d'amore con cui visse Lei stessa Gesù e il suo dolore. E come Lei, in unione a Gesù, cresceva in grazia ad ogni istante e soprattutto nel dolore, così è divinamente bramosa di farci crescere in Cristo, attraverso l'assimilazione della sua vita redentrice, vita di vittima, piena d'amore. Maternamente ci ha corredenti, maternamente ci fa vivere la redenzione, la grazia, frutto del Sacrificio della croce. Ci insegna S. Giovanni della Croce che per accedere alle ricchezze della sapienza divina la porta è la croce: «Si tratta, egli dice, di una porta stretta nella quale pochi desiderano entrare, mentre ci sono molti che amano i diletti a cui si giunge per suo mezzo». Sentiamo ripugnanza al patire. Non meravigliamoci: l'ha sentita anche Gesù. E perché non abbiamo a venir meno nel cammino vivificante della croce, ricorriamo filialmente a Colei che nel dolore, sul Calvario, è divenuta nostra Madre.

CONSACRAZIONE A Maria, Madre della Divina Grazia
Cuore Immacolato di Maria, che sei la Madre di Dio, la Corredentrice del mondo e la Madre della Grazia Divina: io riconosco che ho bisogno del tuo aiuto per santificare questa mia giornata e l'invoco con filiale confidenza. Sii Tu l'ispiratrice d'ogni mio pensiero, il modello d'ogni mia preghiera, azione e sacrificio, ch'io intendo compiere sotto il tuo sguardo materno ed offrirti con tutto il mio amore, in unione a tutte le tue intenzioni: per riparare le offese che ti reca l'umana ingratitudine e specialmente le bestemmie che continuamente ti trafiggono; per salvare tutti i poveri peccatori ed in particolare perché tutti gli uomini ti riconoscano loro vera Madre. Tieni oggi lontano da me e da tutti i miei cari ogni peccato mortale e veniale; concedimi di corrispondere fedelmente ad ogni tua grazia, e dona a tutti la tua materna benedizione. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.