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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Se volete conservarvi casti, fuggite ogni occasione del vizio contrario. È un vizio che da sciocchezze conduce a dannosissime cadute.

LETTURE A CASO

Lc 17,1-37

1Disse ancora ai suoi discepoli: "È inevitabile che avvengano scandali, ma guai a colui per cui avvengono. 2È meglio per lui che gli sia messa al collo una pietra da mulino e venga gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. 3State attenti a voi stessi!

Se un tuo fratello pecca, rimproveralo; ma se si pente, perdonagli. 4E se pecca sette volte al giorno contro di te e sette volte ti dice: Mi pento, tu gli perdonerai".

5Gli apostoli dissero al Signore: 6"Aumenta la nostra fede!". Il Signore rispose: "Se aveste fede quanto un granellino di senapa, potreste dire a questo gelso: Sii sradicato e trapiantato nel mare, ed esso vi ascolterebbe.

7Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà quando rientra dal campo: Vieni subito e mettiti a tavola? 8Non gli dirà piuttosto: Preparami da mangiare, rimboccati la veste e servimi, finché io abbia mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai anche tu? 9Si riterrà obbligato verso il suo servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? 10Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare".

11Durante il viaggio verso Gerusalemme, Gesù attraversò la Samarìa e la Galilea. 12Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi i quali, fermatisi a distanza, 13alzarono la voce, dicendo: "Gesù maestro, abbi pietà di noi!". 14Appena li vide, Gesù disse: "Andate a presentarvi ai sacerdoti". E mentre essi andavano, furono sanati. 15Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce; 16e si gettò ai piedi di Gesù per ringraziarlo. Era un Samaritano. 17Ma Gesù osservò: "Non sono stati guariti tutti e dieci? E gli altri nove dove sono? 18Non si è trovato chi tornasse a render gloria a Dio, all'infuori di questo straniero?". E gli disse: 19"Alzati e va'; la tua fede ti ha salvato!".

20Interrogato dai farisei: "Quando verrà il regno di Dio?", rispose: 21"Il regno di Dio non viene in modo da attirare l'attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!".

22Disse ancora ai discepoli: "Verrà un tempo in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, ma non lo vedrete. 23Vi diranno: Eccolo là, o: eccolo qua; non andateci, non seguiteli. 24Perché come il lampo, guizzando, brilla da un capo all'altro del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno. 25Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga ripudiato da questa generazione. 26Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell'uomo: 27mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. 28Come avvenne anche al tempo di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; 29ma nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece perire tutti. 30Così sarà nel giorno in cui il Figlio dell'uomo si rivelerà. 31In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza, se le sue cose sono in casa, non scenda a prenderle; così chi si troverà nel campo, non torni indietro. 32Ricordatevi della moglie di Lot. 33Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà, chi invece la perde la salverà. 34Vi dico: in quella notte due si troveranno in un letto: l'uno verrà preso e l'altro lasciato; 35due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l'una verrà presa e l'altra lasciata". 36. 37Allora i discepoli gli chiesero: "Dove, Signore?". Ed egli disse loro: "Dove sarà il cadavere, là si raduneranno anche gli avvoltoi".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Lc 11, 1-13: Quando pregate non pregate come i pagani

2 Tm 2,1-25

1Tu dunque, figlio mio, attingi sempre forza nella grazia che è in Cristo Gesù 2e le cose che hai udito da me in presenza di molti testimoni, trasmettile a persone fidate, le quali siano in grado di ammaestrare a loro volta anche altri.

3Insieme con me prendi anche tu la tua parte di sofferenze, come un buon soldato di Cristo Gesù. 4Nessuno però, quando presta servizio militare, s'intralcia nelle faccende della vita comune, se vuol piacere a colui che l'ha arruolato. 5Anche nelle gare atletiche, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole. 6L'agricoltore poi che si affatica, dev'essere il primo a cogliere i frutti della terra. 7Cerca di comprendere ciò che voglio dire; il Signore certamente ti darà intelligenza per ogni cosa.

8Ricordati che Gesù Cristo, della stirpe di Davide, è risuscitato dai morti, secondo il mio vangelo, 9a causa del quale io soffro fino a portare le catene come un malfattore; ma la parola di Dio non è incatenata! 10Perciò sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna. 11Certa è questa parola:

Se moriamo con lui, vivremo anche con lui;
12se con lui perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, anch'egli ci rinnegherà;
13se noi manchiamo di fede, egli però rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.

14Richiama alla memoria queste cose, scongiurandoli davanti a Dio di evitare le vane discussioni, che non giovano a nulla, se non alla perdizione di chi le ascolta. 15Sfòrzati di presentarti davanti a Dio come un uomo degno di approvazione, un lavoratore che non ha di che vergognarsi, uno scrupoloso dispensatore della parola della verità. 16Evita le chiacchiere profane, perché esse tendono a far crescere sempre più nell'empietà; 17la parola di costoro infatti si propagherà come una cancrena. Fra questi ci sono Imenèo e Filèto, 18i quali hanno deviato dalla verità, sostenendo che la risurrezione è già avvenuta e così sconvolgono la fede di alcuni. 19Tuttavia il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi, e ancora: Si allontani dall'iniquità chiunque invoca il nome del Signore. 20In una casa grande però non vi sono soltanto vasi d'oro e d'argento, ma anche di legno e di coccio; alcuni sono destinati ad usi nobili, altri per usi più spregevoli. 21Chi si manterrà puro astenendosi da tali cose, sarà un vaso nobile, santificato, utile al padrone, pronto per ogni opera buona. 22Fuggi le passioni giovanili; cerca la giustizia, la fede, la carità, la pace, insieme a quelli che invocano il Signore con cuore puro. 23Evita inoltre le discussioni sciocche e non educative, sapendo che generano contese. 24Un servo del Signore non dev'essere litigioso, ma mite con tutti, atto a insegnare, paziente nelle offese subite, 25dolce nel riprendere gli oppositori, nella speranza che Dio voglia loro concedere di convertirsi, perché riconoscano la verità 26e ritornino in sé sfuggendo al laccio del diavolo, che li ha presi nella rete perché facessero la sua volontà.


La Città di Dio: Libro IV - Imperialismo romano e politeismo: Riassunto sulle catastrofi storiche e naturali.

2. Avevo promesso dunque che avrei trattato alcuni temi in risposta a coloro i quali riversano contro la nostra religione le sciagure dello Stato romano e che avrei ricordato i vari e gravi mali che mi potessero venire in mente o mi sembrassero sufficienti all'argomentazione e che la città e le province appartenenti al suo impero hanno dovuto subire prima che i loro sacrifici fossero proibiti. L'avrebbero comunque attribuiti alla nostra religione anche gli antichi se pure a loro fosse stata nota o avesse loro vietato come oggi il culto pagano. Ho già svolto sufficientemente, a mio parere, questi argomenti nel secondo e terzo libro. Nel secondo ho trattato dei mali morali che si devono ritenere i soli o i più grandi mali; nel terzo, di quei mali, i soli da cui gli insipienti rifuggono, cioè dei mali fisici e materiali che spesso subiscono anche le persone dabbene, mentre posseggono, non dico con pazienza ma con soddisfazione, quei mali con cui essi stessi divengono malvagi. E ho detto poche cose della città e del suo impero e neppure tutte dal suo inizio fino a Cesare Augusto. Non ho voluto poi indicare nella loro gravità i disastri non provocati da alcuni uomini contro altri, quali sono le devastazioni e i saccheggi dei belligeranti, ma che si verificano in natura dalle perturbazioni degli elementi del mondo. Apuleio li ricorda molto brevemente in una pagina del suo piccolo libro intitolato Il mondo, affermando che tutte le cose naturali subiscono alterazione, trasformazione e cessazione. A causa di fortissimi terremoti, egli dice, tanto per usare le sue parole, si è spaccato il suolo e sono state inghiottite città con gli abitanti; per nubifragi sono state allagate intere regioni; zone di terraferma sono divenute isole perché invase dalle acque ed altre per regressione del mare sono divenute accessibili anche per terra; città sono state distrutte dai cicloni e dalle tempeste; sono scoppiati dei fulmini per cui alcune regioni dell'Oriente sono state distrutte dagli incendi e in alcune zone dell'Occidente alcune strane sorgenti e polle hanno causato i medesimi disastri ; allo stesso modo una volta dalla cima dell'Etna, spaccatisi dei crateri a causa del fuoco del titano, lungo i versanti a guisa di torrente colarono fiumi di lave incandescenti 2. Se dunque avessi voluto raccogliere da dove mi era possibile questi avvenimenti e altri simili contenuti nella storia, non avrei mai finito di elencare gli eventi di quei tempi, prima che il nome di Cristo facesse cessare alcune loro pratiche inutili e contrarie alla vera salvezza. Avevo promesso anche che avrei mostrato i loro istituti civili e la ragione vera per cui il Dio vero, giacché in suo potere sono tutti gli Stati, si è degnato di favorirli per l'accrescimento dell'impero; e che per nulla li hanno aiutati quelli che essi ritengono dèi, anzi li hanno danneggiati con l'inganno e con l'errore. Di questo ora, a mio avviso, devo parlare e soprattutto delle conquiste dell'impero romano. Sono state già dette parecchie cose, soprattutto nel secondo libro, sul grave loro malcostume introdotto dalla dannosa arte d'ingannare dei demoni che essi adoravano come dèi. Attraverso i tre libri precedenti, dove mi è sembrato opportuno, ho fatto rilevare il grande soccorso che anche nei disastri militari, nel nome di Cristo al quale i barbari hanno mostrato tanto rispetto contrariamente all'uso della guerra, Dio ha accordato ai buoni e ai cattivi. Ma egli fa sorgere il suo sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti 3.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: IN DIO SOLO, SOPRA OGNI BENE E OGNI DONO, DOBBIAMO TROVARE LA PACE

PAROLE DEL DISCEPOLO
Sopra tutte le cose ed in tutto, o anima mia, troverai pace sempre, solo nel Signore, perché è Lui l'eterna pace dei Santi. O dolcissimo e amorosissimo Gesù, concedimi d'aver pace in Te sopra ogni creatura; Sopra ogni bene, sopra ogni bellezza, sopra ogni gloria ed ogni onore, sopra ogni potenza e dignità, sopra ogni scienza ed acutezza d'ingegno; Sopra tutte le ricchezze e le arti, sopra ogni gioia ed esultanza, sopra ogni fama e lode, sopra ogni dolcezza e consolazione; Sopra ogni speranza e promessa, sopra ogni merito e desiderio; Sopra ogni dono e favore, che Tu puoi elargire ed infondere; sopra ogni gaudio e giubilo, che mente umana può ricevere ed assaporare; infine, sopra gli Angeli e gli Arcangeli e sopra tutta la milizia celeste, sopra le cose visibili ed invisibili e sopra tutto ciò che non è Te, Dio mio! In verità, Tu, Signore Dio mio, sei l'Ottimo sopra tutte le cose; Tu solo sei l'Altissimo,

Tu solo sei l'Onnipotente, Tu solo sei l'Essere più sufficiente e ricco; Tu solo dai soavità e consolazione. Tu solo sei infinitamente bello ed amoroso; Tu solo sei, più d'ogni cosa, adorno di maestà e splendido di gloria; in Te sono, furono sempre e saranno uniti insieme tutti i beni in grado perfetto. Perciò, qualunque cosa Tu mi doni, all'infuori di Te stesso, qualunque cosa Tu mi riveli di Te o mi prometta, se non contemplo e non posseggo pienamente Te, e' scarsa e non basta ad appagarmi. La ragione è, certo, che il mio cuore non può trovare vera pace né essere del tutto felice se non in Te, trascendendo tutti i doni ed ogni creatura.

O Gesù Cristo, mio dilettissimo Sposo! O Amore purissimo! O Signore di tutte quante le creature! Chi mi darà le ali della vera libertà, per volare fino a Te ed avere pace in Te? Oh! quando mi sarà dato d'attendere pienamente a Te e di contemplare la tua soavità, o Signore Dio mio? Quando potrò raccogliermi completamente in Te, cosicché, per amore tuo, io non senta più me stesso, ma Te unicamente, oltre ogni senso e modo umano, come non tutti sanno conoscere?

Per ora, invece, piango spesso e porto con dolore il peso della mia infelicità. Infatti, in questa valle di miserie s'incontrano molti mali: molto spesso mi turbano, mi rattristano, mi annuvolano lo spirito; troppo spesso mi sono d'inciampo e disorientamento, m'attirano ed irretiscono, per impedire ch'io abbia libero accesso a Te e goda dei gioiosi abbracci che Tu tieni sempre aperti agli spiriti beati. Ti muovano a pietà il mio sospiro e le molteplici pene che soffro qui, sulla terra! O Gesù, splendore d'eterna gloria, conforto dell'anima. pellegrina!

La mia bocca è senza voce davanti a Te. ma il mio silenzio Ti parla! Fino a quando tarderà a venire il Signore mio? Venga a me, che sono il suo poverello, e mi faccia lieto; stenda la sua mano e strappi me, infelice, da ogni angustia.Vieni! Vieni! Senza di Te, non un giorno solo, non un' ora sarà lieta, perché sei Tu la mia letizia; squallida è la mia mensa senza di Te.

Un pover'uomo io sono e, in certo modo, incarcerato e carico di ceppi, fino a che Tu non mi ristori con la luce della tua presenza, non mi renda la libertà e non mi mostri il tuo volto amico. Cerchino altri, invece di Te, qualunque cosa loro piacerà; a me nient'altro ora è gradito né sarà gradito, fuori di Te, mio Dio, speranza mia, salvezza eterna. Non tacerò né cesserò di supplicare, fino a quando non ritorni la tua Grazia e Tu non parli dentro di me.

PAROLE DEL SIGNORE
Eccomi, sono qui! Ecco, vengo Io da te, poiché tu m'hai invocato. Le tue lacrime, il desiderio dell'anima tua, la tua umiliazione e contrizione di cuore m'hanno piegato e ricondotto a te.

PAROLE DEL DISCEPOLO
Ed io dissi: Signore, Ti ho chiamato, ho desiderato godere della tua presenza e per Te sono disposto a rifiutare ogni cosa. Tu, per primo, m'hai spinto a cercarTi. Sii, dunque, benedetto, Signore, che hai usato questa bontà con il tuo servo, secondo la tua immensa misericordia. Che può altro avere da dirTi il tuo servo, se non parole di profonda umiliazione davanti a Te, ricordandosi sempre della propria iniquità e del proprio nulla?

Fra tutte le meraviglie del cielo e della terra, infatti, non c’è nulla che Ti possa somigliare. Le tue opere sono sommamente buone, retti i tuoi giudizi, e dalla tua Provvidenza viene governato l’universo. A Te, dunque, lode e gloria, o Sapienza del Padre: la mia bocca, la mia anima e tutte insieme le cose create Ti lodino e Ti benedicano.