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Mercoledi, 8 maggio 2024 - Misteri gloriosi - Madonna del Rosario di Pompei ( Letture di oggi )

Santa Teresina di Lisieux:Se fossi stata ricca, mi sarebbe stato impossibile vedere un povero affamato senza dargli subito una parte del mio. Così, via via che guadagno qualche tesoro spirituale, sentendo che nel momento stesso ci sono anime in pericolo di cadere nell'inferno, do loro ciò che possiedo, e non ho ancora trovato un momento per dirmi: ora lavoro per me.
Gesu

Felicità e Fortuna.


18. Ma come la mettono che anche la felicità è una dea? Ha avuto il suo tempietto, ha meritato la sua ara, le sono stati offerti convenienti misteri. Avrebbe dunque dovuto esser adorata lei sola, perché dove si ha, si ha ogni bene. Ma cosa significa che anche la fortuna è considerata e adorata come dea? Sono forse diverse felicità e fortuna? Sì, perché la fortuna può essere anche cattiva, se invece è cattiva la felicità non è più felicità. In verità noi siamo costretti a pensare che tutti gli dèi dell'uno e dell'altro sesso (se hanno un sesso) non possano essere che buoni. Lo afferma Platone, gli altri filosofi e i migliori uomini politici. In quale senso dunque la dea Fortuna ora è buona ora è cattiva? Forse che quando è cattiva non è più una dea ma si muta in un demone maligno? Quante sono dunque queste dee? Tante, quanti gli uomini fortunati, cioè quante le buone fortune. Infatti poiché gli sfortunati sono simultaneamente moltissimi, cioè in un unico tempo vi sono molte cattive fortune, forse che la fortuna, se fosse la stessa, sarebbe simultaneamente buona e cattiva, una cosa per questi e un'altra per quelli? Oppure lei che è dea è sempre buona? Dunque essa stessa è anche Felicità. E allora perché si usano nomi diversi? Ma questo può passare, perché si può indicare una medesima cosa con due nomi. Ma perché diversi i tempietti, diverse le are, diversi i misteri? La ragione è, rispondono , che la felicità è riservata ai buoni perché meritata in precedenza; la fortuna invece, quella che è considerata buona, sopraggiunge fortuitamente agli individui buoni e cattivi senza alcun riguardo al merito. Per questo appunto si chiama fortuna. In qual senso dunque è buona se senza alcun criterio sopraggiunge ai buoni e ai cattivi? E perché è adorata se è così cieca che, imbattendosi nell'uno o nell'altro indiscriminatamente, oltrepassa i propri adoratori e si attacca ai propri denigratori? Ché se i suoi adoratori riescono a farsi notare e amare da lei, già si attiene al merito e non sopraggiunge fortuitamente. Ed in che cosa si ha la definizione della fortuna? Perché è stata denominata dagli eventi fortuiti? Non giova quindi nulla adorarla se è fortuna. Se poi sa discernere i propri adoratori, nel giovar loro non è fortuna. Ma forse Giove la manda dove vuole. Allora sia adorato lui solo. Fortuna infatti non può disobbedire al comando e all'ingiunzione di andare dove egli vuole. Oppure l'adorano soltanto i malvagi che non vogliono avere meriti con cui è possibile invocare la presenza di Felicità.