Santo Rosario on line

Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Camminate con semplicità nella via del Signore e non tormentate il vostro spirito. Bisogna che odiate i vostri difetti ma con odio tranquillo e non già fastidioso ed inquieto; fa d'uopo avere con essi pazienza e ritrarne vantaggio mediante un santo abbassamento. In difetto di tal pazienza, mie buone figliuole, le vostre imperfezioni, invece di scemare, crescono sempre più, non essendovi cosa che nutra tanto i nostri difetti quanto l'inquietudine e la sollecitudine di volerli allontanare.
Gesu

La guerra come l'irrazionale della storia.


14. 2. Perché mi si adducono come pretesto il concetto di onore e il concetto di vittoria? A scanso dei pregiudizi di una folle mentalità, i fatti siano considerati senza orpelli, siano valutati senza orpelli, siano giudicati senza orpelli. Si adduca una colpa di Alba come si adduceva l'adulterio di Troia. Non esiste, non si trova. C'è soltanto che Tullo volle muovere alle armi gli uomini inerti e l'esercito disabituato ai trionfi. Per quella colpa dunque fu commesso il grande delitto di una guerra fra alleati e individui della medesima stirpe. Sallustio accenna di passaggio a questa grande colpa. Dopo aver ricordato con lode i tempi antichi, quando senza cupidigia si trascorreva la vita umana e a ciascuno bastavano le proprie cose, soggiunge: Dopo che Ciro in Asia e gli Spartani e gli Ateniesi in Grecia cominciarono a sottomettere città e nazioni, considerarono la passione del dominio una giustificazione della guerra, pensarono che la più grande gloria fosse nel più grande impero. Seguono gli altri concetti che aveva iniziato ad esporre. A me può bastare aver citato le sue parole fino a questo punto. La passione del dominio scuote e abbatte il genere umano con grandi sciagure. Vinta da questa passione Roma credeva un trionfo l'aver vinto Alba e denominava gloria l'esaltazione del proprio delitto, giacché, dice la nostra Scrittura, il peccatore si esalta nei desideri della sua anima e si parla bene di chi compie azioni inique. Si spoglino dunque dei fatti e vernici menzognere e imbiancature ingannevoli perché siano osservati con esame sereno. Non mi si venga a dire: "Grande quel tale ed anche quell'altro, perché ha combattuto e vinto con quel tale e con quell'altro". Combattono anche i gladiatori, anche essi vincono, anche quella crudeltà ha il premio della lode, ma io penso che è preferibile subire la condizione penosa della inettitudine che procurarsi la gloria di quei combattimenti. Ma chi sopporterebbe tale spettacolo se scendessero nell'arena per battersi due gladiatori, di cui uno è il figlio, l'altro il padre? Chi non lo eliminerebbe? Come dunque poté essere gloriosa la contesa armata fra due città, di cui una la madre, l'altra la figlia? È forse diverso perché in questo caso non c'era l'arena e terreni più spaziosi si riempivano di cadaveri non di due gladiatori ma di molti dei due popoli e perché quelle gare non erano circoscritte all'anfiteatro ma al mondo intero e vi si dava uno spettacolo spietato ai vivi di allora e ai posteri, fin quando se ne estende la fama?