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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Ora non è il momento di vivere con leggerezza. Con tutta questa tenebra e la guerra, stiamo vivendo un emergenza umanitaria e spirituale. Il mondo va a rotoli e c'è crisi su tutti i livelli. Ci sono delle persone che si sono allontanate da Dio e molti giovani che si danno alle più distruttive condotte. Di fronte a tutto questo, tu che credi in Dio, non devi temere. Anzi, devi sentirti come quel bambino che sta sereno tra le braccia del papà: la sua fiducia in padre è più grande di qualsiasi pericolo. Più i tempi sono difficili più devi aggrapparti a Dio, perché del Suo amore siamo sicuri: "Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?!"
Gesu

Gli dèi soggiacciono alle passioni umane.


11. Non per altro potere l'Apollo di Cuma, come si venne a sapere, pianse per quattro giorni mentre si combatteva la guerra contro gli Achei e re Aristonico. Gli aruspici atterriti dal prodigio ritennero che la statua si dovesse gettare in mare. I maggiorenti di Cuma s'interposero informando che un prodigio simile si era verificato nella medesima statua anche durante la guerra contro Antioco e in quella contro Perseo e poiché si ebbe un esito felice per i Romani attestarono che per delibera del senato erano stati mandati doni al loro Apollo. Allora gli aruspici convocati diedero, come più esperti, il responso che il pianto della statua di Apollo era di buon auspicio per i Romani perché la colonia cumana era greca e il pianto di Apollo significava lutto e sconfitta per la regione, da cui era stato importato, cioè per la stessa Grecia. Subito dopo si ebbe la notizia che re Aristonico era stato vinto e fatto prigioniero e Apollo non voleva certamente che fosse vinto, se ne doleva e lo dava a vedere perfino con le lacrime della propria statua. E per questo non del tutto a sproposito il comportamento dei demoni viene descritto nelle composizioni verosimili, sebbene mitiche, dei poeti. Infatti in Virgilio Diana provò dolore per Camilla, ed Ercole pianse per Pallante che stava per morire. Forse per questo Numa Pompilio, sovraccarico di pace, ma non sapendo e non domandandosi chi è che la dava, pensò nella sua inoperosità a quali dèi affidare la difesa della salvezza e del regno di Roma. Non sapeva che l'unico vero onnipotente sommo Dio provvede alle cose del mondo. Rifletteva inoltre che gli dèi di Troia importati da Enea non avrebbero potuto conservare a lungo il regno di Troia e di Lavinio fondato dallo stesso Enea. Ritenne opportuno allora di procacciarsi altri dèi da usare o come custodi dei fuggitivi o come difensori degli invalidi oltre ai primi che erano passati a Roma con Romolo o che sarebbero passati in seguito con la distruzione di Alba.