I misteri cartaginesi di Celeste.
4. E prima di tutto per quale ragione i loro dèi non vollero preoccuparsi affinché gli uomini non avessero pessimi costumi? Il vero Dio ha giustamente trascurato individui da cui non era adorato. Ma per quale ragione questi dèi, dato che uomini molto ingrati lamentano che n'è stata loro proibita l'adorazione, non hanno aiutato con leggi i propri adoratori a vivere moralmente? Era giusto che come gli uomini si sono preoccupati dei loro sacrifici, così essi si preoccupassero delle loro azioni. Si risponde che si è cattivi per volontà propria. E chi lo nega? Tuttavia era di dèi provvidi non tenere nascosti ai propri adoratori comandamenti di moralità, ma presentarli in una chiara promulgazione, rimproverare personalmente i trasgressori mediante profeti, minacciare palesemente pene ai malvagi, promettere ricompense agli onesti. Quando mai si è fatta udire con parole espresse e autorevoli una tale promulgazione nei loro templi? Andavamo anche noi da giovanetti qualche volta a osservare le profanazioni di osceni spettacoli, guardavamo gli invasati, ascoltavamo i coristi, ci deliziavamo delle rappresentazioni veramente indecenti che si facevano in onore di dèi e dee, della vergine Celeste e di Cibele madre di tutti loro 4. Davanti al suo trono, nel giorno solenne del suo bagno, erano cantati pubblicamente da mimi pervertiti canzoni tali, quali non era conveniente che udisse, non dico la madre degli dèi, ma neanche la madre di un qualche senatore o di qualsiasi persona onesta, anzi neanche la madre degli stessi mimi. L'umano pudore ha qualche cosa nei confronti dei genitori che neanche la perversità riesce a togliere. Gli stessi mimi si sarebbero vergognati di eseguire a scopo di prova generale nelle loro case davanti alle loro madri lo sconcio di quelle oscene parole e azioni drammatiche. Eppure lo compivano in pubblico davanti alla madre degli dèi, mentre vedeva e udiva una gran calca dell'uno e dell'altro sesso. E se la gente attirata dalla curiosità poté assistere perché confusa nella folla, dovette andarsene confusa almeno per l'offesa alla decenza. Che cosa sono le profanazioni del sacro se quelli sono riti sacri? E che cos'è l'insozzarsi se quello è un bagno? E si chiamavano pietanze, quasi fosse dato un pranzo, durante il quale come a un proprio banchetto mangiassero le immonde divinità. Non si capisce dunque di che razza siano gli spiriti che si dilettano di tali oscenità? A meno che si ignori l'esistenza di spiriti immondi i quali ingannano col titolo di dèi o si conduca una vita in cui si desiderano propizi o si temono irati loro anziché il vero Dio.