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Martedi, 7 maggio 2024 - Misteri dolorosi - Santa Flavia ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Non allontanarti dall'altare senza versare lacrime di dolore e di amore per Gesù, crocifisso per la tua eterna salute. La Vergine Addolorata ti terrà compagnia e ti sarà di dolce ispirazione.
Gesu

...l'istigazione demoniaca al male.


24. 2. In seguito Silla essendo andato a Taranto e avendo offerto un sacrificio, vide nella parte superiore del fegato del vitello la forma di una corona d'oro. Allora il suddetto aruspice Postumio sentenziò che essa significava una grande vittoria e ordinò che lui solo mangiasse quelle viscere. Dopo poco uno schiavo di un certo Lucio Ponzio gridò divinando: "Vengo come messaggero da Bellona, la vittoria è tua, o Silla". E aggiunse che il Campidoglio stava per bruciare. Detto questo uscì dall'accampamento. Il giorno dopo vi tornò più agitato e gridò che il Campidoglio s'era incendiato. E in realtà il Campidoglio s'era incendiato. Fu facile al demone presagire l'avvenimento e notificarlo subito. Intendi ora, ed è l'aspetto più importante dell'argomento, quali siano gli dèi cui desiderano sottomettersi coloro i quali bestemmiano il Salvatore che libera le facoltà morali dei fedeli dal dominio dei demoni. Quell'individuo divinando gridò: "La vittoria è tua, o Silla"; e perché si credesse che presagiva per ispirazione divina, preannunciò un evento che si doveva verificare in breve, e subito si verificò, sebbene da esso fosse lontano l'uomo per cui mezzo lo spirito parlava. Non gridò tuttavia: "O Silla, evita le scelleratezze". E furono esecrabili quelle che commise a Roma dopo la vittoria. A lui inoltre si mostrò nel fegato di un vitello una corona d'oro come segno evidente della sua vittoria. E se divinità giuste e non empi demoni fossero solite dare questi segni avrebbero mostrato in quelle viscere l'avverarsi di mali indicibili e gravemente dannosi allo stesso Silla. La sua vittoria infatti non giovò così alla sua fama come danneggiò la sua passione. Ne risultò appunto che da uomo di sfrenata ambizione, innalzato e abbattuto dal successo, più che perdere materialmente i nemici, fosse perduto egli stesso moralmente. Proprio questi fatti veramente tristi e deplorevoli gli predicevano gli dèi senza le viscere, i presagi, il sogno o divinazione di alcuno. Temevano di più il suo ravvedimento che la sua sconfitta. Anzi si adoperavano che egli vincitore glorioso dei concittadini, a sua volta vinto e prigioniero fosse soggetto con legami molto stretti a vizi nefandi e mediante essi agli stessi demoni.