Santo Rosario on line

Lunedi, 6 maggio 2024 - Misteri gaudiosi - San Pietro Nolasco ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Grazie a tutti degli auguri. Gli anni non si compiono ogni giorno, ma l'affetto e l'amicizia sì. Sia quella reale che quella virtuale. Continuiamo a pregare gli uni per gli altri. Se siamo uniti nella preghiera allora si crea tra di noi una misteriosa connessione che intensifica e moltiplica i rapporti e ci rende capaci di un' intimità straordinaria, nonostante la distanza. Pregare per una persona è come incontrarla un po'. In realtà, nella preghiera la distanza non fa differenza. La fede ti fa entrare in una nuova dimensione, in una sintonia spirituale e una comunione che va al di là del tempo e dello spazio. Se sei in Dio, sei dappertutto. Se sei in Dio, sei sempre vicino.
Gesu

L'immoralità romana...


18. 1. M'impongo un limite dunque e preferisco addurre come testimone Sallustio che a difesa dei Romani ha espresso quel giudizio da cui ha avuto inizio questo nostro discorso: Il diritto e la morale presso di loro non avevano efficacia in virtù delle leggi, ma della natura. Lodava quel tempo in cui, dopo l'espulsione dei re, lo Stato fece rapidi progressi in un periodo di tempo incredibilmente breve. Tuttavia nel primo libro della sua storia e quasi all'inizio di esso ammette che anche allora, quando l'amministrazione dello Stato passò dai re ai consoli, dopo poco tempo nella città si ebbero le ingiustizie dei potenti, il dissidio fra plebe e patrizi e altre discordie civili. Egli ricorda, è vero, che il popolo romano visse con grande moralità e massima concordia fra la seconda e l'ultima guerra cartaginese ma dice che causa di questa moralità non fu l'amore della giustizia ma il timore di una pace malsicura perché Cartagine era ancora in piedi. Per questo anche il grande Nasica per reprimere la dissolutezza e conservare i buoni costumi in modo che i vizi fossero repressi dal timore non voleva che Cartagine fosse distrutta. Il citato Sallustio soggiungeva: Ma la discordia, l'amore alle ricchezze e al potere e gli altri mali che di solito provengono dal benessere, dopo la distruzione di Cartagine, crebbero a dismisura. Ci fa capire dunque che anche prima di solito sorgevano e crescevano. E adducendo le ragioni del suo pensiero prosegue: Infatti le ingiustizie dei potenti e a causa di esse il dissidio della plebe con i patrizi e le altre discordie si ebbero in città fin dal principio e soltanto durante l'espulsione dei re, quando si ebbero il timore da parte di Tarquinio e la difficile guerra con l'Etruria, si amministrò con legislazione giusta e moderata. Puoi notare per quale motivo abbia detto che il timore fu la causa per cui, per breve tempo, con la cacciata ossia espulsione dei re, si amministrò in certo senso con legislazione giusta e moderata. Si temeva la guerra che il re Tarquinio, estromesso dal regno e da Roma e alleatosi con gli Etruschi, conduceva contro i Romani. Ascolta dunque che cosa soggiunge: In seguito i patrizi trattarono la plebe come schiava, ne disposero della vita e dell'opera con diritto regio, la privarono della proprietà dei campi e amministrarono da soli con l'esclusione di tutti gli altri. La plebe, oppressa dalle vessazioni e soprattutto dalle tasse giacché doveva subire l'imposta e insieme il servizio militare per le continue guerre, occupò armata il monte sacro e l'Aventino e così rivendicò i tribuni della plebe e gli altri diritti. Fine delle discordie e della lotta fra le due parti fu la seconda guerra punica. Puoi notare da quale tempo, e cioè dal breve tempo dopo la cacciata dei re, come siano vissuti i Romani di cui ha detto: Il diritto e la morale presso di loro non avevano efficacia in virtù delle leggi ma della natura.