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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Se un ragazzo lascia il campo del padre e va a la­vorare altrove, non sarà più collaboratore di suo pa­dre. Essere collaboratore significa lavorare con qual­cuno, condividerne la stanchezza, le umiliazioni, la vergogna e non soltanto il successo. Coloro che condi­vidono ogni cosa, sono compagni che danno amore per amore, sofferenza per sofferenza. Gesù, tu sei morto, tu hai dato ogni cosa, la vita, il sangue, tutto. Ora toc­ca a me. Metto in tavola ogni cosa. Il soldato comune combatte nelle file, ma colui che è fedelissimo cerca di stare accanto al capitano per condividerne il destino. Questa è l'unica verità, l'unica cosa che importa; que­sto è lo spirito di Cristo.
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Meditazioni sulla Madonna di Fatima



Fatima



I veggenti e lo spirito di penitenza

Gli episodi che ci mostrano come e quanto i pastorelli avessero compreso il significato della penitenza per riparare le tante offese che il Signore riceve e per la conversione dei peccatori, sono innumerevoli. Qui ne citiamo solo qualcuno, invitando tutti a leggere le Memorie di Lucia.

«Un giorno trovammo per strada i bambini di due famiglie poverissime che vivevano di elemosina. «Vogliamo dare la nostra merenda a quel poverini per la conversione dei peccatori? domandò Giacinta ; e senz'altro corse a portarla loro. Poi decisero di fare sempre così ogni qualvolta avessero incontrato quei bambini. Questi, contenti per l'inaspettata fortuna, non mancavano mai di andare incontro al loro piccoli benefattori nelle strade in cui erano soliti passare, così i giorni del digiuno, per i piccoli amici dei peccatori, diventarono quasi continui.

Quando verso sera la fame si faceva sentire, essi la ingannavano alla meglio mangiando radici, more o ghiande degli elci. Ma anche qui la piccola Giacinta trovò modo di fare un nuovo sacrificio. La prima volta che Francesco salì su un elce per cogliere le ghiande, la bambina suggerì che potevano mangiare quelle delle querce perché erano amare. Poi ripetè spesso, per conto proprio, questa mortificazione . «Giacinta, lascia quelle ghiande, non senti che sono troppo amare?» «Le mangio proprio perché sono amare, così si convertiranno più peccatori». Se invece si trattava di frutta o di qualche ghiottoneria, l'occasione non era meno propizia per fare un sacrificio. Una volta, invitati a servirsi da una cesta di fichi freschi, mentre stavano per assaggiarli, Giacinta esclama: «Oggi non abbiamo fatto ancora alcun sacrificio per i peccatori. Bisogna fare questo...». E subito, giungendo le mani, a nome di tutti e tre, fece l'offerta al Signore. Non mancavano neppure i sacrifici fisici. Mentre un pomeriggio si divertivano a raccogliere fiori, Giacinta inavvertitamente, toccò delle ortiche: sentendone le punture, strinse la pianta fra le mani dicendo: «Guardate! Guardate! Ho trovato un'altra cosa con la quale possiamo fare penitenza». E adottarono anche questo genere di sacrificio, di pungersi ogni tanto le gambe con le ortiche».( cfr. da Fonseca).

Riflessione. La Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria aiuta l'anima a trasformare ogni rinuncia in amore. La devozione a Gesù e a Maria non è egoistica: chi ama davvero sa sacrificarsi, sa dare la vita, sull'esempio di Gesù che non ci ha amati per scherzo, ma ha scelto di morire per darci la vita. Anche noi possiamo imparare a morire... alle nostre comodità, ai nostri piaceri, ai nostri gusti, ai nostri modi di vedere, per far posto a quelli di Dio, e per collaborare con lui a salvare tanti che ancora sono nell'ombra della morte. Morire significa spesso saper tacere o saper parlare, con coraggio, scegliere la fedeltà, l'onestà, la generosità, il perdono, a tutti i costi. E questo che sembra un morire perché costa, diventa vita, per noi e per chi il Signore vuole salvare anche con i nostri sacrifici. Se bambini di quell'età ne hanno capito tutto il valore e la necessità, come mai noi a queste cose non ci pensiamo mai? Come mai le parole della Vergine rimangono ancora così poco ascoltate? Noi, oggi, che cosa abbiamo offerto a Dio per la conversione dei peccatori?

Meditiamo sulla sensibilità dei tre pastorelli, guardiamo al loro cuore, a quella grande capacità di vivere la sofferenza con amore e per amore, pensiamo a che cosa erano capaci di fare e di pensare per rispondere al desiderio di Maria! Quanti sacrifici, conosciuti soltanto dal Signore, hanno saputo offrire quei bambini! «Suor Lucia, invitata dal Vescovo di Leiria a contribuire con i suoi ricordi personali alla compilazione della biografia della piccola Giacinta, si decise per obbedienza a rompere discretamente il segreto di tanti anni. «Ma perché non volevate parlare delle vostre penitenze?». «Perché non volevamo che ci si domandasse quali facevamo».

Incantevole umiltà, contrassegno infallibile delle opere di Dio! Ma non meno commovente quella sete di patire per le anime. Beati fanciulli, che in pochi giorni impararono tanto perfettamente il mistero della Croce, la parte più difficile e sublime della scienza dei santi!»(cfr. da Fonseca).

Preghiera allo Spirito Santo: O Spirito Santo, pianta innaffia e coltiva nell'anima nostra l'amabile Maria, vero albero di vita, perché cresca, fiorisca e porti frutti di vita in abbondanza. O Spirito Santo, donaci una grande devozione e un filiale amore a Maria, tua divina Sposa; un totale abbandono al suo Cuore materno e un continuo ricorso alla sua misericordia. Affinché in Lei, vivente in noi, Tu possa formare nell'anima nostra Gesù Cristo, vivo e vero, nella sua grandezza e potenza, fino alla pienezza della sua perfezione. Amen.

Per vivere il messaggio Offriamo al Signore per le mani di Maria qualcosa che ci costa, un sacrificio che non siamo oncra mai riusciti a fare, e facciamolo per la conversione dei peccatori.

Cuore Immacolato di Maria, venga il tuo Regno.

Fonte: http://www.preghiereagesuemaria.it/libri/fatima%20il%20grande%20messaggio%20mariano.htm