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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Dio ci lascia spesso impegolati nelle nostre miserie, affinché conosciamo che, senza una Sua Grazia Speciale, non possiamo esserne liberi.

LETTURE A CASO

Mt 1,1-25

1Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide, figlio di Abramo. 2Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe, Giacobbe generò Giuda e i suoi fratelli, 3Giuda generò Fares e Zara da Tamar, Fares generò Esròm, Esròm generò Aram, 4Aram generò Aminadàb, Aminadàb generò Naassòn, Naassòn generò Salmòn, 5Salmòn generò Booz da Racab, Booz generò Obed da Rut, Obed generò Iesse, 6Iesse generò il re Davide.

Davide generò Salomone da quella che era stata la moglie di Urìa, 7Salomone generò Roboamo, Roboamo generò Abìa, Abìa generò Asàf, 8Asàf generò Giòsafat, Giòsafat generò Ioram, Ioram generò Ozia, 9Ozia generò Ioatam, Ioatam generò Acaz, Acaz generò Ezechia, 10Ezechia generò Manasse, Manasse generò Amos, Amos generò Giosia, 11Giosia generò Ieconia e i suoi fratelli, al tempo della deportazione in Babilonia.

12Dopo la deportazione in Babilonia, Ieconia generò Salatiel, Salatiel generò Zorobabèle, 13Zorobabèle generò Abiùd, Abiùd generò Elìacim, Elìacim generò Azor, 14Azor generò Sadoc, Sadoc generò Achim, Achim generò Eliùd, 15Eliùd generò Eleàzar, Eleàzar generò Mattan, Mattan generò Giacobbe, 16Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.

17La somma di tutte le generazioni, da Abramo a Davide, è così di quattordici; da Davide fino alla deportazione in Babilonia è ancora di quattordici; dalla deportazione in Babilonia a Cristo è, infine, di quattordici.

18Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. 20Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: "Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. 21Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati".

22Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio
che sarà chiamato Emmanuele,


che significa Dio con noi. 24Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa, 25la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù.


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48: Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala.

At 24,1-27

1Cinque giorni dopo arrivò il sommo sacerdote Ananìa insieme con alcuni anziani e a un avvocato di nome Tertullo e si presentarono al governatore per accusare Paolo. 2Quando questi fu fatto venire, Tertullo cominciò l'accusa dicendo: 3"La lunga pace di cui godiamo grazie a te e le riforme che ci sono state in favore di questo popolo grazie alla tua provvidenza, le accogliamo in tutto e per tutto, eccellentissimo Felice, con profonda gratitudine. 4Ma per non trattenerti troppo a lungo, ti prego di darci ascolto brevemente nella tua benevolenza. 5Abbiamo scoperto che quest'uomo è una peste, fomenta continue rivolte tra tutti i Giudei che sono nel mondo ed è capo della setta dei Nazorei. 6Ha perfino tentato di profanare il tempio e noi l'abbiamo arrestato.7. 8Interrogandolo personalmente, potrai renderti conto da lui di tutte queste cose delle quali lo accusiamo". 9Si associarono nell'accusa anche i Giudei, affermando che i fatti stavano così.

10Quando il governatore fece cenno a Paolo di parlare, egli rispose: "So che da molti anni sei giudice di questo popolo e parlo in mia difesa con fiducia. 11Tu stesso puoi accertare che non sono più di dodici giorni da quando mi sono recato a Gerusalemme per il culto. 12Essi non mi hanno mai trovato nel tempio a discutere con qualcuno o a incitare il popolo alla sommossa, né nelle sinagoghe, né per la città 13e non possono provare nessuna delle cose delle quali ora mi accusano. 14Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei Profeti, 15nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti. 16Per questo mi sforzo di conservare in ogni momento una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini. 17Ora, dopo molti anni, sono venuto a portare elemosine al mio popolo e per offrire sacrifici; 18in occasione di questi essi mi hanno trovato nel tempio dopo che avevo compiuto le purificazioni. Non c'era folla né tumulto. 19Furono dei Giudei della provincia d'Asia a trovarmi, e loro dovrebbero comparire qui davanti a te ad accusarmi, se hanno qualche cosa contro di me; 20oppure dicano i presenti stessi quale colpa han trovato in me quando sono comparso davanti al sinedrio, 21se non questa sola frase che gridai stando in mezzo a loro: A motivo della risurrezione dei morti io vengo giudicato oggi davanti a voi!".

22Allora Felice, che era assai bene informato circa la nuova dottrina, li rimandò dicendo: "Quando verrà il tribuno Lisia, esaminerò il vostro caso". 23E ordinò al centurione di tenere Paolo sotto custodia, concedendogli però una certa libertà e senza impedire a nessuno dei suoi amici di dargli assistenza.

24Dopo alcuni giorni Felice arrivò in compagnia della moglie Drusilla, che era giudea; fatto chiamare Paolo, lo ascoltava intorno alla fede in Cristo Gesù. 25Ma quando egli si mise a parlare di giustizia, di continenza e del giudizio futuro, Felice si spaventò e disse: "Per il momento puoi andare; ti farò chiamare di nuovo quando ne avrò il tempo". 26Sperava frattanto che Paolo gli avrebbe dato del denaro; per questo abbastanza spesso lo faceva chiamare e conversava con lui.

27Trascorsi due anni, Felice ebbe come successore Porcio Festo; ma Felice, volendo dimostrare benevolenza verso i Giudei, lasciò Paolo in prigione.


La Città di Dio: Libro II - Immoralità del politeismo: Istigano alla lussuria...

26. 1. Le cose stanno dunque così. Apertamente in pubblico sconcezze mischiate a crudeltà, azioni disonorevoli e delitti delle divinità, compiuti o inventati, divennero celebri perché furono loro consacrati e dedicati in determinate solennità fisse dietro loro richiesta e col rischio della loro collera se non si eseguivano. Si affermarono così come spettacolo agli occhi di tutti per essere proposti all'imitazione. Dunque i demoni rivelano con piaceri di tal fatta di essere spiriti immondi, con le proprie dissolutezze e malvagità tanto vere che simulate confermano di esser fautori di scelleratezze e disonestà chiedendo agli svergognati la celebrazione di fatti simili ed estorcendola ai timorati. Perché dunque si dice che nei recessi dei loro templi danno a individui iniziati dei buoni comandamenti relativi a determinati settori della morale? Se è vero, si deve rilevare e denunziare una più ammaliziata astuzia degli spiriti cattivi. Tanta è appunto la forza della rettitudine e dell'onestà che tutto o quasi tutto il genere umano è compreso del loro valore e non diviene scostumato al punto di aver perso completamente il senso dell'onestà. Per questo motivo la malvagità dei demoni, a meno che in qualche caso, come leggiamo nella sacra Scrittura, non si modellino in angeli di luce, non riesce a condurre a termine l'opera d'inganno. Quindi esteriormente l'oscena empietà giunge rintronando alle masse con grandioso strepito e interiormente la castità nascosta appena si fa udire a pochi; la pubblicità è concessa alle opere disonorevoli, la segretezza alle opere lodevoli; la dignità è nascosta, l'indegnità palese; un'azione cattiva richiama tutti a osservarla, la parola buona trova appena alcuni ad ascoltarla, come se ci si debba vergognare dell'onestà e gloriare della disonestà. E questo dove se non nei templi dei demoni, dove se non nei convegni d'inganno? Avviene così che le persone oneste, che sono poche, siano ingannate senza che i più, i quali sono veramente dissoluti, si ravvedano.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: BUON GOVERNO DI SÉ NELLE OCCUPAZIONI ESTERNE E RICORSO A DIO NEI PERICOLI

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, tu devi mirare con cura a questo: che in ogni luogo ed in ogni azione o attività esterna tu sia interiormente libero e padrone di te stesso; che le cose tutte siano soggette a te, e non tu soggetto ad esse. Mira al dominio ed al governo dei tuoi atti; mira a non esserne schiavo o mercenario. Sii piuttosto come affrancato e libero Israelita, che dalla servitù passa alla condizione d'erede ed alla libertà dei figli di Dio. I figli di Dio si tengono al di sopra delle cose che passano, e meditano quelle eterne; Guardano le cose transitorie con l'occhio sinistro, e quelle del Cielo con il destro; Non sono attratti, così da esserne avvinti, dai beni temporali, ma piuttosto traggono essi le cose a sé, perchè servano al bene così, come sono state disposte da Dio e stabilite dal supremo Artefice, il quale non lasciò nulla di disordinato nella sua creazione.

Inoltre, se in ogni vicenda della vita non ti fermerai all'apparenza esterna e non considererai ciò che hai visto od ascoltato dal punto di vista carnale, ma in ogni occorrenza entrerai subito con Mosè nella tenda (cf. Es 25,22) per prendere consiglio dal Signore, udirai a volte il responso di Dio e ne uscirai istruito in molte cose presenti e future.

Mosè, infatti, fece sempre ricorso alla tenda per risolvere dubbi e controversie e si rifugiò nella preghiera per avere aiuto, quando doveva alleviare i pericoli e le malvagità degli uomini. Cosi anche tu devi rifugiarti nel segreto del tuo cuore, per implorare con molto fervore il soccorso divino. Se - come si legge - Giosuè ed i figli d'Israele furono tratti in inganno da quelli di Gabaon, la ragione fu che non avevano interrogato l'oracolo del Signore; ma fidandosi troppo sulle loro allettanti parole, si lasciarono imbrogliare da una falsa compassione.