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Venerdi, 26 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Marcellino ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:Considera le tue debolezze non come una dannazione o limitazione, bensì come una grazia del Signore. Invece di offrire a Gesù i tuoi successi, la tua intelligenza, le tue capacità, offrigli la tua miseria, la tua povertà e la tua stessa incapacità di fare grandi cose. E Gli sarà gradita la tua offerta, la unirà alla Sua passione e la renderà fruttuosa per te e per altre persone. Finché ti avvicini al Signore col cuore umile, e animato dal solo desiderio del Suo amore, Lui - nella Sua grande Misericordia - dimenticherà i tuoi peccati e cancellerà le tue colpe. Il Suo progetto per te non è quello che tu hai creato nella tua mente: esso si svela giorno dopo giorno nelle tue croci, nelle umiliazioni e negli apparenti fallimenti. Fidati di Lui.

UFFICIO DELLE LETTURE
Mercoledì della 28° settimana del tempo ordinario (Sant ignazio di Antiochia)


V. O Dio, vieni a salvarmi.
R. Signore, vieni presto in mio aiuto.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

Questa introduzione si omette quando si comincia l'Ufficio con l'Invitatorio.

Inno
Gerusalemme nuova,
immagine di pace,
costruita per sempre
nell'amore del Padre.

Tu discendi dal cielo
come vergine sposa,
per congiungerti a Cristo
nelle nozze eterne.

Dentro le tue mura,
risplendenti di luce,
si radunano in festa
gli amici del Signore:

pietre vive e preziose,
scolpite dallo Spirito
con la croce e il martirio
per la città dei santi.

Sia onore al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo,
al Dio trino ed unico
nei secoli sia gloria. Amen.

I Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

SALMO 102, 1-7 (I) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).

Benedici il Signore, anima mia, *
quanto è in me benedica il suo santo nome.
Benedici il Signore, anima mia, *
non dimenticare tanti suoi benefici.

Egli perdona tutte le tue colpe, *
guarisce tutte le tue malattie;
salva dalla fossa la tua vita, *
ti corona di grazia e di misericordia;

egli sazia di beni i tuoi giorni *
e tu rinnovi come aquila la tua giovinezza.

Il Signore agisce con giustizia *
e con diritto verso tutti gli oppressi.
Ha rivelato a Mosè le sue vie, *
ai figli d'Israele le sue opere.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

I Antifona
Benedici il Signore, anima mia,
non dimenticare tanti suoi benefici.

II Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.

SALMO 102, 8-16 (II) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).

Buono e pietoso è il Signore, *
lento all'ira e grande nell'amore.
Egli non continua a contestare *
e non conserva per sempre il suo sdegno.

Non ci tratta secondo i nostri peccati, *
non ci ripaga secondo le nostre colpe.

Come il cielo è alto sulla terra, *
così è grande la sua misericordia
su quanti lo temono;

come dista l'oriente dall'occidente, *
così allontana da noi le nostre colpe.
Come un padre ha pietà dei suoi figli, *
così il Signore ha pietà di quanti lo temono.

Perché egli sa di che siamo plasmati, *
ricorda che noi siamo polvere.
Come l'erba sono i giorni dell'uomo, *
come il fiore del campo, così egli fiorisce.

Lo investe il vento e più non esiste *
e il suo posto non lo riconosce.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

II Antifona
Come il padre ama i suoi figli,
il Signore ha pietà di chi lo teme.

III Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.

SALMO 102, 17-22 (III) Inno alla misericordia di Dio
Grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, venne a visitarci dall’alto un sole che sorge (cfr. Lc 1, 78).

La grazia del Signore è da sempre, *
dura in eterno per quanti lo temono;

la sua giustizia per i figli dei figli, †
per quanti custodiscono la sua alleanza *
e ricordano di osservare i suoi precetti.

Il Signore ha stabilito nel cielo il suo trono *
e il suo regno abbraccia l'universo.

Benedite il Signore, voi tutti suoi angeli, †
potenti esecutori dei suoi comandi, *
pronti alla voce della sua parola.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, *
suoi ministri, che fate il suo volere.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue, †
in ogni luogo del suo dominio. *
Benedici il Signore, anima mia.

Gloria al Padre e al Figlio
e allo Spirito Santo.
Come era nel principio, e ora e sempre
nei secoli dei secoli. Amen.

III Antifona
Benedite il Signore,
voi tutte opere sue.

Versetto
V. Fammi capire i tuoi insegnamenti:
R. mediterò i tuoi prodigi, Signore.

Prima Lettura

Dal libro del profeta, Zaccaria 3,1-4,14
Promessa al principe Zorobabele e a Giosuè sommo sacerdote

Il Signore mi fece vedere il sommo sacerdote Giosuè, ritto davanti all'angelo del Signore, e satana era alla sua destra per accusarlo. L'angelo del Signore disse a satana: «Ti rimprovera il Signore, o satana! Ti rimprovera il Signore che si è eletto Gerusalemme! Non è forse costui un tizzone sottratto al fuoco?». Giosuè infatti era rivestito di vesti immonde e stava in piedi davanti all'angelo, il quale prese a dire a coloro che gli stavano intorno: «Toglietegli quelle vesti immonde». Poi disse a Giosuè: «Ecco, io ti tolgo di dosso il peccato; fatti rivestire di abiti da festa». Poi soggiunse: «Mettetegli sul capo un diadema mondo». E gli misero un diadema mondo sul capo, lo rivestirono di candide vesti alla presenza dell'angelo del Signore. Poi l'angelo del Signore dichiarò a Giosuè: «Dice il Signore degli eserciti: Se camminerai nelle mie vie e osserverai le mie leggi, tu avrai il governo della mia casa, sarai il custode dei miei atri e ti darò accesso fra questi che stanno qui. Ascolta dunque, Giosuè sommo sacerdote, tu e i tuoi compagni che siedono davanti a te, poiché essi servono da presagio: ecco, io manderò il mio servo Germoglio. Ecco la pietra che io pongo davanti a Giosuè: sette occhi sono su quest'unica pietra; io stesso inciderò la sua iscrizione — oracolo del Signore degli eserciti — e rimuoverò in un sol giorno l'iniquità da questo paese. In quel giorno — oracolo del Signore degli eserciti — ogni uomo inviterà il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo fico». L'angelo che mi parlava venne a destarmi, come si desta uno dal sonno, e mi disse: «Che cosa vedi?». Risposi: «Vedo un candelabro tutto d'oro; in cima ha un recipiente con sette lucerne e sette beccucci per le lucerne. Due olivi gli stanno vicino, uno a destra e uno a sinistra». Allora domandai all'angelo che mi parlava: «Che cosa significano, signor mio, queste cose?». Egli mi rispose: «Non comprendi dunque il loro significato?». E io: «No, signor mio». Egli mi rispose: «Questa è la parola del Signore a Zorobabele: Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti! Chi sei tu, o grande monte? Davanti a Zorobabele diventa pianura. Egli estrarrà la pietra, quella del vertice, fra le acclamazioni: Quanto è bello!». Mi fu rivolta questa parola del Signore: «Le mani di Zorobabele hanno fondato questa casa: le sue mani la compiranno e voi saprete che il Signore degli eserciti mi ha inviato a voi. Chi oserà disprezzare il giorno di così modesti inizi? Si gioirà vedendo il filo a piombo in mano a Zorobabele. Le sette lucerne rappresentano gli occhi del Signore che scrutano tutta la terra». Quindi gli domandai: «Che significano quei due olivi a destra e a sinistra del candelabro? E quelle due ciocche d'olivo che stillano oro dentro i due canaletti d'oro?». Mi rispose: «Non comprendi dunque il significato di queste cose?». E io: «No, signor mio». «Questi, soggiunse, sono i due consacrati che assistono il dominatore di tutta la terra».

Responsorio Cfr. Ap 11, 4. 3
R. Questi sono i due olivi e le due lampade * che stanno davanti al Signore della terra.
V. Il Signore concederà di compiere la missione profetica ai suoi due testimoni,
R. che stanno davanti al Signore della terra.

Seconda Lettura

Dalla «Lettera ai Romani» di sant'Ignazio di Antiochia, vescovo e martire (Capp. 4, 1-2; 6, 1 - 8, 3; Funk, 1, 217-223)
Sono frumento di Dio: sarò macinato dai denti delle fiere

Scrivo a tutte le chiese, e a tutti annunzio che morrò volentieri per Dio, se voi non me lo impedirete. Vi scongiuro, non dimostratemi una benevolenza inopportuna. Lasciate che io sia pasto delle belve, per mezzo delle quali mi sia dato di raggiungere Dio. Sono frumento di Dio e sarò macinato dai denti delle fiere per divenire pane puro di Cristo. Supplicate Cristo per me, perché per opera di queste belve io divenga ostia per il Signore.
A nulla mi gioveranno i godimenti del mondo né i regni di questa terra. E' meglio per me morire per Gesù Cristo che estendere il mio impero fino ai confini della terra. Io cerco colui che è morto per noi, voglio colui che per noi è risorto. E' vicino il momento della mia nascita.
Abbiate compassione di me, fratelli. Non impeditemi di vivere, non vogliate che io muoia. Non abbandonate al mondo e alle seduzioni della materia chi vuol essere di Dio. Lasciate che io raggiunga la pura luce; giunto là, sarò veramente un uomo. Lasciate che io imiti la passione del mio Dio. Se qualcuno lo ha in sé, comprenda quello che io voglio e mi compatisca, pensando all'angoscia che mi opprime.
Il principe di questo mondo vuole portarmi via e soffocare la mia aspirazione verso Dio. Nessuno di voi gli dia mano; state piuttosto dalla mia parte, cioè da quella di Dio. Non siate di quelli che professano Gesù Cristo e ancora amano il mondo. Non trovino posto in voi sentimenti meno buoni. Anche se vi supplicassi, quando sarà tra voi, non datemi ascolto: credete piuttosto a quanto vi scrivo ora nel pieno possesso della mia vita. Vi scrivo che desidero morire.
Ogni mio desiderio terreno è crocifisso e non c'è più in me nessun'aspirazione per le realtà materiali, ma un'acqua viva mormora dentro di me e mi dice: «Vieni al Padre». Non mi diletto più di un cibo corruttibile, né dei piaceri di questa vita. Voglio il pane di Dio, che è la carne di Gesù Cristo, della stirpe di David; voglio per bevanda il suo sangue che è la carità incorruttibile.
Non voglio più vivere la vita di quaggiù. E il mio desiderio si realizzerà, se voi lo vorrete. Vogliatelo, vi prego, per trovare anche voi benevolenza. Ve lo domando con poche parole: credetemi. Gesù Cristo vi farà comprendere che dico il vero: egli è la bocca verace per mezzo della quale il Padre ha parlato in verità. Chiedete per me che io possa raggiungerlo. Non vi scrivo secondo la carne, ma secondo il pensiero di Dio. Se subirò il martirio, ciò significherà che mi avete voluto bene. Se sarò rimesso in libertà, sarà segno che mi avete odiato.

Responsorio
R. Nulla è nascosto al vostro spirito, se possedete pienamente la fede e la carità di Cristo. * La fede è il principio, la carità è il compimento.
V. Con l'umiltà e la mitezza del Vangelo rigeneratevi nella fede, carne del Signore, e nella carità, sangue di Gesù Cristo.
R. La fede è il principio, la carità è il compimento.


ORAZIONE
O Dio onnipotente ed eterno, che nel sacrificio dei martiri edifichi la tua Chiesa, mistico corpo del Cristo, fa' che la gloriosa passione che meritò a sant'Ignazio una corona immortale, ci renda sempre forti nella fede. Per il nostro Signore.

R. Amen.
Benediciamo il Signore.
R. Rendiamo grazie a Dio.