NON INVESTIGARE GLI ALTI MISTERI E GLI OCCULTI GIUDIZI DI DIO
PAROLE DEL SIGNORE Figlio, guardati dal discutere delle questioni
troppo profonde e degli occulti giudizi di Dio, quali, ad esempio: perché
questi sembra così abbandonato e quello è assunto a così
grande stato di grazia; ed ancora, perché questi è tanto tribolato
e quello è tanto esaltato. Codeste cose vanno oltre i limiti d'ogni mente
umana e non c'è alcun ragionamento o alcuna disquisizione che può
penetrare nei giudizi di Dio. Quando, dunque, il Nemico ti insinua codesti pensieri
o, anche, quando certi uomini con indiscreta curiosità te ne interrogano,
rispondi con quel detto del Profeta: "Tu sei giusto, Signore, e retto nei
tuoi giudizi" (Sal 118,137). con quest'altro: "I giudizi del Signore
sono veri e santi in se stessi" (Sal 18,10). I miei giudizi si devono venerare,
non investigare, perché sono incomprensibili all'intelligenza umana.
Neppure devi indagare e discutere sui meriti dei Santi: se uno sia più
santo d'un altro o chi sia più grande nel Regno dei Cieli. Siffatte controversie
generano spesso dispute e contese inutili ed alimentano la superbia e la vana
gloria, da cui nascono, poi, invidie e discordie; e mentre uno si dichiara orgogliosamente
a favore d'un Santo, un altro si sforza di dare la preferenza ad un altro Santo.
Ma il voler conoscere ed indagare tali problemi non reca alcuna utilità
e, anzi, ai Santi non è gradito, perché Io sono Dio non di discordia,
ma di pace. E questa pace consiste nella vera umiltà, più che
nella propria esaltazione. Alcuni per zelo di devozione sono portati ad amare
questi o questi altri Santi con maggiore affetto: affetto più umano,
però, che divino. I Santi li ho fatti Io, tutti; Io ho donato loro la
grazia; Io ho concesso loro la gloria. Io conosco i meriti di ciascuno; Io li
ho prevenuti con le mie dolci benedizioni. Io conobbi i miei eletti prima di
tutti i secoli; Io li scelsi dal mondo, e non essi scelsero Me. Io li chiamai
con la grazia, li attirai con la misericordia; Io li condussi alla salvezza
eterna attraverso varie tentazioni. Io infusi in loro mirabili consolazioni;
Io diedi loro la perseveranza; Io coronai la loro pazienza. Io conosco chi tra
essi è il primo e chi è l'ultimo, ma li abbraccio tutti con un
amore che non si può misurare. Io devo essere lodato in tutti i miei
Santi; Io devo essere benedetto sopra ogni cosa; Io devo essere onorato in ciascuno
di loro, perché sono Io che li ho così gloriosamente esaltati
e predestinati, senza alcun loro precedente merito. Chi, dunque, disprezza uno
dei miei piu piccoli, non onora nemmeno il più grande, perché
fui Io a fare il piccolo e il grande. Inoltre, chi sminuisce qualcuno dei Santi,
sminuisce anche Me e tutti gli altri che sono nel Regno dei Cieli. Tutti sono
una cosa sola per il vincolo dell'amore; uno è il loro sentimento, uno
il loro volere; e tutti si amano in un unico vicendevole amore. Inoltre - cosa
che è molto più eccelsa - amano Me più che se stessi ed
i loro meriti. lnfatti, rapiti sopra di sé e tratti fuori, in alto, dal
proprio amore, s'immergono totalmente nell'amore mio, godono di Me, trovano
pace in Me. Non c'è nulla che possa distoglierli o trarli al basso, perché,
ripieni dell'eterna Verità, ardono nel fuoco d'un inestinguibile amore.
Cessino, dunque, di discutere della condizione dei Santi gli uomini carnali
e materiali, che non sanno amare altro che i propri piaceri. Essi tolgono ed
aggiungono secondo la tendenza del loro animo, non secondo quanto piace all'eterna
Verità. Molti non capiscono, specialmente quelli che, poco illuminati
nello spirito, hanno imparato, solo di rado, ad amare qualcuno con perfetto
amore spirituale. Costoro, per impulso d'un affetto ancora naturale e d'un'amicizia
ancora umana, sono fortemente attratti verso questo o quel Santo, e con l'immaginazione
ritengono che le cose celesti siano regolate così, come sono regolate
le relazioni tra gli uomini in terra. Ma c'è una distanza incomparabile
fra ciò che pensano gli uomini imperfetti e ciò che vedono, per
divina rivelazione, gli uomini illuminati. Guardati, dunque, figlio, dal trattare
per curiosità queste cose, che vanno oltre la tua conoscenza; ma sforzati
piuttosto e mira a poterti trovare, almeno come ultimo, nel Regno di Dio. E,
pur se uno sapesse chi sia più santo d'un altro o sia stimato più
grande nel Regno dei Cieli, a che cosa gli gioverebbe questa conoscenza, se
poi non traesse motivo per umiliarsi davanti a Me e si levasse a lodare ancora
di più il mio nome? Chi riflette sulla gravità dei propri peccati,
sulla pochezza delle proprie virtù e su quanto sia lontano dalla perfezione
dei Santi, compie opera più accetta a Dio, che non colui che discute
sulla loro maggiore o minore grandezza. È meglio implorare i Santi con
devote preghiere e con lacrime, e supplicarli umilmente per avere la loro potente
intercessione, che non scrutare con inutile indagine i segreti della loro condizione
in Cielo. Essi sono paghi, in sommo grado paghi. Oh! se gli uomini sapessero
accontentarsi e frenare i loro inutili discorsi! Non si gloriano dei loro meriti,
perché non attribuiscono nulla di ciò che è buono a se
stessi, ma tutto attribuiscono a Me, che, nel mio infinito amore, ho loro donato
ogni cosa. Sono così ripieni di divino amore e di sovrabbondante gaudio,
che nulla manca loro di gloria e nulla può loro mancare di felicità.
Tutti i Santi, quanto più sono in alto nella gloria, tanto più
sono umili in se stessi, e perciò a Me più vicini e più
cari. Perciò, trovi scritto che deponevano le loro corone davanti a Dio,
prostrandosi con la faccia a terra dinnanzi all'Agnello "e adorando il
Vivente nei secoli dei secoli" (Ap 5,14). Molti cercano di sapere chi sia
maggiore nel Regno di Dio, mentre non sanno se saranno degni d'esservi annoverati
tra i più piccoli. Ed è già gran cosa essere il più
piccolo in Cielo, dove tutti sono grandi, perché tutti "saranno
chiamati figli di Dio" (Mt 5,9) e saranno figli di Dio. "Il minimo
degli eletti varrà per mille" (Is 60,22), mentre il peccatore morirà
a cent'anni. I discepoli, infatti, chiedendo chi sarebbe stato il più
grande nel Regno dei Cieli, si sentirono rispondere così: "Se non
vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel Regno dei
Cieli" (Mt 18,3). "Perciò, chiunque diventerà piccolo
come questo bambino, sarà il più grande nel Regno dei Cieli"
(Mt 18,4). Guai a coloro che disdegnano di abbassarsi spontaneamente al livello
dei piccoli: la piccola porta del Regno dei Cieli non permetterà loro
d'entrare. Guai anche ai ricchi, che hanno quaggiù le loro consolazioni!
Mentre i poveri entreranno nel Regno dei Cieli, essi rimarranno fuori, urlando
disperatamente. Godete voi, umili, ed esultate voi, poveri, perché vostro
è il Regno di Dio, se camminate però nella Verità.