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 Il Servo di Dio Pasquale Canzii di 15 anni, della diocesi di Pescara-Penne nacque il 6 novembre 1914 a Bisenti, Comune posto nella vallata del Fino in provincia di Teramo.
I suoi genitori Alfredo Canzii e Semira Forcellese erano persone semplici, ferventi nella vita cristiana e laboriosi lavoratori e accolsero quel figlio tanto atteso con gioia profonda.

Secondo le usanze del tempo, ricevette il battesimo con un po’ di ritardo il 16 maggio 1915; la sua prima catechista fu la mamma, insieme pregavano Gesù nel Tabernacolo e recitavano il rosario alla Madonna; gli insegnò ad invocare la protezione dell’Angelo Custode, di s. Pasquale Baylon del quale portava il nome e di san Gabriele dell’Addolorata, il santo passionista patrono dell’Abruzzo.

Di carattere mite e riservato, era diligente nel compiere i suoi doveri quotidiani, ed inoltre esemplare studente e chierichetto modello. Ricevette la Prima Comunione il 31 maggio 1925 a 10 anni e la Cresima nell’anno successivo; verso la fine dell’estate del 1926, arrivarono a Bisenti due missionari Passionisti, per predicare una missione popolare e ad uno di loro, padre Ireneo Cataldi, il giovanissimo Pasqualino confidò il desiderio di farsi sacerdote.

Aveva 12 anni, quando nell’ottobre 1926, entrò nel Seminario diocesano di Penne (Pescara) con il consenso del padre, il quale dopo la nascita nel 1919 dell’altro figlio, Pietro, era emigrato in America per trovare un sostegno economico alla famiglia.

Pasqualino Canzii era di aspetto delicato e gentile; il suo contegno era sempre rispettoso sia verso i professori sia verso i compagni, per questo tutti cercavano la sua compagnia; spesso era indicato come esempio agli altri seminaristi, per il suo impegno a scuola e nello studio, e per l’innato spirito di carità e devozione.

Tutti potevano vedere nel suo sguardo dolce, lo specchio del suo animo limpido e che si illuminava tutto, quando si parlava di Gesù, della Vergine Maria e delle cose divine.

Nelle lettere scritte ai familiari e nei suoi appunti, espresse con insistenza il suo desiderio e il suo impegno di farsi santo, adempiendo con fedeltà ai suoi doveri per amore di Dio.

Purtroppo nel gennaio 1930, si rivelò in tutta la sua gravità, la malattia del secolo, la tubercolosi, che mieteva In Italia e nel mondo innumerevoli vittime, senza distinzione di età, e Pasqualino ne fu colpito in modo grave e troppo tardi per sperare nella guarigione; le moderne cure ed i medicinali appropriati, che oggi l’hanno debellata, allora non esistevano e la tubercolosi nella vasta maggioranza dei casi era mortale. La malattia che forse subdolamente aveva già minato in precedenza il suo delicato fisico, nella fase acuta galoppante durò poco; il giovane seminarista si rese conto della situazione e accettò con serenità la volontà di Dio; nel suo letto di dolore sembrava un angelo pronto a spiccare il volo; con le poche forze riusciva appena a recitare brevi invocazioni, dalle quali traspariva la sua fervente fede e il desiderio dell’amore di Dio. Negli ultimi giorni, alla mamma e alla nonna che l’assistevano amorevolmente, disse: “Si avvicina l’ora beata: sono felice! Iddio mi chiama. Tu mamma mia, non piangere; è necessario che io parta da questo mondo; insieme facciamo al Signore un’umile offerta della mia vita e del tuo fervido amore materno. Un giorno lassù, io pregherò per te, per la nonna, per il babbo, per il fratellino, per tutti”.

Morì il 24 gennaio 1930 a 15 anni e 2 mesi nel Seminario di Penne; fra il dolore dei familiari e la costernazione di compagni ed insegnanti; la sua salma fu esposta in Cattedrale ed i trionfali funerali furono officiati dal vescovo mons. Carlo Pensa, con la partecipazione di tutta Penne; altrettanta partecipazione ci fu alla sua sepoltura nel cimitero di Bisenti.

Ma il suo ricordo di “piccolo santo” perdurò nel tempo; aumentando la devozione dei fedeli di Penne e di Bisenti, valicando i confini dell’Abruzzo, il 26 gennaio 1999, la diocesi di Pescara-Penne ha ricevuto il nulla osta della Congregazione delle Cause dei Santi, per l’inizio della causa per la sua beatificazione.

La salma di Pasqualino Candii, riposa ora nella chiesa parrocchiale di S. Maria degli Angeli di Bisenti.
Scrive di lui il padre Passionista Ciro Benedettini: “Pasqualino Canzii è vissuto 15 anni, ma la sua è tutto fuorché un’adolescenza sciupata o un’adolescenza incompleta. È stata invece una vita realizzata, piena, completa. Perché la pienezza della vita non è data dagli anni, ma dall’intensità con cui si vive”.

Autore: Antonio Borrelli

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