Giovanna Rita Di Maria, Kiri nasce il 30 novembre del 1989, nel
giorno di Sant'Andrea, ad Alghero anche se però ha vissuto
sempre a Sassari, città d'origine della propria famiglia. E’
cresciuta in un ambiente familiare fatto di sani principi e permeato
da una grande, indubitabile fede; potendo contare, tra l'altro,
sull'amore sconfinato, oltreché dei genitori e del fratello
Ettore, di una vasta parentela paterna e materna. Ha avvertito e
vissuto con particolare intensità problemi e sentimenti quali
la carità, la giustizia, un irrefrenabile trasporto per
l'esercizio pratico del volontariato, una marcata sensibilità
e attenzione nei confronti degli anziani, dei bambini, degli umili,
degli indifesi e dei più bisognosi in genere. E, su tutto,
uno sterminato amore per il prossimo e una granitica fede in Dio. La
preghiera preferita da Kiri era quella del perdono: nei confronti di
tutti - ricorda la mamma Ornella -. Fin da bambina la teneva
gelosamente custodita sotto il cuscino, raccomandando ad ogni
occasione che restasse sempre lì, costantemente a portata di
mano, a mo' di compagna inseparabile anche durante il sonno. Parole
di Kiri all'età di otto anni: «II grande messaggio di
Gesù è: pace, amore, gioia. Io vorrei fare qualcosa
per migliorare il mondo. Secondo me se ognuno si impegnasse a fare
buone azioni il mondo migliorerebbe».
Giovanna è stata sempre una bambina molto obbediente ed
ordinata, pronta ad aiutare tutti coloro che le chiedevano aiuto.
Aveva un carattere molto vivace, esuberante ed allegro. La mamma
ricorda di Giovanna: «Non l'ho mai vista triste o di malumore,
se non in occasione della morte dell'adorato nonno paterno... Ogni
tanto, fin da bambina, sentiva il bisogno di dormire per terra
rifiutando persino il cuscino. E spesso al mattino la trovavo
così. Mi diceva che dormire in quel modo le stava bene
perché altri lo facevano, ma per necessità, per
mancanza di alternative. Un giorno mi disse che non era giusto che
io le comprassi troppe cose perché al mondo c'erano bambini
che non avevano niente. Si accontentava di un abbigliamento semplice
e non si faceva condizionare da mode o marche; amava stare scalza.
Quando ha saputo di un bambina ammalata di tumore, ha voluto
inviarle subito libri e videocassette di cartoni animati. Avrebbe
anche voluto conoscerla, ma purtroppo non ce n'è stato il
tempo... Un'altra volta si è fatta confezionare dei CD dal
fratello Ettore e ha destinato l'intero ricavato della vendita alla
mensa dei poveri del Centro vincenziano di accoglienza sociale.
Voleva donare il sangue per darlo a chi ne aveva bisogno. E quando,
ancora piccina, ha avuto necessità di fare analisi cliniche,
ha ingenuamente chiesto all'infermiera di prelevargliene più
del necessario per destinarlo, facendo finta che avesse già
diciotto anni, agli ammalati bisognosi. Spesso mi parlava della vita
dopo la morte, non aveva paura e un giorno mi ha detto: “Mamma, se
io dovessi morire non ti preoccupare, intanto hai Ettore e devi
stare serena... Se il Signore mi vuole io sono pronta”. Mi diceva
che voleva andare in cielo e da lì vedere le persone che
avevano bisogno per poterle aiutare. Una mattina, appena sveglia, mi
raccontò che prima di addormentarsi aveva ricevuto la visita
di un Angelo, tutto bianco e con grandi ali. “Mi ha preso in braccio
- disse - mi ha fatto fare il giro della casa, entrando in tutte le
stanze, e poi mi ha rimesso a letto”».
Tutti coloro che l’hanno conosciuta la descrivono come una bambina
solare, sempre sorridente, capace di trovare il bello e il positivo
anche nelle cose più brutte e negative, era come una giornata
di sole che ti mette allegria. Ogni minuto della sua vita era
speciale e lo viveva con tanto impegno e tanto amore verso sé
e verso gli altri. Il 18 ottobre del 2002, durante una partita di
pallavolo, Kiri viene colpita da una devastante ed irreversibile
emorragia cerebrale e muore sei giorni più tardi, alle 11 e
45 del 24 ottobre, nel reparto rianimazione dell'Ospedale civile di
Sassari. Aveva poco meno di tredici anni e frequentava la terza
media. La sua morte ha suscitato dolore, sgomento,
incredulità e rimpianto, tanto grandi quanto diffusi; ma ha
fatto affiorare anche, attraverso lei e nel suo ricordo, un fitto ed
esteso intreccio di pensieri e sentimenti elevati. Link ad alcuni video: