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Nato a Saragozza nel 1243, da una famiglia nobile - il padre, che era devoto di San Domenico, era il Notaio della Cattedrale - il bimbo cresceva in grazia e bontà e venne presto ammesso alla schiera dei chierichetti della Cattedrale. Nel Giovedì Santo del 1250 nella chiesa si celebrava la Passione di Cristo e Domenichino, finite le funzioni, si avviò per tornare a casa, ma in quel periodo lotte fratricide di religione dividevano i cristiani e i loro fratelli maggiori, gli ebrei. Un gruppo di israeliti lo rapirono e lo portarono sulle sponde dell'Ebro. Spogliato e vituperato, egli invocava il nome di Gesù e come Gesù egli venne crocifisso su un muro e gli venne inferta anche una ferita al costato. Il piccolo martire morì lentamente e i suoi assassini, quando si accorsero che era ormai morto, lo strapparono dal muro e ne gettarono il corpo nel vicino fiume. Intanto i genitori lo cercavano disperati ma lo trovarono solo quando un pescatore, abbagliato da una luce che splendeva sulle acque, avvicinatosi con la barca, trovò il piccolo corpo del martire. Domenichino venne ben presto onorato in tutta la Spagna, diventando patrono degli sc olari e dei chierichetti.

In altri tempi nel giorno della sua festa, i fanciulli potevano adornare la Cappella in cui era sepolto e offrire ai canonici, sopra un piatto d'argento, dei fiori, simbolo dela purezza del piccolo martire; poi presentavano le sue reliquie alla venerazione e al bacio dei devoti. L'urna passava per la città portata a spalla dai chierichetti e l'arcivescovo di Saragozzza accoglieva le reliquie e dopo forniva ai fanciulli un rinfresco e regalava loro 50 ducati per le spese sostenute per la festa. Non molti anni dopo il martirio, una sera, in un angolo della Cappella del piccolo Santo, un uomo era seduto cupo, solo e piangeva ininterrottamente. Quell'uomo era uno degli ebrei che avevano ucciso il piccolo, il più feroce. Il ricordo di quella sera non lo aveva mai abbandonato e rivedeva chiaramente tutta la scena. Chiedeva grazia a quel piccolo martire con tutto il suo cuore e San Domenichino gli diede la forza di confessare apertamente la sua colpa, di convertirsi al Cristianesimo, ottenendo il perdono del suo atto inumano.

Autore: Patrizia Fontana Roca

Fonte: www.cartantica.it
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