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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Trattate forse i poveri come le vostre pattumiere, dandogli qualunque cosa non possiate più usare o mangiare? Non posso mangiare questo cibo, così lo darò al povero. Non mi serve più questa cosa o quel pezzo di stoffa, così la darò al povero. Mi illudo in questo modo di condividere la povertà del povero, mi identifico con il povero che servo? Sono una cosa sola con lui? Condivido con lui come Gesù ha condiviso con me?
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Preghiere sul Purgatorio della settimana





VENERDÌ

1. Una calda e vera devozione a Maria, primo mezzo per far il Purgatorio in vita.
Tutte le pratiche di religione si danno a vicenda la mano, per quanto riguarda l'eterna nostra salvezza. Gli amanti del Cuor di Gesù, in quel Cuore, asilo dei bisognosi, conforto degli afflitti, e direi parafulmine delle divine vendette, rinvengono un mezzo potente per scampare dal Purgatorio. I devoti di san Giuseppe nella speranza di venire assistiti, nel loro trapasso, dalla Sacra Famiglia, colle dolcezze delle agonie toccate al gran Patriarca, confidano che san Giuseppe loro schiuderà ben tosto le porte del Paradiso; né in punto ve' metter in dubbio la loro confidenza. Gesù ci applica i frutti del preziosissimo suo Sangue o direttamente per se, o per la mediazione di Maria e dei Santi. Ma al leggere nelle storie quanti divoti di Maria ebbero il Paradiso per le mani di Lei; nel vedere le dolci morti ottenute da una santa Teresa, da san Filippo Neri, da santo Stanislao Kostka, da san Luigi Gonzaga, da san Gaetano Thiene, da sant'Andrea Avellino, e da cento altri divotissimi di Lei, non dubito di asserire: siate veri e fervorosi divoti di Maria e voi eviterete il Purgatorio. Non è dessa tutto impegno per ciò? Tutte le grazie che Le piovono di mano, non sono tutte dirette ad ottenerci il Paradiso? Non ti diede Ella a pegno l'Abitino del Carmine, mostrando quanto Ella desideri liberare presto i suoi devoti dalle pene del Purgatorio? Non è Dessa la madre della santa speranza? Non invita chi La prega e L'ama non solo a cessare, ma a fuggire puranche ogni nèo di peccato? Non è dessa l'ispiratrice della santità, essendo la copia più perfetta della santità di Gesù? Non conforta le anime generose ad emulare le cime della perfezione? E mentre invita, sprona, aiuta alla santità, non allontana con ciò le anime dal Purgatorio, e non fa sì che non vi cadano? Anima mia, L'ami tu Maria? La preghi, L'ascolti, La imiti tu? Sei tu ascritta alla confraternita del Carmine e ne adempi gli obblighi? Nel fuoco del Purgatorio quanti gemono per aver trascurato sì dolce, sì facile mezzo di salvarsi dal loro martirio!

2. La vera divozione a Maria ispira lo spirito della penitenza; secondo mezzo a far il purgatorio in vita.
Non solo le anime innocenti poterono evitare il Purgatorio, ma anche ai peccatori convertiti arrise la medesima sorte: e come? colla penitenza. Maddalena nella caverna di Marsiglia, Pelagia nei deserti della Palestina, Taide in angusta celletta, Margherita da Cortona in un romitaggio, Camillo negli ospedali e all'origliere del moribondo, Agostino nel sacro ministero, tutti coi patimenti studiarono compensare la penitenza, che la fede loro rivelava dover fare in Purgatorio: e si, ci riuscirono. La penitenza è la scala d'oro del cielo, dice sant'Agostino: la penitenza, soggiunse san Gregorio, ci mette le ali è ci rende leggieri a volare al Paradiso: la penitenza, dice il Concilio di Trento, è la tavola di scampo nel naufragio del peccato; la penitenza è il fuoco che toglie la ruggine, è il lavacro che rimbianchisce la stola macchiata, è il denaro che sconta il debito contratto col celeste Padrone. Vuoi tu evitare il Purgatorio? E’ d'uopo, ti dice santa Caterina da Genova, morire vivo al mondo, cioè morire al peccato che regna nel mondo, fuggendolo, detestandolo se commesso, troncando i vizii che sono la parte di questo mondo; morire a noi stessi, all'amor proprio, alla superbia, mortificando le nostre passioni, mortificando la carne nostra, assoggettandola a patimenti per amor di Gesù, staccandoci dalle vanità, dalle lusinghe, dalle attrattive del mondo. Tutto ciò importa morire ogni giorno, cioè privarci dei godimenti, aggiungere ai dolori, alle spine, alle croci involontarie, volontarii patimenti, che vuol dire far una vita di penitenza. Osò dire così san Gregorio: Facciamo a Dio un sacrifizio di noi in vita: e dopo morte non avremo bisogno di sacrifizii. - Or bene, la divozione a Maria non ispira l'amor della croce, il desiderio d'imitarla nello spirito di sacrifizio, la rassegnazione, il tacere, il soffrire, il pregare come Lei al Calvario? Oh se tu fossi vero divoto di Maria, ameresti, colla pazienza nelle contrarietà giornaliere, liberarti dal fuoco del Purgatorio! Invece.... non amare Maria, godi pure il mondo, gli agii, le morbidezze, evita pure la penitenza.... la farai in Purgatorio.

3. La vera divozioue a Maria ci rende caldi nelle opere buone; terzo mezzo a far il Purgatorio in vita.
Sieno pur gravi i nostri peccati e gravissima la pena loro corrispondente, ma se noi moltiplichiamo le opere sante, gli atti di virtù, i meriti da contrapporre sull'altra parte della bilancia sicchè preponderi il bene, che ci rimarrà ancora da scontare in Purgatorio? Operare, sta scritto nell'Ecclesiastico (XIV, I7), prima della morte fatti giusto e santo. Beato l'uomo, dice Davide, i di cui peccati furono coperti (Ps. XXXI, 1), ma come nasconderli allo sguardo infinitamente perspicace d Dio? In qual luogo Egli non li troverebbe? Nascondili sotto un mucchio di opere sante, e saranno un manto di protezione nel dì del giudizio, saranno una nube benefica tra noi e la collera divina, saranno un soave profumo che calmerà Iddio a nostro vantaggio. Ti dirà Gesù, (MATT., XXV, 21); o mio, servo, tu fosti fedele nelle piccole cose, nei piccoli atti di virtù, di carità, di pazienza, di rassegnazione, di giaculatorie, di sacrifizii, di indulgenze, di amor di Dio, di comunioni, di desiderii di purificarti, di sante intenzioni, di caldi sospiri.... oh, buon per te! io ti, approvo, io ti perdono, io ti amo, entra nel gaudio del tuo Signore. Oh dolce parola di Gesù! Non ti piacerebbe sentirtela ripetere nel momento del giudizio? Ma non si richieggono perciò nè miracoli, nè estasi, nè rivelazioni; bensì una santa fame di operar il bene, una volontà costante di non lasciar sfuggire occasioni di meriti, un non dire mai basta nel praticare virtù, un anelare incessante di piacere a Dio, di crescere nel suo amore, compiendo ogni nostro dovere di religione e di stato con esattezza e per amor di Dio. Tacere e operare. (Eccl., IX, 10). Così fecero i Santi, ed al punto della morte già era fatto il Purgatorio. E tu, anima mia, trovi ciò troppo, gravoso? Ah, se le Anime del Purgatorio, con preghiere, con limosine, coll'assistenza agli infermi, col sollievo ai bisognosi, col conforto agli afflitti, con una vita di edificazione, colla frequenza ai Sacramenti, con una vita fervorosa, potessero ora evitare quelle fiamme; che non farebbero? Anima mia, ti lamenterai anche tu un giorno, se non ci rifletti: deh! non tardare....

PREGHIERA.
O cara Madre del Carmelo, Maria, quanto spero da Voi per far in vita il mio Purgatorio! Mi ricordo d'essere vostro figlio, godo propagare la vostra divozione, sempre vi ho amata, ma voglio amarvi ognor più; deh! fate ch'io ami e pratichi la penitenza, ottenetemi l'amor di Dio, la purità d'intenzione, un santo ardore di moltiplicare le opere di virtù, acciò pagato il mio debito con Dio in vita, possa venire liberato in morte dalle pene del Purgatorio. Così sia.