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Martedi, 16 aprile 2024 - Misteri dolorosi - Santa Bernadette Soubirous ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:Filippo era a letto in seguito ad una crisi di renella. Lo assistevano due medici, Angelo da Bagnorea e Rodolfo Silvestro, quando ad un tratto il santo si alza a sedere gridando: Madonna mia benedetta! Madonna mia Santissima! Uno dei medici, scansa le cortine e vede Filippo che si rizza col corpo e si curva con la testa stendendo e ritirando le braccia come se volesse abbracciare qualcuno verso i piedi. Temendo per il male dell’infermo, tenta di calmarlo e si accinge a tenerlo fermo con forza. Filippo lo respinge piangendo e gridando: Lasciatemi stare, lasciatemi stare! Oh! non volete che abbracci la Benedetta Madre mia che mi viene a visitare? Tornando poco dopo al sentimento della presenza altrui, tutto vergognoso si nasconde singhiozzando sotto le lenzuola. Un’altra estasi rimasta famosa, avvenne nel 1559 quando Papa Paolo IV aveva ordinato di esaminare gli scritti di Fra Girolamo Savonarola. San Filippo, lo sappiamo, era della parte del frate. Così i Domenicani. Tra avversari e partigiani, l’accanimento era al parossismo. Mentre i teologi stavano a discutere, i devoti di fra Girolamo si radunavano in una stanza del Convento della Minerva che era in mano ai Domenicani, e li, davanti al Santissimo Sacramento esposto, pregavano continuamente il Signore che allontanasse dal frate il pericolo della condanna. Fu in una di queste riunioni che Filippo ad un certo punto viene preso da irrigidimento estatico. Lo si vede con gli occhi sbarrati e con una espressione di immensa gioia mentre fissa il Santissimo. Portato in una camera vicina, si attende che rinvenga. Rinviene finalmente dopo lungo tempo tutto lieto e pieno di fervore. Al Superiore del Convento che lo assediava di domande, finisce col far comprendere che aveva visto il Signore in atto di benedire i fedeli, assicurandolo che l’esito della controversia era stato favorevole a fra Girolamo. Di fatto le opere del Savonarola non furono condannate. Solo qualche proposizione fu censurata, ma il nome del frate era salvo.

Novena ai Santi Giacomo e Filippo apostoli

I. s. Giacomo, che fino dai più teneri anni menaste una vita sì austera e sì santa da essere comunemente qualificato per Giusto, e faceste dell’orazione la vostra delizia per modo che lo vostre ginocchia si incallirono come quelle di un cammello, impetrate a noi tutti la grazia di mortificare continuamente la nostra carne con gli esercizii della penitenza; rinvigorendo sempre il nostro spirito con la continua pratica dell’orazione.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

II. Glorioso s. Giacomo, che, chiamato da Gesù Cristo all’apostolato, insieme al fratello Taddeo, vi corrispondeste così fedelmente da venir da lui stesso distinto con l’apparirvi particolarmente dopo la sua risurrezione; quindi destinato a vescovo di Gerusalemme, formaste per ventinove anni l’edificazione e la delizia di tutti quanti i fedeli, a cui, non solo con l’esempio e con la predicazione, ma ancora con le lettere le più eloquenti, inculcaste la necessità indispensabile di vivificare con le opere la propria fede, nè mai cessaste di guadagnare nuove anime alla Religione, anche allora che, precipitato dall’alto di una loggia, e spietatamente percosso coi più pesanti bastoni per avere predicata pubblicamente la divinità di Gesù Cristo, tutto nuotante nel vostro sangue, imploraste da Dio il perdono a tutti i vostri nemici, ottenete a noi tutti la grazia di corrisponder sempre fedelmente a tutti i divini favori, adempiendo con ogni esattezza tutti nostri doveri procurando sempre il miglior bene a tutti i nostri fratelli, e tenendoci sempre disposti a tollerar qualunque male piuttosto che tradire menomamente la causa santissima di nostra fede.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.

III. Glorioso s. Filippo, che, elevato da Gesù Cristo all’ordine di suo apostolo, foste da lui stesso in modo speciale istruito della sua unione e consostanzialità con l’eterno suo Padre, voi, che, destinato a predicare il Vangelo ai popoli barbari della Scizia, adempiste con tanta perfezione l’affidatovi incarico, da sbandire interamente la idolatria da tutte le terre da voi evangelizzate; per quella generosità con cui affrontaste il martirio allorquando venuto a Gerapoli nella Frigia, e appeso ad una Croce in odio della fede, anzichè sottrarvi alla morte, come da voi si poteva, domandaste di consumare il vostro sacrifizio, e trovaste quindi in una tempesta di sassi la morte da voi tanto desiderata, impetrate a noi tutti la grazia di non rifiutare giammai la mistica croce dei patimenti, e di portarla con allegrezza quando ci viene indossata, per così partecipare un qualche giorno alla vostra gloria nel cielo, dopo di avere imitata la santità vostra sopra la terra.

Gloria al Padre al Figlio e allo Spirito Santo come era in principio ora e sempre nei secoli dei secoli.