Santo Rosario on line

Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Una notte m'apparve l'angelo custode. Mi ordinò di seguirlo. Di colpo, mi trovai in un luogo fosco, dove scorsi un'immensa folla di anime che soffrono. Le sentii pregare con fervore, ma senza efficacia per se stesse. Noi soltanto le possiamo aiutare. Chiesi loro quale fosse il maggior tormento che soffrivano. Unanimemente mi risposero: La nostalgia di Dio! Vidi la Madonna che scendeva a visitare quelle anime. Esse la invocavano come «Stella del mare». La Madre di Dio portava loro sollievo. Uscii da quella prigione di dolore. Gesù mi disse: «La misericordia non lo vuole, ma lo esige la giustizia». Dopo d'allora mi trovo in un'unione più intima con le anime sofferenti in purgatorio.
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Ottobre, mese del Santo Rosario



Fatima

6 ottobre: Il Santo Rosario: fonte di luce

Il papa Giovanni Paolo II, nell'ottobre del 2002, ha donato alla Chiesa i cinque «misteri della luce» nel Rosario. È stato un dono preziosissimo perché ha completato e perfezionato il ciclo della vita terrena di Gesù, inserendo nel Rosario gli eventi principali e più significativi accaduti nel periodo che va dal ritrovamento di Gesù ragazzo nel Tempio, fino all'agonia nell'orto del Getsemani, abbracciando, quindi, tutto il tempo della vita pubblica di Gesù nello svolgimento della sua missione evangelizzatrice.

Tra il Vangelo dell'infanzia e il Vangelo della Passione e Morte di Gesù si trova, infatti, il Vangelo della predicazione di Gesù che rivela al mondo il disegno salvifico di Dio. Questa rivelazione è tutta luce che illumina l'umanità e la conduce sui passi di Colui che è la «luce del mondo» (Gv 8,12), che è la «Via, verità e vita» (Gv 14,6). 1 misteri della luce nel Rosario vogliono appunto presentare alla nostra meditazione e contemplazione questa «luce divina» che si irradia da Cristo, in Cristo e per Cristo nel Vangelo della sua vita pubblica.

L'umanità ha sempre bisogno della «luce» che viene da Dio: la luce della verità, la luce della vita, la luce dell'amore, la luce del bene: è la luce necessaria per vincere le tenebre dell'errore e della corruzione, della morte e del male. Il regno di satana nel mondo, lo sappiamo da Gesù stesso, è il regno di colui che vuole imporre sull'umanità «l'impero delle tenebre» (Le 22,53), e nessuno può essere così ingenuo da credere che i «figli delle tenebre» (cf. Lc 16,8) non siano sempre operosi e attivi in ogni modo e maniera, in ogni tempo e luogo. Di qui la necessità, l'urgenza della «luce» che illumini i nostri passi.

Negli ultimi giorni della vita di san Pio da Pietrelcina, in una conversazione con un gruppetto di figli spirituali, alla richiesta di una valutazione sulle condizioni attuali del mondo e dell'umanità, Padre Pio rispose con due battute terribili, quasi lapidarie. La prima battuta: «Tutte tenebre!»; la seconda battuta: «Il mondo sta in braccio a satana!». Sono due battute micidiali che equivalgono in pieno all'espressione di Gesù sull'«impero delle tenebre» da parte del «principe» delle tenebre (cf. Le 22,53). E chi ci salverà da queste tenebre? E appunto questo l'aiuto che il papa Giovanni Paolo II vuole darci con i cinque «misteri della luce» inseriti nel Santo Rosario. È un dono estremamente salutare. E tocca a noi fare tesoro di questo novello Rosario, di questi «misteri della luce» per fugare le tenebre che ci circondano da ogni lato e per poter vivere da «figli della luce» (Lc 16,8).

Luce sul nostro cammino
Il Rosario è la scuola più semplice, è la catechesi più sicura, è il metodo più efficace per la formazione cristiana secondo la verità di Dio, la luce di Dio, la grazia di Dio e l'esempio dei Santi. Anche san Giovanni Bosco, grande educatore e formatore della gioventù cristiana, pose a fondamento del suo metodo di formazione cristiana dei ragazzi e dei giovani la recita del Santo Rosario. E quando il marchese Roberto D'Azeglio fece una visita al grande Oratorio dei ragazzi, se rimase davvero ammirato di tutta l'opera di san Giovanni Bosco, non apprezzò però una cosa di cui subito volle parlare a Don Bosco, ossia della recita giornaliera del Santo Rosario da parte dei ragazzi; questa pratica il marchese la considerava inutile, noiosa, non adatta a ragazzi e a giovani, e quindi da abolire. Ma Don Bosco gli rispose subito con fermezza unita a dolcezza: «Ebbene, caro marchese, io invece ci tengo molto a tale pratica e su questo potrei dire che è fondata la mia istituzione; e sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben importanti, ma non questa».

La scuola del Rosario è scuola di luce sul nostro cammino, è scuola di grazia contro gli errori e i vizi, come diceva un'antica antifona della Liturgia delle ore nel giorno della festa del 7 ottobre, in cui si afferma che il Santo Rosario è «singolare presidio contro le eresie e contro i vizi». E proprio per questo il demonio si è accanito contro il Rosario cercando di strapparlo dalle mani di molti fedeli, tentando quasi quasi di distruggerlo. Ma non ci riuscirà mai. Così, infatti, rispose un giorno san Pio da Pietrelcina a chi si lamentava che il Rosario stesse scomparendo da molte chiese e famiglie, a causa di certi rovinosi aggiornamenti che, nel postconcilio, non sembravano risparmiare affatto il Santo Rosario dalla distruzione, perché ritenuto preghiera antica, antiliturgica, privata e monotona: «Satana mira a distruggere questa preghiera - rispose Padre Pio - ma non ci riuscirà mai: è la preghiera di Colei che trionfa su tutto e su tutti». Tocca a tutti noi, però, riprendere in mano la santa corona, come sta raccomandando il Papa, per vivere da «figli della luce» (Le 16,8), indossando le «armi della luce» (Rm 13,12).

Fonte: Preghiere a Gesù e Maria