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Ottobre, mese del Santo Rosario



Fatima

1 ottobre: Il Santo Rosario: «scuola di Maria»

Il Santo Rosario è la «Scuola di Maria»: questa espressione è stata scritta dal papa Giovanni Paolo II nella Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae del 16 ottobre 2002. Con questa Lettera Apostolica il papa Giovanni Paolo II ha fatto alla Chiesa il dono di un Anno del Rosario che va dall'ottobre 2002 all'ottobre 2003.

Il Papa dice espressamente che con il Santo Rosario «il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria», ed è bellissima questa espressione che ci fa vedere Maria Santissima quale Maestra, e noi, suoi figli, quali alunni alla sua scuola materna. Poco dopo il Papa ribadisce ancora di avere scritto la Lettera Apostolica sul Rosario per esortarci a conoscere e contemplare Gesù «in compagnia e alla scuola della sua Madre Santissima»: si potrebbe riflettere, qui, che con il Rosario in mano noi siamo «in compagnia» di Maria Santissima, perché suoi figli, e siamo «alla scuola di Maria» perché suoi alunni.

Se pensiamo alla grande arte, possiamo ricordare i meravigliosi quadri dei grandi artisti che hanno raffigurato Gesù Bambino con un libro della Sacra Scrittura in mano, in braccio alla divina Mamma, mentre questa gli insegna a leggere il libro della Parola di Dio. Maria Santissima è stata la prima e l'unica Maestra di Gesù, e vuole essere sempre la prima e l'unica maestra della Parola di vita per tutti i fratelli del «primogenito» (Rm 8,29). Ogni bambino, ogni uomo che recita il Rosario accanto alla mamma, può somigliare a Gesù Bambino che impara dalla Madonna la Parola di Dio.

Se il Rosario, infatti, è la storia evangelica della vita di Gesù e di Maria, nessuno come Lei, la divina Madre, poteva raccontarci quella storia divino-umana, poiché Ella è stata l'unica protagonista comprimaria dell'esistenza di Gesù e della sua missione redentrice. Si potrebbe anche dire che il Rosario, nella sua sostanza, è un «rosario» di fatti, di episodi, di eventi, o meglio ancora di «ricordi» della vita di Gesù e di Maria. E «sono stati quei ricordi - scrive luminosamente il papa Giovanni Paolo II - a costituire, in certo senso, il "rosario" che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena».

Su questa base storica, è evidente che il Rosario, scuola di Maria, è scuola non di teorie ma di esperienze vive, non di parole ma di eventi salvifici, non di dottrine aride ma di vita vissuta; e tutta la sua «scuola» si sintetizza in Cristo Gesù, il Verbo Incarnato, il Salvatore e Redentore universale. Maria Santissima, in sostanza, è la Maestra che a noi, suoi alunni, insegna Cristo, e in Cristo ci insegna ogni cosa, perché soltanto «in Lui tutto ha consistenza» .(Col 1,17). La cosa fondamentale da parte nostra, poi, come dice il Santo Padre, è soprattutto quella di «imparare Lui», imparando «le cose che Egli ha insegnato».

Ci fa «imparare» Cristo
E giustamente il papa Giovanni Paolo II chiede: «Ma quale maestra, in, questo, più esperta di Maria? Se sul versante divino è lo Spirito il Maestro interiore che ci porta alla piena verità di Cristo (cf. Gv 14,26; 15,26; 16,13), tra gli esseri umani, nessuno meglio di Lei conosce Cristo, nessuno come la Madre può introdurci a una conoscenza profonda del suo mistero». Per questo il Papa conclude la sua riflessione, su questo punto, scrivendo, con luminosità di parole e di contenuto, che «il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla "scuola" di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio».

È santo e salutare, dunque, il pensiero secondo cui il Rosario ci mette alla «scuola di Maria», ossia alla scuola della Madre del Verbo Incarnato, alla scuola della Sede della Sapienza, alla scuola dunque che ci insegna Cristo, ci illumina di Cristo, ci porta a Cristo, ci unisce a Cristo, ci fa «imparare» Cristo, fino a cristificarci nell'intimo quali fratelli di Lui, il «Primogenito» di Maria (Rm 8,29).

Il papa Giovanni Paolo II, nella sua Lettera Apostolica sul Rosario, riferisce un testo molto significativo di quel grande apostolo del Rosario, il beato Bartolo Longo, il quale dice testualmente così: «Come due amici, praticando frequentemente insieme, sogliono conformarsi anche nei costumi, così noi, conversando familiarmente con Gesù e con la Vergine, nel meditare i misteri del Rosario, e formando insieme una medesima vita con la Comunione, possiamo divenire, per quanto ne sia capace la nostra bassezza, simili ad essi, ed apprendere da questi sommi esemplari il vivere umile, povero, nascosto, paziente e perfetto». Il Santo Rosario, quindi, ci fa alunni di Maria Santissima, ci lega e ci immerge in Lei, per farci somigliare a Cristo, per farci divenire immagine perfetta di Cristo.

Fonte: Preghiere a Gesù e Maria