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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Don Nikola Vucic:"Non vi conosco!" - è la frase più terribile che il Signore potrebbe dire anche a me e a te. Devo dire che ogni giorno mi rammento di queste parole. Possiamo andare alla Messa, pregare ogni giorno e rincorrere nello stesso disconoscimento raccontato da Gesù. E questo accade perché molto spesso ciò che preghiamo non tocca la nostra vita in profondità. Allora non ci resta che entrare già da adesso nella Sua conoscenza e familiarità attraverso la preghiera e spiritualità. Dobbiamo anche superare lo spessore delle apparenze e riconoscere il Suo volto nel povero, malato, bisognoso... Si, bisogna riconoscerlo, amarlo e adorarlo nel Santissimo Sacramento, ma bisogna riconoscerlo e amarlo in ogni fratello.
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VITA DI S. GIUSEPPE SPOSO DI MARIA SS. - Di San Giovanni Bosco



Giuseppe



Capo XIV. Dolori. - Consolazione e termine dell'esilio.

Cum ipso sum in tribulatione.
Con lui son io nella tribolazione. PSAL. XC. 15.


Entrato appena in questa nuova abitazione ripigliò Giuseppe il suo lavoro ordinario. Cominciò a mobiliare la sua casa; un tavolino, qualche sedia, una panca, tutto quanto opera delle sue mani. Poscia andò di porta in porta in cerca di lavoro per guadagnar il sostentamento alla piccola famiglia. Egli senza dubbio ebbe a provare ben molti rifiuti, e a tollerare ben molti umilianti disprezzi! Egli era povero, e sconosciuto; e ciò bastava perchè venisse rifiutata l'opera sua. A sua volta Maria, mentre aveva mille cure pel Figlio, si diede coraggiosamente al lavoro, occupando in esso una parte della notte per supplire ai guadagni piccoli ed insufficienti del suo sposo. Tuttavia in mezzo alle sue pene quante consolazioni per Giuseppe! Era per Gesù che lavorava, e il pane che il divino fanciullo mangiava era egli che l'aveva acquistato col sudore della sua fronte. E poi quando rientrava in sulla sera affaticato e oppresso dal caldo, Gesù sorrideva al suo arrivo, e lo accarezzava colle sue piccole mani. Ben sovente col prezzo di privazioni, che s'imponeva, Giuseppe riusciva ad ottenere qualche risparmio qual gioia provava allora nel poterlo impiegare nell' addolcire la condizione del divino fanciullo! Ora erano alcuni datteri, ora alcuni giuocattoli adatti alla sua età, che il pio falegname recava al Salvatore degli uomini. Oh quanto erano dolci allora le emozioni del buon vecchio nel contemplare il viso raggiante di Gesù! Quando arrivava il Sabato, giorno di riposo e consacrato al Signore, Giuseppe prendendo per le mani il fanciullo, ne guidava i primi passi con una sollecitudine veramente paterna.

Frattanto il tiranno che regnava sopra Israele moriva. Iddio, il cui braccio onnipossente punisce sempre il colpevole, gli aveva mandato una malattia crudele, che lo condusse rapidamente al sepolcro. Tradito dal suo proprio figlio, roso vivo dai vermi, Erode era morto, portando con se l'odio de' Giudei, e la maledizione de' posteri.