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La vita di Santa Maria Goretti



Santa Maria Goretti

Vita di SANTA MARIA GORETTI

Considerando che la gioventù sembra aver dimenticato i comandamenti di Dio, e pertanto non è felice, proponiamo un breve riassunto della vita di santa Maria Goretti nella speranza che possa far riflettere i giovani, i genitori e tutti coloro che hanno delle responsabilità nell' educazione.

NEL SEGNO DELLA POVERTÀ

Santa Maria Goretti nacque a Corinaldo il 16 ottobre 1890 in provincia di Ancona, vicino a Senigallia, da Luigi e Assunta Carlini. Prima di lei era nato Tonino, che morì pochi mesi dopo la nascita, poi Angelo; dopo di lei nacquero Mariano, Alessandro, Ersilia e Teresa alle Ferriere, tre mesi prima della morte del padre. Il 17 ottobre venne battezzata, entro le 24 ore dalla nascita, nella chiesa di San Francesco con il nome di Maria e Teresa. La madre si chiamava Assunta Carlini, era orfana, fu adottata da due coniugi senza prole, più poveri di lei che era sola al mondo... In compenso quei genitori adottivi erano rigorosi in fatto di morale e la salvaguardavano dai pericoli del mondo e dalla vita libera, abituandola alle privazioni e ai dolori della vita. Purtroppo non fu mandata neanche a scuola. Le verità del catechismo e le preghiere le imparò a furia di ascoltarle. Fu questa donna che Luigi Goretti conobbe ed amò. Egli era per natura un uomo mite e di cuore buono. Non poteva patire di vederla così; tanto più che notava in lei tante belle qualità di vita pratica e laboriosa, una rettitudine ed una fortezza d'animo a tutta prova.

Maria ricevette l'educazione in famiglia dal padre e specialmente dalla madre, educazione che impartivano in modo uguale agli altri figli perchè crescessero buoni cristiani. La madre insegnava ai piccoli le orazioni: il Pater, l'Ave Maria, il Credo e i primi elementi della vita cristiana. Ella ricordava: «In special modo, Maria, che era la più grande delle figliole, approfittava dei miei insegnamenti e a sua volta si faceva maestra dei fratellini. Finché fummo a Corinaldo, ella fu sempre buona, ma non notai nulla di straordinario nella sua condotta». Mons. T. Signori, Arciprete di Nettuno, scrisse che secondo la testimonianza della mamma: «[Maria] aveva un'indole buona, docile arrendevole; quindi il terreno era molto ben disposto perchè vi lavorasse la divina grazia, fino a spingerla all'eroismo nei primi albori della vita».

La casa di Corinaldo, in località Pregiagna, in cui abitavano non era molto grande, essi erano con la famiglia del fratello del papà, il terreno era poco e così cominciarono a pensare di emigrare, come facevano molti marchigiani. "Dio sempre provvede" disse allora Luigi. Assunta approvò quel sentimento di fede che era anche il suo. Prima di partire fecero cresimare Angelo di 8 anni e Maria di 6 anni perché intuivano di andare incontro all'ignoto e dubitavano di trovare, nella campagna romana, l'opportunità di far cresimare all'età giusta i due bambini maggiori. D'altra parte, a Corinaldo, lì a due passi, il Vescovo amministrava la Cresima. I genitori fecero imparare loro l'essenziale. Mamma Assunta racconta che Maria aveva tanta soggezione del sacerdote che le rivolgeva le domande che non rispondeva. Allora la madre dell'Arciprete la prese in braccio e in questo modo rispose a tutte le piccole domande e recitò le sue preghiere, così il giorno di San Francesco, 4 ottobre 1896, la piccola Maria ricevette il sacramento della Cresima da Mons. Boschi, Vescovo di Senigallia. Era quanto le occorreva per la futura lotta contro il peccato e il demonio.

EMIGRANTI

Il 12 dicembre 1896, dunque, la famiglia Goretti emigrò a Colle Gianturco (FR), vicino a Paliano, nella campagna romana, nell'azienda del senatore Scelsi. Là Giovanni e Alessandro Serenelli, padre e figlio, anch'essi marchigiani, vennero ad abitare con loro perché anche essi erano soli e poveri. Infatti il senatore Scelsi li consigliò di associarsi con un'altra famiglia dicendo ai Serenelli: «Voi non potete fare da soli, perchè non associarsi coi Goretti?». Fatto chiamare Luigi Goretti gli espose il caso. Fu così che i Serenelli presero a convivere con la famiglia Goretti.

Di Maria, mamma Assunta ricorda l'ubbidienza esatta; fin d'allora cominciò ad essere d'aiuto nella cura della casa e dei fratelli minori. L'animo buono della bambina fu notato anche da altri, tra i quali Angela Terenzi che aveva la stessa età di Maria. Costei, incontrandola, cercò più volte di avvicinarla e di parlarle come fanno le bambine di quell'età. Maria rallentava un istante, la sogguardava e seria si allontanava, quasi avesse timore. Noi preferiamo pensare al carattere riservato della fanciulla e alla sua premura di ubbidire alla mamma, che sempre le raccomandava di non attardarsi lungo il cammino. Inoltre a casa c'era Ersilia, nata da pochi mesi. Maria era incaricata della sua custodia e perciò cercava di tornare presto, camminando svelta, con quei suoi piedini scalzi.

Il lavoro a Colle Gianturco venne interrotto bruscamente perchè Giovanni Serenelli litigò col figlio del senatore Scelsi, il "sor Peppino", il quale licenziò sui due piedi il Serenelli ed i suoi soci, cioè la famiglia Goretti. Era febbraio e che cosa dovevano fare così fuori stagione? Lì per lì non videro altra soluzione che quella di seguire tanti altri marchigiani che scendevano nelle Paludi Pontine, dove si richiedeva mano d'opera senza fine. D'altronde anche i loro amici Cimarelli avevano fatta quella strada.

ALLE PALUDI PONTINE

Nel mese di febbraio 1899, la famiglia Goretti, seguita dai due Serenelli, si trasferì a Le Ferriere di Conca, nelle Paludi Pontine, dove il conte Mazzoleni prometteva pane e benessere. La casa, chiamata Cascina Antica, era ampia, spaziosa e in muratura. Così le due famiglie abitarono nello stesso casolare. Il terreno era fertile, il clima mite, ma vi era un'alta mortalità causata dalla malaria. Le speranze di un futuro migliore diventavano finalmente concrete. Dopo tanto lavoro il raccolto fu buono, i Goretti erano contenti e nel frattempo era nata Teresa. Però il 6 maggio 1900 Luigi Goretti, di 41 anni, si ammalò, fu chiamato il medico e la diagnosi fu terribile: malaria, polmonite e meningite. Morì lasciando tutto il peso del mantenimento della famiglia, formata da sei figli, sulle spalle di mamma Assunta. Giova ricordare che, ad onta dell'ignoranza, delle superstizioni e dei pregiudizi che regnavano sovrani tra la gente delle Paludi, Luigi Goretti fu assistito da un buon medico e ricevette in punto di morte tutti i conforti religiosi.

Fu in questa circostanza che Maria, di appena dieci anni, rivelò un contegno ed un'assennatezza, così superiore alla sua età, da destare l'ammirazione di tutti. Infatti le prime parole che conosciamo di lei vennero pronunciate in quel momento: «Mamma, non ti abbattere, io penserò alle faccende di casa, tu prenderai il posto di papà in campagna. Vedrai, Dio non ci abbandonerà». Disse questo in lacrime, in quell'occasione di lutto che turbò profondamente l'animo di mamma Assunta e mise in scompiglio tutta la sua famiglia. Ricordava così le espressioni udite dal padre che era un uomo pieno di fede e che seppe trasmetterla ai figli. Egli era stato un uomo laborioso, un marito esemplare ed un padre premuroso. La sera soleva radunare i suoi figli per la recita del santo Rosario, mentre la moglie finiva di preparare la cena. A Corinaldo e poi a Colle Gianturco, come in seguito alle Ferriere, i coniugi Goretti si erano sempre preoccupati d'impartire un'educazione cristiana ai loro figli, secondo le direttive tradizionali che essi stessi avevano appreso in seno alle loro famiglie. Essi si recavano alla Messa domenicale, davano testimonianza di vita onesta e laboriosa e si distinsero nettamente dagli altri coloni della Palude, diversificandosi, per così dire, per un più elevato e dignitoso comportamento morale.

Le chiese di Corinaldo, di San Procolo a Paliano, di Conca, di Campomorto e di Nettuno li videro assidui alla Messa e ai sacramenti. In quindici anni di vita matrimoniale quei coniugi ebbero sette figli e aiutarono i sei sopravvissuti a crescere tutti timorati di Dio e fiduciosi nella divina Provvidenza. Possiamo notare che mentre oggi in Italia, secondo le statistiche, vi è la natalità più bassa del mondo, in quella famiglia vi era una grande fede e un abbandono fiducioso nella Provvidenza. «Chi accoglie uno di questi piccoli in mio nome, accoglie me», disse un giorno Gesù (Mt 18, 5), questa generosità è una promessa di una grande ricompensa eterna. Nello stesso senso Pio XII diceva agli sposi: «Ricordatevi, figlioli miei, che in cielo i vostri figli saranno la vostra corona». di Don Giuseppe Rottoli