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Martedi, 23 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Giorgio ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Non ti arrestare nella ricerca della verità, nell'acquisto del sommo Bene. Sii docile agli impulsi della grazia, assecondando le sue ispirazioni e le sue attrattive. Non ti arrossire di Cristo e della sua dottrina.
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Vita di San Pietro di San Giovanni Bosco



San Pietro

Volo - Caduta - Disperata morte di Simon Mago. Anno di Gesù Cristo 67.

Il supplizio toccato a Simon Mago mentre rendeva sensibile la vendetta del cielo, contribuì assai ad accrescere il numero dei cristiani. Nerone però al vedere una moltitudine di persone abbandonare il profano culto degli dei per professare la religione predicata da s. Pietro, ed essendosi accorto che la predicazione del santo Apostolo era giunta a guadagnare persone da lui molto favorite e quelle stesse che in corte erano strumento d'iniquità; tutte queste cose gli fecero raddoppiare la sua rabbia contro ai cristiani. In mezzo al furore di quella persecuzione Pietro era indefesso nell'animare i fedeli ad essere costanti nella fede fino alla morte, e nel convertire nuovi gentili, sicchè il sangue de' martiri ben lungi dall'atterrire i cristiani e diminuirne il numero, era un seme fecondo che ogni giorno li moltiplicava. Solamente gli Ebrei di colà, forse stimolati dagli Ebrei della Giudea, facevano gli ostinati. Per la qual cosa Iddio volendo fare l'ultima prova per vincere la loro ostinazione fece pubblicamente predire dal suo apostolo, che fra breve sarebbesi suscitato un re contro quella nazione, il quale dopo averla ridotta alle più gravi angustie uguaglerebbe al suolo la loro città, costringendone i cittadini a morir di fame e di sete. Allora, diceva: «si vedranno gli uni mangiare i corpi degli altri e consumarsi a vicenda, finchè venuti in preda a' vostri nemici vedrete sotto gli occhi vostri straziare crudelmente le vostre mogli, le vostre figlie, e i vostri fanciulli percossi emessi a morte sopra le pietre, le vostre contrade dal ferro e dal fuoco ridotte in desolazione e rovina. Quelli poi che sfuggiranno dalla comune sciagura saranno venduti come giumenti e soggetti a perpetua servitù. Tali mali verranno sopra di voi, o figliuoli di Giacobbe, perchè avete fatto festa sopra la morte del figliuolo di Dio, ed or ricusate di creder in Lui.» Lattanzio lib. 4.

Ma saputosi da' ministri della persecuzione che si sarebbero affaticati inutilmente se non toglievano di mezzo il capo dei cristiani, si volsero contro di lui per cercarlo e metterlo a morte. I cristiani considerando la perdita che avrebbero fatta colla morte di lui, studiavano ogni mezzo per impedire che egli cadesse nelle mani dei persecutori. Ma vedendo essere impossibile che egli potesse più a lungo star nascosto, lo consigliarono ad uscire da Roma e ritirarsi in luogo dove fosse men conosciuto. Pietro rifiutavasi a tali consigli suggeriti dall'amor figliale, e anzi ardentemente desiderava la corona del martirio. Ma seguitando i fedeli a pregarlo di far ciò pel bene della Chiesa di Dio, cioè cercare di conservarsi in vita per istruire i fedeli, confermare nella fede i credenti e guadagnare anime a Cristo, infine accondiscese e stabilì di partire.

Di nottetempo prese da' fedeli congedo per involarsi al furore degl'idolatri. Ma giunto alle mura della città, quando stava per uscire dalla porta Capena, detta oggidì Porta di s. Sebastiano, gli apparve Gesù Cristo in quello stesso sembiante in cui l'aveva conosciuto e per più anni trattato. L'Apostolo benchè fosse sorpreso da questa inaspettata comparsa, nondimeno secondo la sua prontezza di spirito si fece animo di interrogarlo dicendo: O Signore, dove andate? Domine, quo vadis? Rispose Gesù: Io vengo a Roma per essere di nuovo crocifisso. Da tali parole conobbe Pietro che era imminente la propria crocifissione, poichè sapendo che il Signore non poteva più essere nuovamente crocifisso per se medesimo, doveva esserlo nella persona del suo Apostolo. In memoria di questo avvenimento presso alla porta di S. Sebastiano fu edificata una chiesa detta ancora oggidì, Domine, quo vadis, oppure Sancta Maria ad Passus, ossia Santa Maria de' Piedi, perchè il Salvatore in quel luogo, dove parlò a s. Pietro, lasciò impressa sopra di una pietra !a sacra traccia de' suoi piedi. Questa pietra si conserva tuttora nella chiesa di s. Sebastiano.

Dopo tale avviso del Salvatore s. Pietro ritornò indietro, e interrogato dai Cristiani di Roma sulla cagione disi presto ritorno, raccontò loro ogni cosa. Niuno ebbe più alcun dubbio, che Pietro in breve sarebbe stato incarcerato ed avrebbe glorificato il Signore col dare per lui la vita. Nel timore pertanto di cadere da un momento all'altro nelle mani dei persecutori e che in quei calamitosi momenti la Chiesa rimanesse priva del sue supremo pastore, pensò di nominar alcuni dei vescovi più zelanti dei quali uno settentrasse nel Pontificato dopo sua morte. Furono questi s. Lino, s. Cleto, s. Clemente e s. Anacleto, i quali lo avevano già aiutato in qualità di suoi vicari nei vari bisogni della Chiesa. Di questi papi parleremo appositamente altrove.

Non contento s. Pietro di aver così provveduto a' bisogni della sede pontificia, volle altresì indirizzare uno scritto a tutti i fedeli, come per suo testamento, cioè una seconda lettera. Questa lettera è diretta al corpo universale dei fedeli, nominando in particolar maniera quelli del Ponto, della Galazia e di altre provincie dell'Asia a cui aveva predicato.

Dopo di aver di nuovo accennate le cose già dette nella sua prima lettera, raccomanda di avere sempre innanzi agli occhi Gesù Salvatore, guardandosi dalla corruzione di questo secolo e da' piaceri mondani. Per risolverli poi a tenersi fermi nella virtù, mette loro in vista i premii che il Salvatore tien preparati nel regno eterno del Cielo, ed all'incontro richiama loro i terribili castighi coi quali suole Iddio punire i peccatori bene spesso in questa vita, ma infallibilmente nell'altra colla pena eterna del fuoco. Portandosi poi col suo pensiero nell'avvenire, predice gli scandali che molti uomini perversi avrebbero suscitato, gli errori che avrebbero seminati, le astuzie di cui sarebbonsi serviti per propagarle. «Ma sappiate, egli dice, che costoro a somiglianza di fonti senza acqua, e di nebbie oscure agitate dai venti sono tutti impostori e seduttori delle anime, che promettono una libertà, la quale va sempre a finire in una miserabile schiavitù in cui si trovano avvolti essi medesimi, dopo di che, loro è riserbato il giudicio, la perdizione ed il fuoco.»

«Per me, egli continua, io son certo, che secondo la rivelazione avuta dal N. Signore Gesù Cristo fra poco tempo debbo abbandonare questo tabernacolo del mio corpo, ma non mancherò di far in maniera, che ancor dopo la morte abbiate i mezzi per richiamare tali cose alla mente vostra. State certi, le promesse del Signore non mancheranno mai: verrà il giorno estremo in cui cesseranno di essere i cieli, gli elementi saranno disciolti o divorati dal fuoco, sarà consumata la terra con tutto ciò che contiene. Occupati adunque nelle opere di pietà, aspettiamo con impazienza e con piacere la venuta del giorno del Signore e secondo le sue promesse viviamo in maniera di poter passare alla contemplazione dei cieli ed al possesso di un'eterna gloria.»

Dipoi li esorta a conservarsi mondi dal peccato, e a credere costantemente che la lunga pazienza che usa spesso il Signore con noi, è per comun nostro bene. Quindi raccomanda caldamente di non interpretare le sacre scritture col privato intendimento di ciascuno, e nota particolarmente le lettere di s. Paolo, che egli chiama suo fratello carissimo di cui dice così: «Gesù Cristo differisce la sua venuta per darvi tempo a convertirvi; le quali cose vi scrisse Paolo nostro carissimo fratello secondo la scienza che gli è stata data da Dio. Siccome eziandio fa in tutte le sue lettere, ove egli parla di queste medesime cose. State però ben attenti che in queste lettere vi sono alcune cose difficili ad intendersi, le quali gli uomini ignoranti e leggeri spiegano in senso perverso, siccome fanno eziandio delle altre parti della sacra scrittura, di cui si abusano a loro propria perdizione.» Le quali parole meritano di essere attentamente considerate dai protestanti i quali vogliono affidare l'interpretazione della Bibbia a qualsiasi uomo del popolo comunque sia rozzo ed ignorante. A questi si può applicare che la capricciosa spiegazione della Bibbia riuscì a loro propria perdizione: ad suam ipsorum perditionem, Ep. 2, cap. 3.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/