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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Il silenzio ci dona una visione nuova di ogni cosa. Abbiamo bisogno del silenzio per essere in grado di accostarci alle anime. La cosa più importante non èquel che diciamo ma quello che Dio dice a noi e attra­verso noi. Gesù è sempre lì ad aspettarci, in silenzio. In quel silenzio, ci ascolta, parla alle nostre anime, e lì noi udiamo la sua voce.
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Vita di San Pietro di San Giovanni Bosco



San Pietro

S. Pietro va al Concilio di Gerusalemme, definisce una questione. S. Giacomo conferma il suo giudizio. Anno di Gesù Cristo 50.

Iddio aveva già prima fatto conoscere più volte che voleva mandare S. Paolo e S. Barnaba a predicare a' Gentili. Ma fino allora esercitavano il loro sacro ministerio come semplici ministri, e forse anche come vescovi senzachè loro fosse peranche conferita la pienezza dell'apostolato. Quando poi andarono in Gerusalemme per cagione del Concilio, e raccontarono le maraviglie per mezzo loro da Dio operate fra i gentili, si trattennero eziandio a speciali colloquii coi Ss. Pietro, Giacomo e Giovanni. Raccontarono, dice il sacro Testo, tali maraviglie a quelli che tenevano le prime cariche nella Chiesa, tra quali erano certamente i tre apostoli sopra nominali, che si consideravano come le tre colonne principali della Chiesa. Egli fu in questa occasione, dice S. Agostino, che S. Pietro, come capo della Chiesa, Vicario di Gesù Cristo, e divinamente inspirato, conferì a Paolo e a Barnaba la pienezza dell'apostolato con incarico di portare la luce del Vangelo a' Gentili. Così S. Paolo fu elevato alla dignità di apostolo colla stessa pienezza di poteri che godevano gli altri apostoli stabiliti da Gesù Cristo.

Mentre S. Pietro e S. Paolo dimoravano in Antiochia avvenne un fatto che merita di essere riferito. S. Pietro era certamente persuaso che le cerimonie della legge di Mosè non fossero più obbligatorie pei Gentili, tuttavia quando trovavasi cogli Ebrei mangiava all'uso giudaico, temendo di disgustarli se avesse praticato altrimenti. Tale condiscendenza era cagione che molti Gentili si raffreddassero nella fede; quindi nasceva avversione tra gentili ed ebrei, e veniva a rompersi quel vincolo di carità che forma il carattere dei veri seguaci di Gesù Cristo. S. Pietro ignorava le dicerie che avevano luogo sopra questo fatto. S. Paolo accorgendosi che tale condotta di Pietro poteva generare scandalo nei fedeli, pensò di correggerlo pubblicamente dicendo: Se tu, essendo Giudeo, hai conosciuto per la fede di poter vivere e vivi difatti come i gentili, e non come i giudei, perchè col tuo esempio vuoi costringere i gentili all'osservanza della legge giudaica? S. Pietro fu molto contento di tale avviso, perciocchè con tal fatto veniva pubblicato in faccia a tutti i fedeli, che la legge cerimoniale di Mosè non era più obbligatoria, e come colui che ad altri predicava l'umiltà di Gesù Cristo, seppe praticarla egli medesimo, non dando il minimo segno di risentimento. D'allora in poi non ebbe più alcun riguardo pella legge cerimoniale di Mosè.

Bisogna però qui notare co' Ss. Padri che quanto faceva s. Pietro non era male in sè, ma somministrava a' cristiani motivo di discordia. Si vuole eziandio che s. Pietro sia stato d'accordo con s. Paolo intorno alla correzione da farsegli pubblicamente, affinchè vie più fosse conosciuta la cessazione della legge cerimoniale di Mosè.

Da Antiochia s. Pietro andò a predicare in varie città, finchè fu avvisato da Dio di recarsi presto a Roma per assistere i fedeli in una fiera persecuzione eccitata contro a' cristiani. Quando s. Pietro giunse in quella città governava l'impero Nerone, uomo pieno di vizi e per conseguenza il più avverso al cristianesimo. Egli aveva fatto appiccare il fuoco in vari lati di Roma, pel che la città con molti cittadini rimase in gran parte consumata dalle fiamme. Nerone poi gettò la colpa di quella malvagia azione sopra i cristiani. Nella sua crudeltà egli aveva fatto mettere a morte un virtuoso filosofo di nome Seneca, che era stato suo maestro.

La medesima sua madre perì vittima di quello snaturato figlio; il quale di poi per placare le ombre infernali, o piuttosto per sedare i rimorsi della coscienza fece ricercare i maghi più accreditati per far uso della loro magia e dei loro incantesimi. Il mago Simone, quello stesso che aveva cercato di comperare da s. Pietro i doni dello Spirito Santo, approfittò dell'assenza del S. Apostolo, per recarsi in quella città affine di adulare quell'imperatore e screditare la religione cristiana.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/