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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Santo Curato d'Ars (San Giovanni Maria Vianney):Si fa di più per Dio facendo le stesse cose senza piacere e senza gusto. E' possibile che sarò cacciato via; in attesa, faccio come se dovessi rimanere per sempre.
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Vita di San Pietro di San Giovanni Bosco



San Pietro

Dio rivela a S. Pietro essere giunto il tempo della vocazione de' Gentili. Va in Cesarea e battezza la famiglia di Cornelio Centurione. Anno di Gesù Cristo 39.

Mentre la parola di Dio predicata con santo zelo dagli Apostoli, e da' discepoli produceva frutti di vita eterna fra gli Ebrei e fra i Gentili, la Giudea era governata da Erode Agrippa nipote di Erode il Grande. Dominato costui da spirito di ambizione e di vanagloria desiderava perdutamente di guadagnarsi l'affetto del popolo. Gli Ebrei e specialmente quelli che erano in qualche autorità, seppero valersi di questa sua propensione per muoverlo a perseguitare la Chiesa e cercare gli applausi dei perversi Giudei nel sangue dei cristiani. Cominciò egli dal far mettere in prigione l'apostolo S. Giacomo per farlo di poi condannare al patibolo. Questi è S. Giacomo Maggiore fratello di S. Giovanni l’evangelista, fedele amico di Pietro, che ebbe seco lui molti segni di speciale benevolenza dal Salvatore.

Questo coraggioso apostolo dopo la discesa dello Spirito Santo predicò il Vangelo nella Giudea, di poi andò nella Spagna, dove convertì molti alla fede. Ritornato in Palestina, fra gli altri converti un certo Ermogene, uomo celebre, la qual cosa dispiacque molto ad Erode, e gli servì di pretesto per farlo mettere in prigione. Condotto dinanzi ai tribunali, dimostrò tanta fermezza nel rispondere e confessare Gesù Cristo che il giudice ne rimase maravigliato. Il suo stesso accusatore, commosso da tanta costanza, rinunziò al giudaismo e si dichiarò pubblicamente cristiano, e come tale venne eziandio condannato a morte. Mentre amendue erano condotti al supplizio, esso si rivolse a S. Giacomo e gli dimandò perdono di quanto aveva detto e fatto contro di lui. Il santo apostolo dandogli un'affettuosa occhiata pax tecum, gli disse, la pace sia con te. Quindi lo abbracciò e lo baciò, protestando che di tutto cuore lo perdonava, anzi come fratello lo amava. Di qui si vuole che abbia avuto origine il segno di pace e di perdono, che suole usarsi fra i cristiani e specialmente nel sacrificio della santa messa.

Dopo di che quei due generosi confessori della fede ebbero tagliatata la testa e si congiunsero eternamente in cielo.

Una tal morte contristò molto i fedeli ma rallegrò al sommo i Giudei, i quali colla morte dei capi della religione si pensavano di mandare a fine la religione medesima. Erode vedendo che la morte di S. Giacomo era piaciuta ai Giudei, pensò di procacciar loro un più dolce spettacolo col far imprigionare S. Pietro, per poi lasciarlo in balìa del loro cieco furore. E poichè correva la settimana degli azimi, che per gli Ebrei è tempo di giubilo e di preparazione alla Pasqua, non volle funestare la pubblica allegrezza di quei giorni col supplizio di un uomo preteso reo. Carico perciò di catene il fece condurre in mezzo a due custodi, e ordinò che fosse con tutta cautela custodito dentro ad oscura prigione fino al termine di quella solennità. Diede poi ordine rigoroso che fossero posti per guardia sedici soldati, i quali notte e giorno vegliassero ripartiti in due luoghi, cioè altri in vista della prigione, altri alla porta di ferro che metteva in un viottolo della città. Certamente sapeva quel re come Pietro fosse già stato altre volte posto in prigione, e uscito in una maniera affatto maravigliosa, e non voleva che gli accadesse altra volta somigliante cosa. Ma tutte queste cautele, uscio, porta, catene, custodi e guardie ad altro non servirono che a dar maggior risalto all'opera di Dio.

Siccome l'arma più polente lasciata dal Salvatore ai cristiani è la preghiera, così tutti i fedeli, come privati del loro comun padre e pastore, si radunarono insieme, piangendo la prigionia di lui, e porgendo di continuo preghiere a Dio, onde lo liberasse dall'imminente pericolo. Sebbene queste loro orazioni fossero più forti delle catene, nondimeno piacque al Signore di esercitare per qualche giorno la loro pazienza e fede, e fare vie più conoscere gli effetti della sua onnipotenza.

Era già la notte precedente al giorno fissato per la morte di Pietro. Egli era tutto rassegnato alle divine disposizioni, egualmente preparato a vivere e morire per la gloria del suo Signore; perciò nel buio di quell'orrida prigione dimorava colla maggior tranquillità dell'animo suo. Dormiva egli, ma per lui vegliava chi ha promesso di assistere la sua Chiesa. Era la mezzanotte, ogni cosa in cupo silenzio, quando improvvisamente una luce sfolgoreggiante illumina tutto quel carcere; mentre un angelo mandato da Dio scuote Pietro, lo risveglia dicendogli: presto, levati su. A tali parole ambe le catene si sciolsero e gli caddero dalle mani. Allora l'angelo continuò: mettiti tosto gli abiti indosso coi calzari ai piedi: S. Pietro fece ogni cosa; e l'angelo seguì, dicendogli: mettiti ancora sulle spalle il mantello, e vienmi dietro. Pietro ubbidì; ma gli pareva che tutto fosse un sogno e che egli fosse fuori di sè. Intanto le porte della prigione trovandosi aperte, egli se ne usciva seguendo l'angelo che gli andava innanzi. Passate le prime e le seconde guardie, senza che dessero il minimo segno di vederli, giunsero alla porta di ferro d'enorme grossezza, che mettendo fuori dall'edifizio delle carceri dava adito in città. Quella porta si aprì da se medesima. Usciti adunque camminarono alquanto insieme finchè l'angelo disparve. Allora Pietro tornato in se stessso, e riflettendo sopra se medesimo, ora, disse, mi accorgo che il Signore mandò veramente il suo angelo a liberarmi dalle mani di Erode, e dal giudizio che gli Ebrei aspettavano che egli facesse di me. Considerato poi bene il luogo dove era, andò difilato alla casa di certa Maria, madre di Giovanni, soprannominato Marco, dove molti fedeli stavano radunati in orazione supplicando Iddio che si degnasse di venire in soccorso del capo della Chiesa.

Giunto S. Pietro a quella casa, si mise a bussare la porta. Una fanciulla di nome Rosa, andò per vedere chi fosse. Chi c'è? ella disse. E Pietro: son'io, apri. La fanciulla conosciutane bene la voce, quasi fuor di sè per la gioia, non badò più ad aprire la porta, e lasciatolo fuori, corse a darne avviso ai padroni. Non sapete? egli è Pietro. Ma quegli le dissero: tu vaneggi, Pietro è in prigione e non può trovarsi qui a quest'ora. Ma ella continuava ad asserire che era veramente desso. Essi allora dissero: quello che tu hai visto o sentito sarà forse il suo angelo, che nella forma di lui può esser venuto a darcene qualche novella.

Mentre costoro disputavano colla fanciulla, Pietro seguitava a bussare più forte dicendo: olà, aprite. Ciò li mosse a correre in fretta ad aprire, e conobbero che era veramente Pietro. A tutti sembrava un sogno, e ciascuno giudicava di vedere un morto risuscitato. Alcuni chiedevano chi l'avesse liberato, altri quando, alcuni erano impazienti di sapere se erasi operato qualche prodigio. Allora Pietro per appagarli tutti, fatto cenno colla mano che stessero in silenzio, raccontò per ordine tutto l'avvenuto coll'angelo, e come lo aveva cavato di prigione. Ognuno piangeva di tenerezza e lodando Iddio, lo ringraziavano del favore loro usato.

Pietro non giudicandosi più sicuro della vita in Gerusalemme, disse a quei discepoli, andate e riferite queste cose a Giacomo (il Minore, vescovo di Gerusalemme) ed agli altri fratelli, e liberateli dalla pena in cui si trovano per conto mio. In quanto a me, io vedo conveniente partire da questa città e andarmene altrove.

Quando fu sparsa la notizia che Iddio aveva così prodigiosamente liberato il capo della Chiesa, tutti i fedeli ne furono vivamente consolati.

La Chiesa cattolica celebra la memoria di questo glorioso avvenimento il giorno primo di agosto sotto il titolo di festa di S. Pietro in Vincoli. Ma che ne fu di Erode e delle sue guardie? Fattosi giorno, le guardie che nulla avevano nè udito nè veduto, andarono di buon mattino a visitare la prigione; quando poi non trovarono più Pietro, rimasero prese dal più grande sbigottimento. La cosa fu subito riferita ad Erode, il quale fece bensì cercare S Pietro, ma non gli fu più possibile di trovarlo. Allora sdegnato fece fare un processo ai soldati e li fece tutti condurre a morte, forse per sospetto di negligenza o d'infedeltà, avendo trovato aperte le porte della prigione.

Ma l'infelice Erode non tardò molto a pagare il fio delle ingiustizie e dei tormenti fatti patire ai seguaci di Gesù Cristo. Per alcuni affari politici da Gerusalemme egli era andato nella città di Cesarea, e mentre si pasceva degli applausi, con cui il popolo follemente lo adulava chiamandolo Dio; in quell'istante medesimo fu colpito da un Angelo del Signore; venne portato fuori della piazza, e fra indicibili dolori rosicato dai vermi spirò. Questo fatto fa vedere con quanta sollecitudine Dio viene in aiuto dei suoi servi fedeli, e dà un avviso terribile ai malvagi. Essi devono grandemente temere la mano di Dio, che severamente punisce anche nella presente vita coloro, che disprezzano la religione o nelle cose sacre o nella persona de' suoi ministri.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/