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Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

San Pio da Pietrelcina:Se vogliamo raccogliere è necessario non tanto il seminare, quanto spargere il seme in un buon campo, e quando questo seme diventerà pianta, ci stia molto a cuore di vegliare a che la zizzania non soffochi le tenere pianticelle.
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Vita di San Paolo apostolo di San Giovanni Bosco



San Paolo

S. Paolo va a conferire con s. Pietro. Assiste al Concilio di Gerusalemme. - Anno di Cristo 50.

Dopo le fatiche e i patimenti sofferti da Paolo e da Barnaba nella loro terza missione, contenti delle anime che loro era riuscito di condurre all'ovile di Gesù Cristo ritornarono ad Antiochia di Siria. Colà si fecero a raccontare ai fedeli di quella città le maraviglie da Dio operate nella conversione dei Gentili. Il Santo Apostolo fu ivi consolato con una rivelazione nella quale Dio gli comando di portarsi a Gerusalemme per conferire con s. Pietro intorno al Vangelo da lui predicato. Dio aveva ciò comandato affinchè s. Paolo riconoscesse in s. Pietro il Capo della Chiesa, e così tutti i Fedeli comprendessero come i due principi degli Apostoli predicavano una medesima fede, un solo Dio, un solo battesimo, un solo Salvator Gesù Cristo.

Paolo parti in compagnia di Barnaba conducendo seco un discepolo di nome Tito, guadagnato alla fede nel corso di questa terza missione. Questi è quel famoso Tito che divenne un modello di virtù, fedele seguace e coadiutore del nostro santo Apostolo e di cui noi pure avremo più volte da parlare. Giunti in Gerusalemme si presentarono agli apostoli Pietro, Giacomo e Gioanni che erano considerati come le principali colonne della Chiesa. Fra le altre cose fu colà convenuto che Pietro con Giacomo e Gioanni si applicherebbe in maniera speciale per condurre i Giudei alla Fede; Paolo e Barnaba attendessero principalmente alla conversione de' Gentili.

Dimorò Paolo quindici giorni in quella città dopo cui ritornò co' suoi compagni in Antiochia. Ivi trovarono i fedeli molto agitati per una questione derivata da ciò, che i Giudei volevano obbligare i Gentili a sottomettersi alla circoncisione e alle altre cerimònie della legge di Mosè, che era lo stesso come dire essere necessario divenire prima buon Ebreo per divenire di poi buon Cristiano. Le contese andarono tanto oltre che non potendosi altrimenti acquetare fu risoluto di inviare Paolo e Barnaba in Gerusalemme per consultare il Capo della Chiesa affinchè così da lui fosse decisa la questione.

Noi abbiamo già raccontato nella vita di s. Pietro come Iddio con una maravigliosa rivelazione aveva a questo principe degli Apostoli fatto conoscere che i Gentili venendo alla fede non erano obbligati alla circoncisione, nè alle altre cerimonie della legge di Mosè; tuttavia affinchè la volontà di Dio fosse da tutti conosciuta, e fosse in modo solenne sciolta ogni difficoltà, Pietro radunò un concilio generale che fu il modello di tutti i concili che vennero celebrali ne' tempi avvenire. Colà Paolo e Barnaba esposero lo stato della quistione che fu da s, Pietro definita e confermata dagli altri Apostoli nella maniera seguente: «Gli Apostoli e gli anziani ai fratelli convertiti dal gentilesimo, che dimorano in Antiochia e nelle altre parti della Siria e della Cilicia. Avendo noi inteso che alcuni venuti di qua hanno turbato ed angustiato le vostre coscienze con idee arbitrarie, è sembrato bene a noi qui radunati di scegliere e mandare a voi Paolo e Barnaba, uomini a noi carissimi, che sacrificarono la loro vita pel nome di nostro Signor Gesù Cristo. Con essi mandiamo Sila e Giuda, i quali consegnandovi le nostre lettere vi confermeranno a bocca le medesime verità. Imperciocchè fu giudicato dallo Spirito Santo e da noi di non imporvi altra legge eccetto quella che dovete osservare, cioè astenervi dalle cose sacrificate agli idoli, dalle carni soffocate, dal sangue e dalla fornicazione, dalle quali cose astenendovi farete bene. Statevi con Dio.» Quest'ultima cosa, cioè la fornicazione, non occorreva proibirta essendo affatto contraria ai dettami della ragione e proibita dal sesto precetto del Decalogo. Fu però rinnovata tale proibizione riguardo ai Gentili, i quali nel culto de' loro falsi Dei pensavano che fosse lecito, anzi cosa gradita a quelle immonde divinità.

Giunti Paolo e Barnaba con Sila e Giuda in Antiochia pubblicarono la lettera col decreto del concilio, con cui non solo acquetarono il tumulto, ma riempirono i fratelli d'allegrezza riconoscendo ognuno la voce di Dio in quella di s. Pietro e del concilio. Sila e Giuda contribuirono molto a quella comune allegrezza, perciocchè essendo essi profeti, cioè ripieni dello Spirito Santo e dotati del dono della divina parola e di una grazia particolare per interpretare le divine scritture, ebbero molta efficacia per confermare i fedeli nella fede, nella concordia e nei buoni proponimenti.

S. Pietro, essendo stato informato dei progressi straordinarii che il Vangelo faceva in Antiochia, volle anch'egli venire a visitare que' fedeli cui egli aveva già per più anni predicato e tra cui aveva per sette anni tenuta la Sede Pontifìcia.

Mentre i due principi degli Apostoli dimoravano in Antiochia avvenne che Pietro per compiacere agli Ebrei praticava alcune cerimonie della legge mosaica; la qual cosa era cagione di una certa avversione per parte de' Gentili senza che s. Pietro ne fosse consapevole. S. Paolo venuto a notizia di questo fatto avvisò pubblicamente s.Pietro, il quale con ammirabile umiltà ricevette l'avviso senza proferire parole di scusa; anzi d'allora in poi divenne amicissimo di s. Paolo e nelle sue lettere non soleva chiamarlo con altro nome se non con quello di fratello carissimo. Esempio degno di essere imitato da quelli che in qualche maniera sono avvisati dei loro difetti.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/