Vita di San Paolo apostolo di San Giovanni Bosco
Profezia di Agabo. - Saulo e Barnaba ordinati vescovi. - Vanno nell'isola di Cipro. - Conversione del proconsole Sergio. - Castigo del mago Elima. - Gian Marco ritorna in Gerusalemme. - Anno di G. C. 40-1-2-3.
Mentre Saulo a Tarso predicava la divina parola, Barnaba si pose a predicarla con gran frutto in Antiochia. Alla vista poi del gran numero di quelli che ogni giorno venivano alla Fede, Barnaba stimò bene di recarsi a Tarso per invitare Saulo a venirlo a coadiuvare. Vennero difatti amendue in Antiochia, e quivi colla predicazione e coi miracoli guadagnarono un gran numero di fedeli.
In que' giorni alcuni profeti, cioè alcuni fervorosi cristiani che illuminati da Dio predicevano l'avvenire, vennero da Gerusalemme ad Antiochia. Uno di essi di nome Agabo, inspirato dallo Spirito Santo, predisse una gran carestia che doveva desolare tutta la terra, come difatti avvenne sotto all'impero di Claudio. I Fedeli per prevenire i mali, che questa carestia avrebbe cagionato risolsero di fare una colletta e così ciascuno secondo le proprie forze mandar qualche soccorso ai fratelli della Giudea. La qual cosa fecero con molto buon risultato. Per avere poi una persona di credito presso a tutti, scelsero Saulo e Barnaba e li mandarono a portare tal limosina ai sacerdoti di Gerusalemme perchè ne facessero la distribuzione secondo il bisogno. Compiuta la loro missione Saulo e Barnaba ritornarono in Antiochia.
Dimoravano pure in questa città altri profeti e dottori, tra i quali un certo Simone soprannominato il Nero, Lucio da Cirene e Manaem fratello di latte di Erode. Un giorno mentre essi offerivano i Santi Misteri e digiunavano, apparve lo Spirito Santo in maniera straordinaria e disse loro: separatemi Saulo e Barnaba per l'opera del sacro ministero a cui li ho eletti. Allora fu ordinato un digiuno con pubbliche preghiere e avendo loro imposto le mani, li consacrarono vescovi. Questa ordinazione fu modello di quelle che la Chiesa Cattolica suole fare ai suoi ministri: di qui ebbero origine i digiuni delle quattro tempora, delle preghiere e altre cerimonie che sogliono aver luogo nella sacra ordinazione. Saulo era in Antiochia quando ebbe una maravigliosa visione nella quale fu rapito al terzo cielo, cioè fu sollevato da Dio a contemplare le cose del Cielo più sublimi di cui sia capace un uomo mortale. Egli medesimo lasciò scritto che ha veduto cose le quali non si possono esprimere con parole, cose non mai vedute, non mai udite, e che il cuor dell'uomo non può nemmeno immaginare. Da questa celeste visione Saulo confortato partì con Barnaba e. andò direttamente a Seleucia di Siria, così chiamata per distinguerla da un'altra città dello stesso nome che è situata in vicinanza del Tigri verso la Persia. Avevano eziandio seco loro certo Giovanni Marco, non Marco l'Evangelista. Esso era figliuolo di quella pia vedova nella cui casa erasi rifuggito S. Pietro quando fu miracolosamente da un angelo liberato di prigione. Egli era cugino di Barnaba ed era stato condono da Gerusalemme in Antiochia nell'occasione che andarono colà a portar le limosine.
Seleucia aveva un porto sul Mediterraneo; di là i nostri operai evangelici si imbarcarono per andare all'isola di Cipro patria di S. Barnaba. Giunti a Salamina, città e porto considerevole di quell'isola, cominciarono ad annunciare il Vangelo ai Giudei, e di poi ai Gentili che erano più semplici e meglio disposti a ricevere la fede. I due Apostoli predicando per tutta quell'isola vennero a Pafo capitale del paese dove risiedeva il proconsole ossia il governatore Romano di nome Sergio Paolo. Qui lo zelo di Saulo ebbe occasione di esercitarsi a motivo di un mago chiamato Bar Jesu o Elima. Costui fosse per guadagnarsi il favore del proconsole, o cavar danaro dalle sue truffe, seduceva la gente e allontanava Sergio dal seguire i pii sentimenti del suo cuore. Il proconsole avendo udito a parlare dei predicatori che erano venuti nel paese da lui governato, li mandò a chiamare, affinchè andassero a fargli conoscere la loro dottrina. Andarono tosto Saulo e Barnaba ad esporgli le verità del Vangelo; ma Elima {20 [186]} al vedersi togliere la materia de' suoi guadagni, temendo forse peggio, si mise a guastare i disegni di Dio, contraddicendo alla dottrina di Saulo e screditandolo presso al Proconsole per tenerlo lontano dalla verità. Allora Saulo tutto acceso di zelo e di Spirito Santo gli gittò addosso gli sguardi: scellerato, gli disse, arca di empietà e di frode, figlio del diavolo, nemico d'ogni giustizia, non li arresti ancora dal pervertire le diritte strade del Signore? Or ecco la mano di Dio pesare sopra di te: fin da questo momento tu sarai cieco, e per quel tempo che Dio vorrà non vedrai più la luce del sole. All'istante gli cadde sugli occhi una caligine da cui toltagli la facoltà di vedere, egli andava attorno tentone cercando chi gli desse la mano.
A quel fatto terribile Sergio riconobbe la mano di Dio, e mosso dalle prediche di Saulo e da quel miracolo credette in Gesù Cristo ed abbracciò la fede con tutta la sua famiglia. Anche il mago Elima atterrito da questa repentina cecità, riconobbe la potenza divina nelle parole di Paolo, e rinunziando all'arte magica, si convertì, fece penitenza ed abbracciò la fede. In quest' occasione Saulo prese il nome di Paolo sia in memoria della conversione di quel governatore, sia per essere meglio accolto fra i Gentili, perciocchè Saulo era nome ebreo, Paolo in vece era nome romano.
Raccolto in Pafo non piccolo frutto della loro predicazione, Paolo e Barnaba con altri compagni s'imbarcarono alla volta di Perga città della Pamfilia. Ivi rimandarono a casa Giovanni Marco che fino allora erasi adoperato in loro aiuto. Barnaba lo avrebbe volentieri ancor tenuto; ma Paolo scorgendo in lui una certa pusillanimità ed incostanza pensò di rimandarlo a sua madre in Gerusalemme. Noi vedremo fra breve questo discepolo a riparare la debolezza or ora dimostrata e divenire fervososo predicatore.
Fonte: http://www.donboscosanto.eu/
In que' giorni alcuni profeti, cioè alcuni fervorosi cristiani che illuminati da Dio predicevano l'avvenire, vennero da Gerusalemme ad Antiochia. Uno di essi di nome Agabo, inspirato dallo Spirito Santo, predisse una gran carestia che doveva desolare tutta la terra, come difatti avvenne sotto all'impero di Claudio. I Fedeli per prevenire i mali, che questa carestia avrebbe cagionato risolsero di fare una colletta e così ciascuno secondo le proprie forze mandar qualche soccorso ai fratelli della Giudea. La qual cosa fecero con molto buon risultato. Per avere poi una persona di credito presso a tutti, scelsero Saulo e Barnaba e li mandarono a portare tal limosina ai sacerdoti di Gerusalemme perchè ne facessero la distribuzione secondo il bisogno. Compiuta la loro missione Saulo e Barnaba ritornarono in Antiochia.
Dimoravano pure in questa città altri profeti e dottori, tra i quali un certo Simone soprannominato il Nero, Lucio da Cirene e Manaem fratello di latte di Erode. Un giorno mentre essi offerivano i Santi Misteri e digiunavano, apparve lo Spirito Santo in maniera straordinaria e disse loro: separatemi Saulo e Barnaba per l'opera del sacro ministero a cui li ho eletti. Allora fu ordinato un digiuno con pubbliche preghiere e avendo loro imposto le mani, li consacrarono vescovi. Questa ordinazione fu modello di quelle che la Chiesa Cattolica suole fare ai suoi ministri: di qui ebbero origine i digiuni delle quattro tempora, delle preghiere e altre cerimonie che sogliono aver luogo nella sacra ordinazione. Saulo era in Antiochia quando ebbe una maravigliosa visione nella quale fu rapito al terzo cielo, cioè fu sollevato da Dio a contemplare le cose del Cielo più sublimi di cui sia capace un uomo mortale. Egli medesimo lasciò scritto che ha veduto cose le quali non si possono esprimere con parole, cose non mai vedute, non mai udite, e che il cuor dell'uomo non può nemmeno immaginare. Da questa celeste visione Saulo confortato partì con Barnaba e. andò direttamente a Seleucia di Siria, così chiamata per distinguerla da un'altra città dello stesso nome che è situata in vicinanza del Tigri verso la Persia. Avevano eziandio seco loro certo Giovanni Marco, non Marco l'Evangelista. Esso era figliuolo di quella pia vedova nella cui casa erasi rifuggito S. Pietro quando fu miracolosamente da un angelo liberato di prigione. Egli era cugino di Barnaba ed era stato condono da Gerusalemme in Antiochia nell'occasione che andarono colà a portar le limosine.
Seleucia aveva un porto sul Mediterraneo; di là i nostri operai evangelici si imbarcarono per andare all'isola di Cipro patria di S. Barnaba. Giunti a Salamina, città e porto considerevole di quell'isola, cominciarono ad annunciare il Vangelo ai Giudei, e di poi ai Gentili che erano più semplici e meglio disposti a ricevere la fede. I due Apostoli predicando per tutta quell'isola vennero a Pafo capitale del paese dove risiedeva il proconsole ossia il governatore Romano di nome Sergio Paolo. Qui lo zelo di Saulo ebbe occasione di esercitarsi a motivo di un mago chiamato Bar Jesu o Elima. Costui fosse per guadagnarsi il favore del proconsole, o cavar danaro dalle sue truffe, seduceva la gente e allontanava Sergio dal seguire i pii sentimenti del suo cuore. Il proconsole avendo udito a parlare dei predicatori che erano venuti nel paese da lui governato, li mandò a chiamare, affinchè andassero a fargli conoscere la loro dottrina. Andarono tosto Saulo e Barnaba ad esporgli le verità del Vangelo; ma Elima {20 [186]} al vedersi togliere la materia de' suoi guadagni, temendo forse peggio, si mise a guastare i disegni di Dio, contraddicendo alla dottrina di Saulo e screditandolo presso al Proconsole per tenerlo lontano dalla verità. Allora Saulo tutto acceso di zelo e di Spirito Santo gli gittò addosso gli sguardi: scellerato, gli disse, arca di empietà e di frode, figlio del diavolo, nemico d'ogni giustizia, non li arresti ancora dal pervertire le diritte strade del Signore? Or ecco la mano di Dio pesare sopra di te: fin da questo momento tu sarai cieco, e per quel tempo che Dio vorrà non vedrai più la luce del sole. All'istante gli cadde sugli occhi una caligine da cui toltagli la facoltà di vedere, egli andava attorno tentone cercando chi gli desse la mano.
A quel fatto terribile Sergio riconobbe la mano di Dio, e mosso dalle prediche di Saulo e da quel miracolo credette in Gesù Cristo ed abbracciò la fede con tutta la sua famiglia. Anche il mago Elima atterrito da questa repentina cecità, riconobbe la potenza divina nelle parole di Paolo, e rinunziando all'arte magica, si convertì, fece penitenza ed abbracciò la fede. In quest' occasione Saulo prese il nome di Paolo sia in memoria della conversione di quel governatore, sia per essere meglio accolto fra i Gentili, perciocchè Saulo era nome ebreo, Paolo in vece era nome romano.
Raccolto in Pafo non piccolo frutto della loro predicazione, Paolo e Barnaba con altri compagni s'imbarcarono alla volta di Perga città della Pamfilia. Ivi rimandarono a casa Giovanni Marco che fino allora erasi adoperato in loro aiuto. Barnaba lo avrebbe volentieri ancor tenuto; ma Paolo scorgendo in lui una certa pusillanimità ed incostanza pensò di rimandarlo a sua madre in Gerusalemme. Noi vedremo fra breve questo discepolo a riparare la debolezza or ora dimostrata e divenire fervososo predicatore.
Fonte: http://www.donboscosanto.eu/