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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Santa Faustina Kowalska:Presentare il Padre come amore e misericordia è, nella coscienza medesima di Cristo, la verifica fondamentale della sua missione di Messia.
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Vita di San Paolo apostolo di San Giovanni Bosco



San Paolo

Patria, educazione di s. Paolo; suo odio contro ai Cristiani.

S. Pietro è il principe degli Apostoli, primo Papa, Vicario di Gesù Cristo sopra la terra. Egli fu stabilito Capo della Chiesa; ma la sua missione era particolarmente diretta alla conversione degli Ebrei. San Paolo poi è quell'Apostolo che fu da Dio in maniera straordinaria chiamato a portare la Luce del Vangelo ai Gentili. Questi due gran Santi sono dalla Chiesa nominati le colonne e le fondamenta della Fede, principi degli Apostoli, i quali colle loro fatiche, coi loro scritti e col loro sangue c' insegnarono la legge del Signore; - Ipsi nos docuerunt legem tuam, Domine. Per questo motivo alla vita di s. Pietro facciamo succedere quella di s. Paolo. È vero che questo apostolo non è da annoverarsi nella serie dei papi; ma le fatiche straordinarie da lui sostenute per aiutare s. Pietro a propagare il Vangelo, lo zelo, la carità, la dottrina lasciataci ne' sacri libri, ce lo fanno parer degno di essere posto a lato della vita del primo Papa, come forte colonna su cui si appoggia la Chiesa di Gesù Cristo.

S. Paolo era Giudeo della tribù di Beniamino. Otto giorni dopo la sua nascita fu circonciso e gli fu imposto il nome di Saulo che fu di poi cangiato in quello di Paolo. Suo padre dimorava in Tarso, città di Cilicia, provincia dell'Asia Minore. L'imperatore Cesare Augusto concedette molti favori a questa città e fra gli altri il diritto di cittadinanza romana. Onde s. Paolo essendo nato a Tarso era cittadino romano, qualità che portava con sè molti vantaggi; perciocchè si poteva godere dell' immunità dalle leggi particolari di tutti i paesi soggetti o alleati al romano impero, ed in qualunque luogo un cittadino Romano poteva appellarsi al senato od all' imperatore per essere giudicato.

I suoi parenti essendo agiati lo mandarono a Gerusalemme per dargli una educazione conveniente al loro stato. Il suo Maestro fu un dottore di nome Gamaliele, uomo di gran virtù, di cui abbiamo già parlato nella vita di s. Pietro. In quella città ebbe la ventura di trovare un buon compagno di Cipro, chiamato Barnaba, giovane di gran virtù, la cui bontà di cuore contribuì molto a temperare l' animo focoso del condiscepolo. Questi due giovani si conservarono sempre leali amici e noi li vedremo a divenire colleghi nella predicazione del Vangelo.

Il padre di Saulo era Fariseo, vale a dire professava la setta più severa fra gli Ebrei, la quale faceva consistere la virtù in una grande esterna apparenza di rigore, massima affatto contraria allo spirito di umiltà del Vangelo. Saulo seguitò le massime di suo padre, e poichè il suo maestro ora eziandio Fariseo, così egli divenne pieno di entusiasmo per accrescerne il numero e togliere di mezzo ogni ostacolo che si opponesse a tale scopo.

Era costume presso gli Ebrei di far imparare ai loro figliuoli un mestiere mentre attendevano allo studio della Bibbia. Ciò facevano affine di preservarli dai pericoli che seco porta li oziosità; ed anche per occupare il corpo e lo spirito in qualche cosa che potesse somministrare di che guadagnarsi il pane nelle gravi congiunture della vita: Saulo imparò il mestiere di conciatore di pelli e specialmente a cucir tende. Egli si segnalava sopra tutti quelli di sua età pel suo zelo verso la legge di Mosè e le tradizioni de' Giudei. Questo zelo poco illuminato lo rese bestemmiatore, persecutore e feroce nemico di Gesù Cristo.

Egli eccitò i Giudei a condannare santo Stefano, e fu presente alla sua morte. E poichè la sua età non gli permetteva di prender parte all' esecuzione della sentenza, così egli quando Stefano era per essere lapidato custodiva le vestimenta de' suoi compagni e li eccitava con furia a scagliare pietre contro di lui. Ma Stefano vero seguace del Salvatore fece la vendetta dei santi, cioè si mise a pregare per coloro che lo lapidavano. Questa preghiera fu il principio della conversione di Saulo; e s. Agostino dice precisamente che la Chiesa non avrebbe avuto in Paolo un apostolo, se il Diacono Stefano non avesse pregato.

In quei tempi fu suscitata una violenta persecuzione contro alla Chiesa di Gerusalemme e Saulo era colui che mostrava una smania feroce per disperdere e mandare a morte i discepoli di Gesù Cristo. A fine di fomentare meglio la persecuzione in pubblico ed in privato si fece a tal uopo autorizzare dal principe dei sacerdoti. Allora egli divenne qual lupo affamato che non si sazia di sbranare e divorare. Entrava nelle case dei Cristiani, li insultava, li malmenava, li legava o li faceva caricare di catene perchè fossero di poi strascinati in prigione, li faceva battere con verghe; insomma adoperva ogni mezzo per costringerli a bestemmiare il santo nome di Gesù Cristo. La notizia delle violenze di Saulo si sparse anche in paesi lontani di modo che il solo suo nome incuteva spavento fra i fedeli.

I persecutori non si contentavano di incrudelire contro alle persone dei Cristiani, ma, come fu sempre usato dai persecutori, li spogliavano ancora dei loro beni e di quanto possedevano in comune. La qual cosa faceva che molti erano indotti a campar la vita colle limosine che i fedeli delle Chiese lontane loro inviavano. Ma avvi un Dio che assiste e governa la sua Chiesa, e quando che meno ci pensiamo egli viene in soccorso di chi in lui confida.

Fonte: http://www.donboscosanto.eu/