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Giovedi, 18 aprile 2024 - Misteri luminosi - San Galdino ( Letture di oggi )

Massime di perfezione cristiana: Chi rivela ad altri, che non devono né è bene che le sappiano, le mancan­ze e i segreti del proprio confratello, semina discordie e diventa colpevole di molti peccati.
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Le virtù della Sacra Famiglia



Sacra Famiglia


19. La laboriosità

Vi lodiamo e benediciamo, o Santa Famiglia, per la virtù della laboriosità, che eser­citaste nella vostra casa di Nazareth, dando a tutti l'esempio che il lavoro ci associa all'opera creatrice di Dio, diventando anche, se fatto secondo il progetto di Dio, mezzo di salvezza e di sostentamento per la vita.

La Santa Famiglia di Nazareth si sentiva impegnata alla comune legge del lavoro, sia per partecipare all'opera divina della creazione che continua ancora nel tempo attraverso la collaborazione umana, sia per associarsi al­l'opera della redenzione del mondo. A quel tempo il lavoro era considerato un qualcosa di umiliante e da riservare agli schiavi; ma Gesù, Maria e Giuseppe, lo hanno accettato con amore e come se fosse una lode da offrire a Dio. Non guardavano al lavoro come mezzo per accumulare ricchezza, ma come virtù che nobilita e purifica lo spirito e come mezzo necessario per la loro sopravvivenza.

Gesù, per tutto il tempo che passò a Nazareth, aiutò Giuseppe nell'umile arte di carpentiere. E qui lo immaginiamo impegnato nei lavori più faticosi, sempre obbediente e disponibile al suo padre putativo ed al Padre celeste che aveva stabilito che l'uomo vivesse del sudore della propria fronte.

Nazareth era un piccolo villaggio, per cui tutti gli abitanti ricorrevano a Giuseppe ed al suo fedele aiutante per ogni loro necessità, e i due lavoravano con amore, diligenza e fedeltà. Vivevano il Vangelo della testimonianza prima ancora di predicarla alla gente.

Maria, dal canto suo, era tutta occupata in faccende di casa: cucinare, pulire, mettere in ordine, preparare vestiti ed accogliere i poveri e i forestieri. Il lavoro di una madre, fatto nel silenzio e nel nascondimento, come lo faceva Maria, non conosceva orari o riposo: solo Dio vedeva con quale dedizione faceva tutte le sue molteplici faccende.

Giuseppe, fedele osservante del sabato, deve aver meditato il salmo 128, che era letto. nella sinagoga e che dice: "Beato l'uomo cbe teme il Signore e cammina nelle sue vie. Vivrai del lavoro delle tue mani, sarai felice e godrai di ogni bene". O la frase del Qoelet: "Dolce è il sonno del lavoratore, poco o molto che mangi". E lui, lavoratore assiduo e competente, serviva a tutti con il sorriso, anche quando c'erano difficoltà, come durante la fuga in Egitto. Si fidava di Dio e la Provvidenza era con lui.

Grazie, o Santa Famiglia, per la testimo­nianza della vostra laboriosità!


Fonte: Preghiere a Gesù e Maria