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Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

San Filippo Neri:L’umiltà che Filippo praticava personalmente, voleva che la imparassero anche gli altri, soprattutto i suoi discepoli. Per questo li prendeva di mira con scherzi, burle, umiliazioni di ogni genere. Chi più di tutti ebbe a soffrire le burle di Filippo fu Cesare Baronio, uno dei primi e più noti discepoli, scrittore e storiografo di fama tale che meritò di essere insignito del titolo cardinalizio. Il Baronio era un tipo austero, meditabondo, e ciò non era nello spirito della Congregazione dell’Oratorio e bisognava correggerlo. San Filippo perciò non perdeva mai le buone occasioni per metterlo in ridicolo. Un giorno, sposandosi la figlia di una certa vedova di nome Gabriella da Cortona, della quale Filippo si era preso cura materiale e spirituale, il Santo dovette andare al banchetto di nozze. L’invito di Filippo portava naturalmente l’accompagnamento di un certo numero di discepoli dell’Oratorio, e tra questi non poteva mancare il Baronio. Immaginiamo la scena. Tra tante facce allegre e tante bocche chiacchierone, la faccia del Baronio più che da nozze doveva essere da funerale: sempre serio e in continua meditazione. Filippo lo nota subito e pensa: Ora ti aggiusto io. Ad un certo momento intimò al giovane cogitabondo di alzarsi e di intonare il Miserere. La scena sarebbe stata già di per se stessa esilarante, ma il Miserere cantato in quelle circostanze da quel giovane impacciato, grosso e tutto severo, dovette essere un vero spasso. La beffa del canto era una delle trovate più frequenti. Quante volte il Gallonio, un altro discepolo del Santo, anche lui uomo grave e autorevole, dovette rassegnarsi a cantare delle canzonette popolari dinanzi a prelati, cardinali, grandi personaggi ed anche davanti a monache. A tutti i costi san Filippo voleva edificare i suoi all’umiltà: ma non a quell’umiltà musona che fa paura; a un’umiltà burlona, socievole, che facendoci stare ai piano dei nostri simili, è più facilmente praticabile.
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Febbraio, mese dedicato alla Madonna di Lourdes.



Maria Lourdes

3. Le vicende della Famiglia Soubirous



Nostra Signora di Lourdes, prega per noi.

Luisa e Francesco Soubirous erano dei mugnai diversi dagli altri. Di animo buono, comprensivo, essi ricevevano i clienti come amici, come parenti. Offrivano cibo e bevande, facevano credito e sapevano aspettare per avere il dovuto. "Pagherete quando potrete..." e anticipavano la farina fino al nuovo raccolto.

Ma questa generosità fu mal ricambiata e molti se ne approfittarono, mentre la nonna Clara e le zie avevano già lasciato il mulino e quindi erano più soli a pensare al lavoro e alla conduzione della casa. Presto si trovarono con l'acqua alla gola e con tanti debiti da pagare, proprio loro che di crediti ne avevano tanti!

I problemi economici cominciarono a farsi sentire pesantemente e a tutto questo si aggiunse anche un incidente che peggiorò la situazione. Mentre Francesco batteva le macine del mulino per renderle più rugose e taglienti, una scheggia di pietra lo colpisce all'occhio sinistro facendogli perdere la vista.

Bernardetta aveva dieci anni quando lascia Boly, il mulino ai piedi del castello di Lourdes, il luogo in cui è nata e dove ha trascorso gli anni della sua infanzia.

Il papà, mugnaio senza più mulino, si presta a fare il bracciante ad ore pur di trovare un modo per sfamare i suoi quattro figli. Nel frattempo, infatti, sono nati Antonietta nel 1846, Giovanni Maria nel 1851 e Giustino nel 1855.

Francesco Soubirous vende le sue braccia e guadagna un franco e venti centesimi al giorno, meno della paga di un mulo, fissata allora per un franco e mezzo.

Anche Luisa si dà da fare lavorando presso famiglie benestanti, facendo le pulizie e il bucato. Lavora anche nei campi, quando la chiamano, e porta con sé il piccolo Giustino che allatta quando può, nelle pause della mietitura.

Quando muore la nonna Clara, lascia in eredità alla famiglia Soubirous novecento franchi: quanto sembra bastare a Francesco e Luisa per affittare un altro mulino, a quattro chilometri da Lourdes. Ma non è un affare. Il contratto si rivela un imbroglio: a chi non ha scrupoli non è difficile imbrogliare chi non sa né leggere né scrivere! Francesco si accorge della truffa alla fine dell'anno quando deve pagare una somma enorme.

I soldi non bastano e deve andarsene con tutta la famiglia. Ricomincia allora l'esodo di Bernardetta che in un primo momento viene affidata alla zia Bernarda.

Aiuta la zia nell'osteria, rammenda, cuce, segue i piccoli cugini e serve al banco, con la generosità tipica della sua famiglia. Quando le sue amiche vanno a comprare il vino, Bernardetta aggiunge sempre una misura in più e offre un bicchiere da bere al banco... se col permesso della zia, questo non si sa!

- Impegno: Preghiamo per tutte le famiglie in difficoltà, perché non disperino mai e sperimentino la provvidenza di Dio che ascolta il grido dei poveri e degli umiliati.

- Santa Bernardetta, prega per noi.