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Venerdi, 29 marzo 2024 - Misteri dolorosi - Santi Simplicio e Costantino ( Letture di oggi )

Sant'Antonio di Padova:Cristo tiene i santi sotto il sigillo della sua provvidenza, affinché non appaiano quando vogliono loro, ma stiano pronti per l'ora stabilita da lui. E quando sentiranno risuonare nel cuore il suo comando, escano dal nascondiglio della vita contemplativa verso le attività richieste dalla necessità.
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Le Glorie di Maria - Sant'Alfonso Maria de Liguori

Liguori

Salve,Regina, Madre di misericordia: Quanto grande è l'amore che ha per noi la nostra madre Maria



Se dunque Maria è nostra madre, possiamo riflettere su quanto ci ama. L'amore verso i figli è una necessità di natura. È questa la ragione per cui, come scrive san Tommaso, dalla legge divina è imposto ai figli il precetto di amare i genitori, mentre invece non c'è un precetto per imporre ai genitori di amare i figli, perché l'amore verso la propria prole è impresso nel cuore con tanta forza dalla natura stessa, che anche gli animali più selvaggi, dice sant'Ambrogio, non possono fare a meno di amare i loro figli. Così gli storici raccontano che le tigri, sentendo la voce dei figli presi dai cacciatori, si gettano in mare sforzandosi di raggiungere a nuoto le navi che li portano via. Se dunque, dice la nostra amorevole madre Maria, neppure le tigri sanno dimenticare i figli, come potrei io dimenticarmi di amare voi, figli miei? « Potrà forse una donna dimenticare il suo bambino, da non sentire più compassione per il figlio delle sue viscere? e se pur questa lo potrà dimenticare, io non mi dimenticherò mai di te! » (Is 49,15). No, non è possibile che io cessi di amare un'anima di cui sono madre. Maria è nostra madre non di carne, come abbiamo detto, ma di amore. « Io sono la madre del bello amore » (Eccli [= Sir] 24,24 Volg.). Quindi unicamente l'amore che ha per noi la fa diventare nostra madre e perciò, dice un autore, « ella si gloria di essere madre d'amore poiché, avendoci presi per figli, è tutta amore verso di noi » Chi mai potrebbe spiegare l'amore che Maria nutre per noi povere creature? Dice Arnoldo Carnotense che alla morte di Gesù Cristo « la santa Vergine, divorata dalle fiamme della carità, ardeva dal desiderio d'immolarsi con suo Figlio per la salvezza del genere umano».

Come « il Figlio era sospeso moribondo sulla croce, aggiunge sant'Ambrogio, così la Madre si offriva ai carnefici » al fine di dare la vita per noi. Ma consideriamo le ragioni di questo amore e così capiremo meglio quanto ci ami la nostra buona Madre. La prima ragione del grande amore che Maria ha per gli uomini è il grande amore che ella ha per Dio. L'amore verso Dio e l'amore verso il prossimo, come scrisse san Giovanni, sono imposti dallo stesso precetto: « Questo comandamento abbiamo da Dio: che chi ama Dio, ami anche il proprio fratello » (1Gv 4,21). Perciò quando cresce l'uno, l'altro progredisce nella stessa misura. Così i santi, poiché amavano Dio, cosa non hanno fatto per amore del prossimo? Per la sua salvezza sono arrivati ad esporre e perdere la libertà e anche la vita. Si legga quel che fece san Francesco Saverio nelle Indie dove, per aiutare le anime degli abitanti, si andava inerpicando per le montagne, arrischiandosi fra mille pericoli, alla ricerca di quegli infelici che abitavano nelle caverne come bestie feroci, allo scopo di condurli a Dio. San Francesco di Sales, per convertire gli eretici della provincia dello Chablais, durante un anno intero si azzardò a passare il fiume ogni giorno, carponi sopra una trave talvolta coperta di ghiaccio, per andare sull'altra riva a predicare a quegli ostinati. San Paolino si offrì come schiavo per ridare la libertà al figlio di una povera vedova. San Fedele da Sigmaringa, per condurre a Dio gli eretici di una località, non esitò predicando a perdere la vita. Dunque i santi, poiché amavano molto Dio, sono arrivati a fare tanto per amore del prossimo.

Ma chi più di Maria ha amato Dio? Dal primo momento della sua vita, ella lo ha amato più di quanto l'abbiano amato tutti i santi e gli angeli nel corso della loro esistenza intera, come vedremo a lungo più avanti, parlando delle virtù della santa Vergine. Secondo una sua rivelazione fatta a suor Maria Crocifissa, il fuoco dell'amore divino da cui il suo cuore era divorato sarebbe bastato a consumare in un momento il cielo e la terra e, in confronto, tutti gli ardori dei Serafini erano come fresche aure. Perciò, siccome non c'è fra tutti gli spiriti beati chi più di Maria ami Dio, noi non abbiamo né possiamo avere chi, dopo Dio, ci ami più di questa nostra Madre così piena di amore. Se si mettessero insieme l'amore di tutte le madri per i loro figli, di tutti gli sposi per le loro spose, di tutti i santi e gli angeli per i loro devoti, non si raggiungerebbe l'amore che Maria ha per una sola anima. Dice il padre Nieremberg che l'amore che tutte le madri hanno avuto per i loro figli non è che un'ombra a paragone dell'amore che Maria ha verso uno qualsiasi di noi; ella ci ama da sola molto più di quanto ci amano insieme tutti gli angeli e i santi Inoltre la nostra Madre ci ama molto perché le siamo stati raccomandati come figli dal suo amato Gesù, quando prima di spirare le disse: « Donna, ecco tuo figlio » (Gv 19,26), indicando nella persona di Giovanni tutti noi uomini, come abbiamo visto.

Furono queste le ultime parole che il Figlio le disse. Gli ultimi ricordi che le persone amate lasciano in punto di morte sono troppo preziosi perché si possa dimenticarsene. Per di più, noi siamo figli molto cari a Maria, perché le costiamo molto dolore. Le madri amano maggiormente quei figli per conservare la vita dei quali hanno sofferto maggiori stenti e dolori. Noi siamo quei figli per cui Maria, al fine di ottenere la vita e la grazia, ha dovuto sopportare la pena di offrire ella stessa alla morte la preziosa vita del suo Gesù, accettando per noi di vederlo morire sotto i suoi occhi a forza di tormenti. Da questa grande offerta di Maria noi siamo nati alla vita della grazia divina e siamo quindi figli assai cari, perché le costiamo tanti affanni. Perciò, come sta scritto dell'amore per gli uomini che l'eterno Padre ha mostrato nell'abbandonare alla morte suo Figlio: « Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il Figlio suo unigenito » (Gv 3,16), così, afferma san Bonaventura, può dirsi di Maria: « Maria ci amò talmente, da darci il suo Figlio unigenito » Quando ce lo diede? Ce lo diede anzitutto, dice il padre Nieremberg, quando gli concesse il permesso di andare alla morte. Ce lo diede poi quando, dato che gli altri erano spinti dall'odio o trattenuti dal timore, ella sola avrebbe potuto difendere validamente presso i giudici la vita del Figlio e si può ben credere che le parole di una madre così saggia e così amorevole avrebbero esercitato, almeno su Pilato, un'influenza tale da impedirgli di condannare a morte un uomo di cui egli stesso aveva riconosciuto e proclamato l'innocenza. Ma no, Maria non volle dire neppure una parola a favore del Figlio per non impedire la sua morte, da cui dipendeva la nostra salvezza. Ce lo diede infine mille e mille volte ai piedi della croce in quelle tre ore in cui assistette alla morte del Figlio. Allora, ad ogni istante, con sommo dolore e con sommo amore verso di noi, non faceva che sacrificare per noi la vita del Figlio con tanta costanza, dicono sant'Anselmo e sant'Antonino, che se non ci fossero stati i carnefici, ella stessa lo avrebbe crocifisso per ubbidire alla volontà del Padre che esigeva questa morte per la nostra salvezza.

Se Abramo, disposto a sacrificare il figlio con le proprie mani, fece un simile atto di fortezza, dobbiamo credere che con maggiore generosità lo avrebbe compiuto Maria, più santa e più ubbidiente di Abramo Ma riprendendo il filo della nostra riflessione, quanto grande deve essere la nostra gratitudine verso Maria per un atto di tanto amore, per il sacrificio che ella fece della vita del Figlio con tanto dolore, al fine di ottenere a tutti noi la salvezza! Il Signore ricompensò magnificamente Abramo per essersi accinto a sacrificare il suo Isacco, ma che cosa possiamo noi rendere a Maria per la vita che ci ha dato del suo Gesù, figlio molto più nobile e amato del figlio di Abramo? Quanto dobbiamo amare Maria poiché, dice san Bonaventura, «nessuna creatura al mondo arderà d'amore per noi come colei che ci ha dato il suo Figlio unico, che l'ha offerto per noi, quel Figlio che amava molto più di se stessa» Da qui l'altro motivo per cui noi siamo tanto amati da Maria: ella vede che noi siamo il prezzo della morte di Gesù Cristo. Se una madre vedesse un servo riscattato da un suo figlio diletto a prezzo di vent'anni di sofferenze, di fatiche e di prigione, per questa sola ragione in quale considerazione terrebbe questo servo! Maria sa bene che il Figlio è venuto sulla terra soltanto per salvare noi miserabili, come dichiarò egli stesso: « Sono venuto a salvare ciò che era perduto » (Lc 19,10). E per salvarci non ha esitato a dare per noi la vita: « Fattosi obbediente sino alla mor1te » (Fil 2,8). Se dunque Maria poco ci amasse, dimostrerebbe di stimare poco il sangue del Figlio, che è il prezzo della nostra salvezza. Fu rivelato a santa Elisabetta monaca che Maria, fin da quando stava nel tempio, non faceva altro che pregare per noi, affinché Dio mandasse presto il Figlio a salvare il mondo.

Quanto più dobbiamo pensare che ella ci ami, dopo averci veduti stimati dal Figlio al punto di averci comprato a così caro prezzo? Tutti gli uomini sono stati redenti da Gesù e perciò Maria tutti li ama e li protegge. San Giovanni vide « un segno grandioso apparire nel cielo: una donna vestita di sole » (Ap 12,1). Si dice vestita di sole, perché non vi è sulla terra chi possa mai nascondersi dal calore del sole: « Non vi è chi si nasconda al suo calore » (Sal 18,7 Volg.). Allo stesso modo non c'è essere vivente sulla terra che sia privo dell'amore di Maria. « Questo calore del sole - dice l'Idiota - è l'amore di Maria » Chi potrà mai comprendere, esclama sant'Antonino, « la cura che si prende di noi la Vergine madre? A tutti ella offre e dispensa la sua misericordia ». Poiché la nostra Madre ha desiderato la salvezza di tutti e ha cooperato alla salvezza di tutti. « Senza alcun dubbio, afferma san Bernardo, la sua sollecitudine si è estesa a tutto il genere umano ». E quindi molto utile la pratica di alcuni devoti di Maria i quali, come riferisce Cornelio a Lapide, sono soliti pregare il Signore dicendo: « Signore, concedimi quelle grazie che ti chiede per me la santa Vergine Maria ». Ben a ragione, aggiunge lo stesso autore, poiché la nostra Madre « desidera per noi maggiori beni di quelli che noi stessi possiamo desiderare ». Bernardino da Busto dice che Maria ama farci del bene e dispensare a noi le grazie più di quanto noi desideriamo riceverle. Il beato Alberto Magno applica a Maria le parole della Sapienza: « Previene quelli che la bramano e si mostra loro per prima » (Sap 6,14 Volg.); Maria previene coloro che a lei ricorrono, per farsi da loro trovare prima che la cerchino.

E tanto l'amore che ha per noi la nostra buona Madre, dice Riccardo di san Vittore, che quando vede i nostri bisogni « viene a soccorrerci prima che noi glielo chiediamo » Se Maria è così buona con tutti, anche con gli ingrati e i negligenti che poco l'amano e poco a lei ricorrono, quanto più sarà amorevole verso quelli che l'amano e spesso l'invocano! « Facilmente si lascia trovare da quanti la amano » (Sap 6,13 Volg.). « Facile cosa, scrive il beato Alberto Magno, è trovare Maria per coloro che la amano e la trovano piena di pietà e di amore ». « Io amo chi mi ama » (Pro 8,17): ella dichiara che non può non amare chi la ama. Benché l'amorevole Signora ami tutti gli uomini come suoi figli, tuttavia, dice san Bernardo, sa « discernere e preferire » coloro che più teneramente la amano. Questi felici devoti di Maria, afferma l'Idiota, non solo sono da lei amati, ma anche serviti: « Chi trova la Vergine Maria, scopre ogni bene: infatti ella ama coloro che la amano, anzi serve coloro che la onorano». Come si narra nelle Cronache dell'Ordine, era gravemente malato il domenicano Leonardo, il quale si raccomandava duecento volte al giorno alla Madre di misericordia. Un giorno vide accanto a sé una bellissima regina che gli chiese: « Leonardo, vuoi morire e venire presso mio Figlio e presso di me? ». Il religioso rispose: « E tu chi sei? ». « Io sono, riprese la Vergine, la madre delle misericordie: tu mi hai invocata tante volte. Eccomi, sono venuta a prenderti. Andiamo in paradiso ». Quel giorno stesso Leonardo morì e noi confidiamo che abbia seguito Maria nel regno dei beati Maria dolcissima, beato chi ti ama! Il venerabile Giovanni Berchmans della Compagnia di Gesù diceva: « Se io amo Maria, sono sicuro della perseveranza e otterrò da Dio tutto quello che voglio ». Perciò il pio giovane non si stancava mai di rinnovare il suo proposito e di ripetere spesso tra sé: « Io voglio amare Maria, io voglio amare Maria» La buona Madre supera in amore tutti i suoi figli.

Per quanto essi possano amarla, « Maria amerà sempre più di quanto sia amata », dice sant'Ignazio martire. L'amino quanto l'amava san Stanislao Kostka. La sua tenerezza per questa cara madre era tale che chiunque l'udiva parlare di lei si sentiva spinto ad amarla. Aveva inventato nuove parole e nuovi titoli per onorare il suo nome; non cominciava nessuna azione senza rivolgersi a una sua immagine chiedendo la sua benedizione. Quando recitava l'ufficio, il rosario o altre preghiere in suo onore, le diceva con tale slancio, con tale espressione, come se parlasse faccia a faccia con Maria. Quando sentiva cantare la Salve Regina, il suo cuore s'infiammava e il suo volto splendeva di luce. Un giorno un padre della Compagnia, con il quale andava a far visita a un'immagine della santa Vergine, gli domandò quanto amasse Maria. « Padre, rispose, che posso dire di più? E la Madre mia ». Quel padre aggiunse che il giovane santo pronunziò queste parole con una voce, un'espressione e un tono così commossi che non sembrava un uomo, ma un angelo che parlasse dell'amore di Maria. L'amino quanto l'amava il beato Ermanno, che la chiamava la sua sposa d'amore e che da Maria fu onorato con il nome di sposo; quanto san Filippo Neri, che il pensiero di Maria riempiva di consolazione e che perciò la chiamava la sua delizia; quanto san Bonaventura, che la chiamava non solo « sua signora e madre », ma per dimostrare la tenerezza del suo amore arrivava a chiamarla « il suo cuore, l'anima sua». L'amino quanto quel grande amante di Maria, san Bernardo, che amava questa dolce madre tanto da chiamarla « Ladra dei cuori: Raptrix cordium ». Perciò il santo, per esprimerle l'ardore del suo amore, le diceva: « Non mi hai forse tu rubato il cuore?» La chiamino pure la loro innamorata, come faceva san Bernardino da Siena. Ogni giorno egli si recava davanti a un'immagine della sua regina per dichiararle il suo amore in teneri colloqui e, a chi gli domandava dove andasse ogni giorno, rispondeva che andava a trovare la sua innamorata amino quanto l'amava san Luigi Gonzaga, il cui amore appassionato verso Maria era tale, che appena udiva il dolce nome della sua cara Madre, il suo volto infiammato manifestava agli occhi di tutti l'ardore che accendeva il suo cuore. L'amino quanto san'Francesco Solanes, che, abbandonandosi ai trasporti del suo amore fino a una santa follia, si metteva talvolta a cantare d'amore, accompagnandosi con uno strumento musicale, davanti a un'immagine di Maria, dicendo che, come fanno gli uomini innamorati, egli faceva la sua serenata alla sua diletta regina.

L'amino quanto l'hanno amata tanti suoi servi che non sapevano più che fare per dimostrarle il loro amore. Il padre Girolamo da Trexo della Compagnia di Gesù esultava nel chiamarsi schiavo di Maria e in segno della sua schiavitù andava spesso a visitarla in una sua chiesa. Appena arrivato, bagnava il pavimento con le sue lacrime per la tenerezza dell'amore che sentiva verso Maria; poi l'asciugava con la lingua e con la faccia e baciava mille volte l'impiantito, pensando che quella era la casa della sua amata signora. Il padre Diego Martfnez, anch'egli della Compagnia di Gesù, per la sua devozione alla Madonna era portato in cielo dagli angeli nelle feste di Maria, per vedere con quanta pompa venivano celebrate e diceva: « Vorrei avere tutti i cuori degli angeli e dei santi per amare Maria come essi la amano; vorrei avere le vite di tutti gli uomini per spenderle tutte per amore di Maria». Giungano altri ad amarla quanto l'amava Carlo, figlio di santa Brigida, che diceva di non avere al mondo maggiore consolazione del sapere che Maria era così amata da Dio. E aggiungeva che avrebbe accettato volentieri ogni pena per impedire che la grandezza di Maria, caso mai avesse subito qualche minaccia, fosse diminuita di un solo punto e che se questa grandezza fosse appartenuta a lui, egli vi avrebbe rinunciato, poiché Maria ne era molto più degna di lui. Desiderino pure, come Alfonso Rodrfguez, di dare la vita per dimostrare il loro amore verso Maria.

Arrivino infine a scolpirsi sul petto con una punta di ferro l'amabile nome di Maria, come fecero il padre Francesco Binanzio e Radegonda, sposa del re Clotario. Imprimano pure sulla carne con ferri roventi l'amato nome, per renderne i caratteri più nitidi e durevoli, come fecero, spinti dall'amore, i suoi devoti Battista Archinto e Agostino d'Espinosa, ambedue della Compagnia di Gesù. Ma sia che pensino di fare, sia che facciano tutto ciò che è possibile all'amore quando vuole ad ogni costo farsi riconoscere dalla persona amata, mai questi cuori innamorati di Maria arriveranno ad amarla quanto essa li ama. « So, Signora, diceva san Pier Damiani, che fra coloro che ti amano sei la più amante e ami noi con amore che non si lascia vincere ». Un giorno sant 'Alfonso Rodriguez della Compagnia di Gesù stava inginocchiato davanti a un immagine di Maria e sentendo il suo cuore ardere d'amore verso la santa Vergine, esclamò: « Madre mia amabile, io so che tu mi ami, ma non tanto quanto ti amo io ». Allora Maria, come offesa su questo punto del suo amore, gli rispose da quell'immagine: «Che dici, Alfonso, che dici? Quanto il mio amore per te è più grande del tuo amore per me! Sappi che c'è minore distanza dalla terra al cielo che dal tuo amore al mio».

San Bonaventura ha dunque ragione di esclamare: «Beati quelli che hanno donato il loro cuore a Maria! Beati quelli che sono suoi servi fedeli!». Sì, perché la grata regina « non si fa mai vincere in amore dai suoi devoti ». Seguendo l'Esempio del nostro Redentore Gesù Cristo, « con i suoi benefici e favori, a chi la ama contraccambia duplicato il suo amore». Esclamerò dunque anch'io con sant'Anselmo: « Arda per te sempre il mio cuore e tutta si consumi d'amore l'anima mia », o mio amato Salvatore Gesù, o mia cara madre Maria. Poiché senza la vostra grazia non posso amarvi, « concedete all'anima mia supplicante, concedetele non per i miei meriti, ma per i meriti vostri, che io vi ami quanto voi meritate. O Dio che ami gli uomini, tu hai potuto amarli fino a morire per loro, che erano colpevoli; come potresti negare, a chi te la domanda, la grazia di amare te e la madre tua? »

Esempio

Il padre Auriemma racconta che una povera pastorella che guardava gli armenti amava tanto Maria, che la sua gioia più grande era di andare in una cappelletta di nostra Signora, su una montagna, e di restare là mentre le pecorelle pascolavano, per parlare con la sua cara Madre e renderle omaggio. Vedendo che quella modesta statua era disadorna, si mise a confezionarle un manto con le sue mani. Un giorno colse alcuni fiori nei campi e ne fece una ghirlanda; poi, salita sull'altare di quella cappelletta, la pose sul capo dell'immagine dicendo: « Madre mia, vorrei porre sulla tua fronte una corona d'oro e di gemme, ma poiché sono povera, ricevi da me questa povera corona di fiori e accettala come segno del mio amore per te ». Così e con altri omaggi la devota pastorella cercava di servire e di onorare la sua amata Signora. Vediamo ora come la nostra buona Madre ricompensò le visite e l'affetto di questa sua figlia. La ragazza si ammalò e stava per morire. Due religiosi, passando da quelle parti, stanchi per il viaggio, si misero a riposare sotto un albero. L'uno dormiva, l'altro vegliava, ma ebbero la stessa visione. Videro un gruppo di bellissime fanciulle e fra queste ve n'era una che le superava tutte in bellezza e maestà. Uno di loro le domandò: « Signora, chi sei? ». « Io sono, rispose, la Madre di Dio e con queste fanciulle vado a visitare nel vicino villaggio una pastorella moribonda che ha fatto tante visite a me ». Dopo queste parole, la visione scomparve. Allora i due buoni servi di Dio si dissero l'un l'altro: « Andiamo anche noi a vedere la pastorella ». Si avviarono e, trovata l'abitazione della ragazza, entrarono in un piccolo tugurio; li, sopra un po' di paglia, giaceva la giovane moribonda. La salutarono ed ella disse loro: « Fratelli, pregate Dio di farvi vedere chi è venuto ad assistermi ». S'inginocchiarono subito e videro Maria che stava accanto all'agonizzante con una corona in mano e la consolava. Le altre vergini cominciarono a cantare e a quel dolce canto l'anima benedetta della pastorella si sciolse dal corpo. Maria le pose in capo la corona e prendendosi l'anima la portò con sé nel paradiso.

Preghiera

«O Signora, ti dirò con san Bonaventura, tu che rapisci i cuori » con l'amore e i favori di cui colmi i tuoi servi, rapisci anche il mio misero cuore che desidera amarti ardentemente. Madre mia, la tua bellezza ti ha fatto amare da Dio e tu lo hai fatto scendere dal cielo nel tuo seno; come potrei io vivere senza amarti? No, ripeto con quell'altro tuo devoto figlio Giovanni Berchmans della Compagnia di Gesù: « Non troverò riposo finché non avrò un tenero amore verso mia madre Maria ». Io non voglio che la mia anima si plachi fin quando non avrò la certezza di aver ottenuto l'amore, un amore costante e tenero, verso di te, madre mia, che con tanta tenerezza mi hai amato anche quando io ero così ingrato. Che ne sarebbe ora di me se tu, o Maria, non mi avessi amato e non avessi impetrato per me tanta misericordia? Se dunque mi hai tanto amato quando io non ti amavo, quanto più debbo sperare dalla tua bontà, ora che ti amo? Io ti amo, madre mia, e vorrei avere un cuore che ti amasse per tutti quegli infelici che non ti amano. Vorrei avere una lingua capace di lodarti per mille lingue, alfine di far conoscere a tutti la tua grandezza, la tua santità, la tua misericordia e l'amore con cui ami quelli che ti amano. Se avessi ricchezze, vorrei spenderle tutte in tuo onore. Se avessi sudditi, vorrei attirare a te tutti i loro cuori. Per te e per la gloria tua vorrei infine sacrificare anche la vita, se fosse necessario. Ti amo dunque, madre mia, ma nello stesso tempo temo di non amarti, poiché sento dire che l'amore ci trova o ci rende simili alla persona amata. Dunque se io mi vedo così diverso da te è segno che non ti amo. Tu così pura, io così depravato! Tu così umile, io così superbo! Tu così santa, io così malvagio! Ma proprio questo devi fare tu, Maria: poiché mi ami, rendimi simile a te. Tu hai il potere di trasformare i cuori; prendi dunque il mio e trasformalo. Fa' vedere al mondo quel che sei capace di fare in favore di coloro che ami. Fammi santo, fammi tuo degno figlio. Così spero, così sia.