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Sabato, 20 aprile 2024 - Misteri gaudiosi - Beata Chiara Bosatta ( Letture di oggi )

San Francesco di Sales:Bisogna stare preparati in ogni momento come se in quello dovessimo morire.

LETTURE A CASO

Gv 14,1-31

1"Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; 3quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. 4E del luogo dove io vado, voi conoscete la via".

5Gli disse Tommaso: "Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?". 6Gli disse Gesù: "Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto". 8Gli disse Filippo: "Signore, mostraci il Padre e ci basta". 9Gli rispose Gesù: "Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere. 11Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre. 13Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. 14Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.

15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti. 16Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch'io lo amerò e mi manifesterò a lui".

22Gli disse Giuda, non l'Iscariota: "Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo?". 23Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. 24Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.

25Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. 26Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. 27Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. 28Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me. 29Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate. 30Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, 31ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 1, 6-8. 19-28: In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete.

At 13,1-52

1C'erano nella comunità di Antiòchia profeti e dottori: Bàrnaba, Simeone soprannominato Niger, Lucio di Cirène, Manaèn, compagno d'infanzia di Erode tetrarca, e Saulo. 2Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: "Riservate per me Bàrnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati". 3Allora, dopo aver digiunato e pregato, imposero loro le mani e li accomiatarono.

4Essi dunque, inviati dallo Spirito Santo, discesero a Selèucia e di qui salparono verso Cipro. 5Giunti a Salamina cominciarono ad annunziare la parola di Dio nelle sinagoghe dei Giudei, avendo con loro anche Giovanni come aiutante. 6Attraversata tutta l'isola fino a Pafo, vi trovarono un tale, mago e falso profeta giudeo, di nome Bar-Iesus, 7al seguito del proconsole Sergio Paolo, persona di senno, che aveva fatto chiamare a sé Bàrnaba e Saulo e desiderava ascoltare la parola di Dio. 8Ma Elimas, il mago, - ciò infatti significa il suo nome - faceva loro opposizione cercando di distogliere il proconsole dalla fede. 9Allora Saulo, detto anche Paolo, pieno di Spirito Santo, fissò gli occhi su di lui e disse: 10"O uomo pieno di ogni frode e di ogni malizia, figlio del diavolo, nemico di ogni giustizia, quando cesserai di sconvolgere le vie diritte del Signore? 11Ecco la mano del Signore è sopra di te: sarai cieco e per un certo tempo non vedrai il sole". Di colpo piombò su di lui oscurità e tenebra, e brancolando cercava chi lo guidasse per mano. 12Quando vide l'accaduto, il proconsole credette, colpito dalla dottrina del Signore.

13Salpati da Pafo, Paolo e i suoi compagni giunsero a Perge di Panfilia. Giovanni si separò da loro e ritornò a Gerusalemme. 14Essi invece proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia di Pisidia ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedettero. 15Dopo la lettura della Legge e dei Profeti, i capi della sinagoga mandarono a dire loro: "Fratelli, se avete qualche parola di esortazione per il popolo, parlate!".

16Si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse: "Uomini di Israele e voi timorati di Dio, ascoltate. 17Il Dio di questo popolo d'Israele scelse i nostri padri ed esaltò il popolo durante il suo esilio in terra d'Egitto, e con braccio potente li condusse via di là. 18Quindi, dopo essersi preso cura di loro per circa quarant'anni nel deserto, 19distrusse sette popoli nel paese di Canaan e concesse loro in eredità quelle terre, 20per circa quattrocentocinquanta anni. Dopo questo diede loro dei Giudici, fino al profeta Samuele. 21Allora essi chiesero un re e Dio diede loro Saul, figlio di Cis, della tribù di Beniamino, per quaranta anni. 22E, dopo averlo rimosso dal regno, suscitò per loro come re Davide, al quale rese questa testimonianza: Ho trovato Davide, figlio di Iesse, uomo secondo il mio cuore; egli adempirà tutti i miei voleri.

23Dalla discendenza di lui, secondo la promessa, Dio trasse per Israele un salvatore, Gesù. 24Giovanni aveva preparato la sua venuta predicando un battesimo di penitenza a tutto il popolo d'Israele. 25Diceva Giovanni sul finire della sua missione: Io non sono ciò che voi pensate che io sia! Ecco, viene dopo di me uno, al quale io non sono degno di sciogliere i sandali.

26Fratelli, figli della stirpe di Abramo, e quanti fra voi siete timorati di Dio, a noi è stata mandata questa parola di salvezza. 27Gli abitanti di Gerusalemme infatti e i loro capi non l'hanno riconosciuto e condannandolo hanno adempiuto le parole dei profeti che si leggono ogni sabato; 28e, pur non avendo trovato in lui nessun motivo di condanna a morte, chiesero a Pilato che fosse ucciso. 29Dopo aver compiuto tutto quanto era stato scritto di lui, lo deposero dalla croce e lo misero nel sepolcro. 30Ma Dio lo ha risuscitato dai morti 31ed egli è apparso per molti giorni a quelli che erano saliti con lui dalla Galilea a Gerusalemme, e questi ora sono i suoi testimoni davanti al popolo.

32E noi vi annunziamo la buona novella che la promessa fatta ai padri si è compiuta, 33poiché Dio l'ha attuata per noi, loro figli, risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel salmo secondo:

Mio figlio sei tu, oggi ti ho generato.

34E che Dio lo ha risuscitato dai morti, in modo che non abbia mai più a tornare alla corruzione, è quanto ha dichiarato:

Darò a voi le cose sante promesse a Davide, quelle sicure.

35Per questo anche in un altro luogo dice:

Non permetterai che il tuo santo subisca la corruzione.

36Ora Davide, dopo aver eseguito il volere di Dio nella sua generazione, morì e fu unito ai suoi padri e subì la corruzione. 37Ma colui che Dio ha risuscitato, non ha subìto la corruzione. 38Vi sia dunque noto, fratelli, che per opera di lui vi viene annunziata la remissione dei peccati 39e che per lui chiunque crede riceve giustificazione da tutto ciò da cui non vi fu possibile essere giustificati mediante la legge di Mosè. 40Guardate dunque che non avvenga su di voi ciò che è detto nei Profeti:

41Mirate, beffardi, stupite e nascondetevi,
poiché un'opera io compio ai vostri giorni,
un'opera che non credereste, se vi fosse raccontata
!".

42E, mentre uscivano, li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato. 43Sciolta poi l'assemblea, molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio.

44Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio. 45Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. 46Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: "Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco noi ci rivolgiamo ai pagani. 47Così infatti ci ha ordinato il Signore:

Io ti ho posto come luce per le genti,
perché tu porti la salvezza sino all'estremità della terra
".

48Nell'udir ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola di Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna. 49La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione. 50Ma i Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li scacciarono dal loro territorio. 51Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio, 52mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.


La Città di Dio: Libro III - La storia di Roma in una visione critica: Calamità in quel periodo.

18. 2. Non mancarono in quel periodo sventure gravissime nella città. In una straordinaria inondazione del Tevere quasi tutte le parti pianeggianti della città furono battute perché alcune furono travolte dalla violenza come di un torrente, altre rimasero inondate e sommerse per lungo tempo come in uno stagno. A questa calamità seguì il fuoco, ancor più pericoloso. Dopo avere invaso alcuni edifici più illustri attorno al foro, non risparmiò neanche il tempio di Vesta. D'altronde gli era molto familiare perché in esso le vestali, non tanto onorate quanto condannate, avevano la mansione di mantenergli quasi una vita perpetua con l'assidua sostituzione delle legna da bruciare. In quel caso il fuoco non solo si mantenne in vita ma incrudelì anche. Le vestali atterrite dalla sua violenza non riuscirono a salvare dall'incendio gli oggetti fatali che avevano già procurato la rovina delle tre città in cui avevano dimorato. Allora il pontefice Metello, dimentico in certo senso della propria incolumità, si precipitò e sebbene mezzo abbruciacchiato li mise in salvo. Il fuoco non riconobbe neanche lui, oppure vi era in quel posto una divinità che, anche se lo fosse stata, non riusciva a fuggire da sola. Quindi un uomo poté aiutare le insegne divine di Vesta anziché esse l'uomo. E se non erano capaci di respingere da se stessi il fuoco, in che cosa potevano aiutare la città contro le acque e le fiamme? Eppure si pensava che ne proteggessero l'incolumità. Il fatto in sé dimostrò che non potevano proprio un bel niente. Non farei certamente queste obiezioni se dicessero che quegli oggetti sacri non erano destinati a difendere i beni temporali ma a significare gli eterni; perciò se eventualmente venivano distrutti, perché corporali e visibili, non veniva tolto nulla a quei significati, cui erano destinati, e potevano essere riacquistati per i medesimi usi. Invece essi con incredibile cecità ritengono possibile il fatto che in virtù di quegli oggetti, che potevano essere distrutti, la salvezza terrena e il benessere temporale della patria non potevano essere distrutti. Pertanto, quando si dimostra loro che malgrado l'incolumità degli oggetti sacri sono sopravvenute o la perdita della salvezza o la sciagura, si vergognano di mutare un parere che non sono capaci di difendere.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: NON SI DEVE FONDARE LA PACE SUGLI UOMINI

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, se riponi la tua pace su qualche persona per ragioni di simpatia e di convivenza, sarai malsicuro e vincolato. Ma se ricorri alla Verità, sempre viva ed immutabile, non ti rattristerai per la partenza o per la morte d'un amico. L’amore per l'amico deve avere il suo fondamento in Me, e, per amore mio, tu devi amare chiunque ti sembri buono e ti sia molto caro in questa vita. Senza di Me, l'amicizia non vale e non dura; e non si dà verace e puro legame d'affetto, se non lo stringo Io.

A tali affezioni verso persone amate tu devi essere così morto, da desiderare, per quanto ti riguarda, di vivere senz'alcuna umana compagnia. L'uomo tanto più s’avvicina a Dio, quanto più s'allontana da ogni terrena consolazione. Ancora, tanto più ascende a Dio, quanto più s'inabissa in se stesso e si rende consapevole della sua miseria. Chi, invece, attribuisce anche un piccolo bene a sé, ostacola la discesa della Grazia di Dio in lui, perché la Grazia dello Spirito Santo cerca sempre il cuore umile. Se tu sapessi annichilirti totalmente e svuotarti d'ogni affetto per le creature, allora Io dovrei entrare nel tuo spirito con grande effusione di Grazia. Quando tu volgi lo sguardo alle creature, ti viene sottratta la visione del Creatore.

Impara a vincerti in tutto per amore del Creatore; allora, potrai giungere a conoscerLo. Per quanto piccola sia, una cosa che si ama ed alla quale si guarda con affetto non conforme alla volontà di Dio, ritarda il cammino verso il Sommo Bene e corrompe l'anima.