Santo Rosario on line

Mercoledi, 24 aprile 2024 - Misteri gloriosi - San Fedele da Sigmaringen ( Letture di oggi )

Madre Teresa di Calcutta:Nelle nostre meditazioni dovremmo sempre chie­dere a Gesù: « Fammi divenire santo come lo è il tuo stesso cuore, mite e umile ». « Imparate da me », Egli insiste. Dobbiamo dirlo nello spirito con cui lo inten­deva Gesù. Ora lo conosciamo meglio attraverso le lezioni e le meditazioni sul Vangelo, ma lo abbiamo ca­pito nella sua umiltà? Ci ha affascinato la sua umil­tà? Ci attrae?

LETTURE A CASO

Mc 4,1-41

1Di nuovo si mise a insegnare lungo il mare. E si riunì attorno a lui una folla enorme, tanto che egli salì su una barca e là restò seduto, stando in mare, mentre la folla era a terra lungo la riva. 2Insegnava loro molte cose in parabole e diceva loro nel suo insegnamento: 3"Ascoltate. Ecco, uscì il seminatore a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e vennero gli uccelli e la divorarono. 5Un'altra cadde fra i sassi, dove non c'era molta terra, e subito spuntò perché non c'era un terreno profondo; 6ma quando si levò il sole, restò bruciata e, non avendo radice, si seccò. 7Un'altra cadde tra le spine; le spine crebbero, la soffocarono e non diede frutto. 8E un'altra cadde sulla terra buona, diede frutto che venne su e crebbe, e rese ora il trenta, ora il sessanta e ora il cento per uno". 9E diceva: "Chi ha orecchi per intendere intenda!".

10Quando poi fu solo, i suoi insieme ai Dodici lo interrogavano sulle parabole. Ed egli disse loro: 11"A voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, 12perché:

guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano,
perché non si convertano e venga loro perdonato
".

13Continuò dicendo loro: "Se non comprendete questa parabola, come potrete capire tutte le altre parabole? 14Il seminatore semina la parola. 15Quelli lungo la strada sono coloro nei quali viene seminata la parola; ma quando l'ascoltano, subito viene satana, e porta via la parola seminata in loro. 16Similmente quelli che ricevono il seme sulle pietre sono coloro che, quando ascoltano la parola, subito l'accolgono con gioia, 17ma non hanno radice in se stessi, sono incostanti e quindi, al sopraggiungere di qualche tribolazione o persecuzione a causa della parola, subito si abbattono. 18Altri sono quelli che ricevono il seme tra le spine: sono coloro che hanno ascoltato la parola, 19ma sopraggiungono le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza e tutte le altre bramosie, soffocano la parola e questa rimane senza frutto.20Quelli poi che ricevono il seme su un terreno buono, sono coloro che ascoltano la parola, l'accolgono e portano frutto nella misura chi del trenta, chi del sessanta, chi del cento per uno".

21Diceva loro: "Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? 22Non c'è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. 23Se uno ha orecchi per intendere, intenda!".

24Diceva loro: "Fate attenzione a quello che udite: Con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più. 25Poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha".

26Diceva: "Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura".

30Diceva: "A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra".

33Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.

35In quel medesimo giorno, verso sera, disse loro: "Passiamo all'altra riva". 36E lasciata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. 37Nel frattempo si sollevò una gran tempesta di vento e gettava le onde nella barca, tanto che ormai era piena. 38Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: "Maestro, non t'importa che moriamo?". 39Destatosi, sgridò il vento e disse al mare: "Taci, calmati!". Il vento cessò e vi fu grande bonaccia. 40Poi disse loro: "Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?". 41E furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: "Chi è dunque costui, al quale anche il vento e il mare obbediscono?".


Un Vangelo commentato a caso

Vangelo Gv 1, 29-34 Ecco l’agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo.

Gal 2,1-21

1Dopo quattordici anni, andai di nuovo a Gerusalemme in compagnia di Bàrnaba, portando con me anche Tito: 2vi andai però in seguito ad una rivelazione. Esposi loro il vangelo che io predico tra i pagani, ma lo esposi privatamente alle persone più ragguardevoli, per non trovarmi nel rischio di correre o di aver corso invano. 3Ora neppure Tito, che era con me, sebbene fosse greco, fu obbligato a farsi circoncidere. 4E questo proprio a causa dei falsi fratelli che si erano intromessi a spiare la libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi. 5Ad essi però non cedemmo, per riguardo, neppure un istante, perché la verità del vangelo continuasse a rimanere salda tra di voi.

6Da parte dunque delle persone più ragguardevoli - quali fossero allora non m'interessa, perché Dio non bada a persona alcuna - a me, da quelle persone ragguardevoli, non fu imposto nulla di più. 7Anzi, visto che a me era stato affidato il vangelo per i non circoncisi, come a Pietro quello per i circoncisi - 8poiché colui che aveva agito in Pietro per farne un apostolo dei circoncisi aveva agito anche in me per i pagani - 9e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Bàrnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi. 10Soltanto ci pregarono di ricordarci dei poveri: ciò che mi sono proprio preoccupato di fare.

11Ma quando Cefa venne ad Antiochia, mi opposi a lui a viso aperto perché evidentemente aveva torto. 12Infatti, prima che giungessero alcuni da parte di Giacomo, egli prendeva cibo insieme ai pagani; ma dopo la loro venuta, cominciò a evitarli e a tenersi in disparte, per timore dei circoncisi. 13E anche gli altri Giudei lo imitarono nella simulazione, al punto che anche Bàrnaba si lasciò attirare nella loro ipocrisia. 14Ora quando vidi che non si comportavano rettamente secondo la verità del vangelo, dissi a Cefa in presenza di tutti: "Se tu, che sei Giudeo, vivi come i pagani e non alla maniera dei Giudei, come puoi costringere i pagani a vivere alla maniera dei Giudei?

15Noi che per nascita siamo Giudei e non pagani peccatori, 16sapendo tuttavia che l'uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno".

17Se pertanto noi che cerchiamo la giustificazione in Cristo siamo trovati peccatori come gli altri, forse Cristo è ministro del peccato? Impossibile! 18Infatti se io riedifico quello che ho demolito, mi denuncio come trasgressore. 19In realtà mediante la legge io sono morto alla legge, per vivere per Dio. 20Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me. 21Non annullo dunque la grazia di Dio; infatti se la giustificazione viene dalla legge, Cristo è morto invano.


Il lavoro dei monaci: I dodici si conformano agli esempi di Cristo.

5. 6. Al seguito degli apostoli, dunque, in ogni località dove si fossero recati a predicare il vangelo andavano delle donne di condotta ineccepibile, le quali dalle loro rendite somministravano ad essi il necessario per vivere. Se qualcuno ritenesse impossibile un tal fatto apra il vangelo e riconosca che ciò facevano proprio sull’esempio del loro Signore. Il quale, sebbene potesse farsi servire dagli angeli, pure, per adeguarsi – secondo la consuetudine della sua misericordia – al livello dei più deboli, s’era provvisto d’una borsa dove riponeva il denaro che gli veniva consegnato dalla gente buona e affezionata e che era necessario al sostentamento dei suoi. Questa borsa egli l’aveva affidata a Giuda, per farci imparare che nella Chiesa, qualora non riusciamo ad eliminare la genia dei ladri, abbiamo almeno a trattarli con tolleranza. Di Giuda infatti sta scritto: Quanto si metteva dentro – nella borsa – egli lo faceva sparire. E, quanto alle donne, volle Cristo che stessero al suo seguito per procurare e somministrare le cose che gli erano necessarie, mostrando col suo esempio quali fossero gli obblighi del popolo di Dio verso gli araldi del vangelo e i ministri di Dio: obblighi che vien fatto di paragonare a quelli che hanno le genti di provincia verso i soldati dell’imperatore. Che se poi qualcuno degli apostoli – come fu il caso di Paolo – non avesse voluto accettare e far suo di quel che gli sarebbe spettato, con questo suo rifiutare il contributo dovutogli e col procurarsi il vitto di ogni giorno mediante il lavoro dava segno d’una più completa dedizione di sé al bene della Chiesa. Era stato detto infatti a quell’albergatore al momento d’accogliere il ferito di cui il vangelo: Che se poi avrai speso di più, io te ne compenserò al ritorno. Pertanto, da soldato stipendiato da se stesso – come egli afferma – l’Apostolo si prodigava oltre i limiti di quanto strettamente doveroso. Racconta il Vangelo: In seguito egli si pose in cammino e predicava per città e villaggi ed annunziava il vangelo del regno di Dio. Con lui c’erano i Dodici e alcune donne che egli aveva liberate da spiriti maligni e da malattie: Maria detta la Maddalena da cui erano usciti sette demoni, Giovanna moglie di Cusa procuratore di Erode, Susanna e molte altre. Costoro provvedevano al sostentamento di lui e dei suoi con i propri averi. Ecco l’esempio del Signore a cui si conformavano gli apostoli quando accettavano d’essere provvisti del cibo loro dovuto. Ne parla espressamente il Signore quando dice: Andate a predicare. Annunziate che il Regno dei cieli è vicino. Guarite i malati, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, scacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non prendete né oro né argento né monete nelle vostre cinture; non la bisaccia da viaggio né due tuniche, non le scarpe né il bastone. Poiché chi lavora merita d’essere nutrito. Ecco passi in cui il Signore insegna quel che riferisce l’Apostolo. Non per altro motivo infatti diceva il Signore di non portare niente nei viaggi, se non perché in caso di necessità avrebbero potuto ricevere [il necessario] da coloro ai quali annunziavano il regno di Dio.

(Autore: Agostino di Ippona)

L'imitazione di Cristo: LE PROVE DI CHI AMA VERAMENTE

PAROLE DEL SIGNORE
Figlio, ancora non mi ami con forza e prudenza!

PAROLE DEL DISCEPOLO
Perche, o Signore?

PAROLE DEL SIGNORE
Perché alla più piccola contrarietà abbandoni l'impresa e perché con troppa avidità cerchi consolazione. Chi è forte nell'amore, sta saldo nelle tentazioni e non dà ascolto agli astuti suggerimenti del Maligno. Come gli sono caro nella prosperità, così gli sono caro nelle avversità. Chi ama saggiamente, non considera tanto il pregio del dono, quanto l'amore di chi dona. Guarda più all'affetto che al valore e pospone all'amico tutto ciò che questi gli ha dato. Chi è nobile nell'amore, non s'appaga del dono, ma s'appaga di Me sopra ogni altro dono.

Se talvolta non senti per Me e per i miei Santi il grande fervore che vorresti, non per questo tutto è perduto. Quell l'amore dolce e buono che alle volte provi, è frutto della Grazia presente in te; è quasi un assaggio anticipato della patria celeste, sul quale, peraltro, non devi contare troppo, perché ora va, ora viene. Sono, invece, segno di virtù e di grande merito il combattere gli impulsi cattivi dell' animo, quando insorgono, ed il disprezzare le suggestioni del diavolo. Non ti turbino, dunque, certi strani pensieri di qualunque natura, che s'insinuino in te.

Mantieni, invece, saldi i tuoi propositi e retta la tua intenzione verso Dio. Non è illusione, se qualche volta sei portato, d'un tratto, fino all'estremo rapimento e, subito dopo, ritorni alle consuete frivolezze del cuore. Queste, infatti, più che cercarle, le subisci contro tua voglia; ed anzi, finché ti disgustano e resisti ad esse, ne hai merito e non demerito. Sappi che l'antico Avversario tenta con ogni mezzo d'ostacolare il tuo desiderio di bene e di distoglierti da ogni esercizio di pratiche devote, cioè dal culto dei Santi, dalla pia memoria della mia Passione, dal salutare ricordo dei tuoi peccati, dalla vigilanza del tuo cuore e dal fermo proponimento di progredire nella virtù. L’Avversario t'insinua molti perversi pensieri, per cagionarti noia e spavento, per ritrarti dalla preghiera e dalle pie letture. A lui dispiace che tu frequenti con umiltà la Confessione e, se potesse, ti terrebbe lontano dalla Comunione. Non credergli e non badargli, anche se tante volte ti ha teso i lacci dell'inganno.

Incolpa lui dei cattivi ed immondi pensieri che ti suggerisce. Digli: Vattene, spirito immondo; vergognati, miserabile; veramente immondo sei tu, che suggerisci ai miei orecchi tali brutture. Allontanati da me, malvagio seduttore; non avrai in me parte alcuna, ma Gesù sarà in me, come strenuo difensore; e tu ne resterai svergognato. Preferisco morire e patire ogni pena, che acconsentire a te. Taci, ammutolisci; non ti starò più ad ascoltare, sebbene tu vada ordendo contro di me tante insidie. “Il Signore è mia luce e mia salvezza; di chi avrò paura?" (Sal 26,1). "Se contro di me s'accampa un esercito, il mio cuore non teme" (Sal 26,3).

"Iddio è il mio Salvatore e il mio Redentore" (Sal 18,15). Combatti come un bravo soldato; e se talora, per fragilità, cadessi, riprendi energia anche maggiore, confidando in una mia Grazia maggiore; guardati, però, dalla vana compiacenza e dalla superbia. Molti, a causa di questo, sono tratti in errore e talora cadono in una cecità quasi incurabile. Il vedere questa rovina dei superbi, che presumono stoltamente di sé, deve indurti a cautela e ad incessante umiltà.