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Venerdi, 19 aprile 2024 - Misteri dolorosi - San Leone IX Papa ( Letture di oggi )

Sant'Agostino:Amando il prossimo purifichiamo gli occhi del cuore per arrivare a vedere Dio.
Gesu

II frammento:Frammento in Eusebio di Cesarea, Historia Ecclesiastica, III, 39, 1-16. La questione del presbitero Giovanni


1. Di Papia ci sono tramandati cinque libri intitolati: Cinque libri di spiegazione dei detti del Signore. Ne fa menzione anche Ireneo, come dell’unica opera scritta da lui, dicendo a un dipresso così: Queste cose anche ecc. (cfr. IRENEO, V, 33, 4; vedi framm. I, 4).

2. Così [dice] Ireneo. Però lo stesso Papia, nel proemio dei suoi discorsi, rivela di non esser stato affatto uditore e spettatore dei santi Apostoli; ma insegna d’avere appreso le cose che riguardano la fede dai loro familiari. Ecco come egli si esprime:

3. "Non esiterò ad aggiungere alle [mie] spiegazioni ciò che un giorno appresi bene dai presbiteri e che ricordo bene, per confermare la verità di queste [mie spiegazioni]. Poiché io non mi dilettavo, come fanno i più, di coloro che dicono molte cose, ma di coloro che insegnano cose vere; non di quelli che riferiscono precetti di altri, ma di quelli che insegnano i precetti dati dal Signore alla [nostra] fede e sgorgati dalla stessa verità.

4. Che se in qualche luogo m’imbattevo in qualcuno che avesse convissuto con i presbiteri, io cercavo di conoscere i discorsi dei presbiteri: che cosa disse Andrea o che cosa Pietro o che cosa Filippo o che cosa Tommaso o Giacomo o che cosa Giovanni o Matteo o alcun altro dei discepoli del Signore; e ciò che dicono Aristione ed il presbitero Giovanni , discepoli del Signore.

Poiché io ero persuaso che ciò che potevo ricavare dai libri non mi avrebbe giovato tanto, quanto quello che udivo dalla viva voce ancora superstite .

5. E qui conviene osservare che Papia pone due volte il nome di Giovanni: il primo [Giovanni] lo annovera con Pietro, Giacomo e Matteo e gli altri Apostoli, ed è evidente che vuole indicare l’Evangelista. Egli poi distingue nella sua esposizione, e colloca il secondo Giovanni tra gli altri che sono fuori del numero degli Apostoli , anteponendo a lui Aristione;

6. e lo chiama espressamente presbitero. Resterebbe quindi confermata l’asserzione di coloro che sostengono che in Asia ci furono due personaggi che portavano questo stesso nome e che in Efeso vi sono due tombe chiamate ambedue ancora oggi di Giovanni. Bisogna fare attenzione a costoro: perché se si esclude il primo, è verosimile che il secondo abbia avuto la rivelazione (Apocalisse), che ci fu tramandata sotto il nome di Giovanni.

7. Questo Papia, di cui parliamo, confessa di avere ricevuto i detti degli Apostoli da coloro che li avvicinarono e di essere invece stato uditore diretto di Aristione e del presbitero Giovanni. Egli ricorda sovente i loro nomi e nei suoi scritti riferisce ciò che essi hanno tramandato. Anche questo possa non essere stato detto inutilmente.

8. Alle testimonianze di Papia, riferite sopra, mette conto che ora se ne aggiungano altre, nelle quali egli narra alcuni fatti prodigiosi e fornisce altre notizie, pervenute a lui dalla tradizione. q. Abbiamo già detto sopra che l’apostolo Filippo aveva dimorato a Gerapoli con le sue figlie. Bisogna ora che io riferisca una storia meravigliosa che Papia, che viveva in quei tempi, dice d’avere appreso dalle figlie di Filippo. Egli parla infatti della risurrezione di un morto, avvenuta ai suoi tempi, e poi ancora di un altro miracolo accaduto a Giusto, soprannominato Barsaba, il quale bevette un veleno mortifero, e, per la grazia del Signore, non ne ebbe danno.

10. Questo Giusto è colui che, dopo l’ascensione del Signore, i santi Apostoli avevano proposto insieme a Mattia ed avevano poi fatta orazione affinché la sorte designasse quale dei due avrebbe dovuto completare il loro numero, invece di Giuda il traditore. Il libro degli Atti narra così il fatto: "E proposero due, Giuseppe, chiamato Barsaba e soprannominato il Giusto, e Mattia; e pregarono dicendo…"

11. Il medesimo Papia ci fornisce altre notizie pervenute a lui dalla tradizione non scritta, alcune strane parabole e alcuni insegnamenti del Salvatore, e altre cose piuttosto favolose.

12. Tra le quali egli dice anche che, dopo la risurrezione dei morti, vi sarà un periodo di mille anni, nel quale si stabilirà su questa terra il regno materiale di Cristo. Io credo che queste sue concezioni derivino dall’avere frainteso le narrazioni degli Apostoli, non avendo egli capito che gli Apostoli si esprimevano con un linguaggio simbolico per mezzo di figure.

13. Egli infatti appare uomo d’ingegno molto limitato, come si può arguire dai suoi scritti. Tuttavia la sua opinione fu adottata da molti scrittori ecclesiastici venuti dopo di lui, che s’appoggiano alla sua antichità, come Ireneo e qualcun altro che mostrò d’avere le sue stesse idee . 14. Nella sua opera egli ci riferisce anche altre spiegazioni del sopra ricordato Aristione sui discorsi del Signore e tradizioni del presbitero Giovanni, alle quali noi rimandiamo i lettori desiderosi d’imparare. Ora è necessario che noi, alle testimonianze sopracitate, facciamo seguire la tradizione che egli riferisce intorno a Marco, autore del Vangelo. Ecco le sue parole:

15. "Anche questo diceva il presbitero: Marco, interprete di Pietro, scrisse con esattezza, ma senza ordine, tutto ciò che egli ricordava delle parole e delle azioni di Cristo; poiché egli non aveva udito il Signore, né aveva vissuto con Lui, ma, più tardi, come dicevo, era stato compagno di Pietro. E Pietro impartiva i suoi insegnamenti secondo l’opportunità, senza l’intenzione di fare un’esposizione ordinata dei detti del Signore. Cosicché non ebbe nessuna colpa Marco, scrivendo alcune cose così come gli venivano a mente, preoccupato solo d’una cosa, di non tralasciare nulla di quanto aveva udito e di non dire alcuna menzogna a riguardo di ciò". Questo fu raccontato da Papia intorno a Marco.

16. Di Matteo poi disse questo:

"Matteo scrisse i detti [del Signore] in lingua ebraica; e ciascuno poi li interpretava come poteva". Papia si serve di testimonianze ricavate dalla prima lettera di Giovanni e dalla prima di Pietro. Ed espone anche un altro racconto, di una donna accusata presso il Signore di molti peccati , racconto contenuto nel Vangelo degli Ebrei. Anche queste notizie, che abbiamo aggiunto alle riferite, possano non essere senza utilità.