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CAPITOLO 3

L'umilt� di Maria santissima nei miracoli di Cristo nostro salvatore e quella che ella stessa insegn� agli apostoli in vista dei prodigi che avrebbero compiuto con la potenza divina; altre esortazioni.



1053. Tutta la vita di Maria santissima - se si considera con attenzione - � una dimostrazione chiarissima della sua umilt�. Tale virt� in lei fu cos� ineffabile che non pu� essere adeguatamente esaltata, perch� n� dagli uomini n� dagli angeli fu mai sufficientemente compresa nella sua impenetrabile profondit�. Come nella composizione di tutte le medicine - per quanto siano tanto diverse - c'� la dolcezza dello zucchero, che le porta al loro punto di perfezione adattandosi ad esse, cos� in tutte le virt� della beatissima Vergine e nelle sue opere c'� l'umilt�, che le accresce di valore e le adatta al gusto dell'Altissimo e degli uomini; proprio per questo, sua Maest� la guard� e la elesse e tutte le generazioni la chiamano beata. La prudentissima Signora non lasci� passare istante, occasione, tempo o luogo alcuno nel corso della sua vita senza esercitare le virt� che poteva; ma la cosa straordinaria fu che nelle sue opere entr� sempre la sua rara umilt�, che la sollev� al di sopra di tutto ci� che non era Dio. In essa, Maria santissima fu superiore ad ogni altra creatura e con essa, in un certo modo, vinse lo stesso Dio, poich� trov� tanta grazia ai suoi occhi che non le fu negato niente di quanto domandava per s� o per gli altri. In questa virt� la gran Regina super� a casa i suoi domestici e sua madre sant'Anna, nel tempio le sue compagne, nel matrimonio san Giuseppe, nei servizi umili gli angeli. Con l'umilt� vinse inoltre il Padre e lo Spirito Santo, muovendoli a comandare agli apostoli e agli evangelisti di non lodarla pubblicamente, ed infine vinse il suo Figlio santissimo, ottenendo da lui di esser trattata in maniera tale da non dare adito ad elogi da parte degli uomini per i suoi miracoli e il suo insegnamento.

1054. Un simile grado di virt� era raggiungibile soltanto dalla pi� umile tra gli umili, perch�, quand'anche gli altri figli di Adamo e gli angeli non fossero tanto carenti in umilt� per altre ragioni, non potrebbero comunque arrivare cos� in alto a causa della loro condizione di creature. Intenderemo tale verit� riflettendo sul fatto che col morso dell'antico serpente il veleno della superbia � penetrato a fondo nei mortali; per tirarlo fuori la divina sapienza dispose che l'effetto stesso del peccato servisse da medicina, in modo che la cognizione dei nostri difetti ci facesse conoscere la nostra bassezza. � chiaro che abbiamo un'anima spirituale, ma essa � a livello inferiore sia rispetto a Dio, che occupa quello supremo, sia rispetto alla natura angelica, che si trova a quello intermedio. Inoltre, il nostro corpo non solo � fatto dell'elemento pi� infimo che ci sia, che � la terra, ma anche della sua parte pi� sporca, cio� del fango. Dio ha stabilito tutto ci� nella sua sapiente provvidenza affinch� il fango occupi sempre il posto che gli spetta, e vi rimanga anche quando fosse ornato ed abbellito di grazie. Tutti impazziamo di fronte alla pochezza tanto evidente dell'essere umano e, per restituirci a noi stessi mediante un'altra verit� ed umilt�, � necessario che sperimentiamo col peccato il nostro essere vili e spregevoli. Eppure sperimentarlo ogni giorno non basta a farci ritornare in senno e confessare che � iniqua perversit� bramare onore e grandezza umana, poich� per natura siamo terra e cenere, e per le nostre opere indegni persino di un essere cos� meschino.

1055. Solo Maria santissima, essendo stata preservata dalla prima colpa e dai suoi pericolosi e terribili effetti, conobbe l'arte della pi� grande umilt� e la port� alla massima perfezione: le bast� rendersi conto della propria creaturalit� per umiliarsi pi� di tutti i figli di Adamo, per quanto essi, oltre a tale cognizione, abbiano quella dei propri peccati. Costoro, se furono umili, furono prima umiliati, e acquisirono questa virt�, quasi costretti, solo tramite l'umiliazione; perci� devono confessare con Davide: Prima di essere umiliato andavo errando, ma ora osservo la tua parola; e ancora: Bene per me se sono stato umiliato, perch� impari ad obbedirti. Ma la beatissima Vergine non raggiunse tale virt� per questa via: fu umile piuttosto che umiliata e mai umiliata da colpe o passioni. Gli stessi spiriti sovrani - sebbene non possano essere messi a confronto con gli uomini perch� di gerarchia e natura superiore, senza passioni e senza colpe - non poterono uguagliare la gran Signora, bench� si umiliassero anch'essi davanti al loro Creatore. Fu infatti l'essere creatura umana che permise a Maria santissima di superare gli angeli in umilt�, giacch� il loro stesso essere spirituale non poteva indurli ad annientarsi tanto quanto la natura terrena poteva muovere la nostra Regina. A ci� si aggiunge la sua dignit� di madre e signora di tutte le creature e degli angeli stessi, perch� nessuno di essi pot� riconoscere in s� delle prerogative cos� eminenti da elevare a un grado simile la virt� dell'umilt�.

1056. In questa perfezione ella fu unica. Non ignorava di essere Madre di Dio e regina di ogni cosa creata e non misconosceva i doni di grazia che aveva ricevuti a tal fine, n� le meraviglie che per mezzo di essi compiva; sapeva che il Signore depositava nelle sue mani e metteva a sua disposizione tutti i tesori del cielo e tuttavia non cess� mai di considerarsi l'ultima tra le creature n� perch� madre, n� perch� innocente, n� perch� potente e favorita, n� per i suoi prodigi, n� per quelli del suo Figlio santissimo. Oh, rara umilt�! Oh, fedelt� mai vista tra i mortali! Oh, sapienza che neppure gli spiriti celesti poterono conseguire! Chi mai, essendo conosciuto da tutti come il pi� grande, non conosce se stesso e si reputa il pi� piccolo? Chi mai seppe nascondere a s� quello che tutti dicevano di lui? Chi fu spregevole solo ai propri occhi, essendo per tutti ammirevole? Chi mai in mezzo alla somma altezza ed eccellenza non perse di vista la bassezza e, invitato al posto pi� alto, si scelse l'ultimo' non per necessit�, n� per tristezza, n� con forzata impazienza, ma di tutto cuore, con verit� e fedelt�? Oh, figli di Adamo, quanto siamo pigri e rozzi in questa scienza divina! Oh, quanto � necessario che talvolta il Signore ci nasconda i nostri stessi beni o che con essi ci carichi di qualche zavorra, affinch� non urtiamo negli scogli, perdendoci con tutti i suoi favori, e non meditiamo nascostamente il furto della gloria che gli � dovuta come autore di tutto! Intendiamo, dunque, quanto sia inquinata la nostra umilt� e quanto instabile, anche se talvolta l'abbiamo. Dio infatti ha bisogno di usare tanta circospezione e sollecitudine nel darci qualche beneficio o virt� per la debolezza della nostra umilt�, e in pochi casi ci affida i suoi doni senza che la nostra ignoranza se ne appropri, almeno in parte, mediante la compiacenza e la gioia superficiale.

1057. Per gli angeli fu motivo di stupore vedere il comportamento umile della Regina del cielo di fronte ai miracoli di Ges�, perch� non erano abituati a trovare nei mortali e neppure fra loro quella sorta di annientamento in mezzo a tanta sublimit� e ad opere cos� gloriose. Poich� avevano gi� conosciuto l'onnipotenza del Salvatore dai suoi prodigi, gli spiriti celesti non rimanevano tanto ammirati per questi quanto per la fedelt� incomparabile della beatissima Vergine, la quale volgeva tutte quelle azioni alla gloria di Dio, reputandosi talmente indegna da stimare come beneficio personale il fatto che il suo Figlio santissimo non tralasciasse di compiere tali azioni nonostante ella fosse nel mondo. Questo genere di umilt� si trovava in lei proprio quando il Redentore faceva dei miracoli mosso dalle sue preghiere. Inoltre, se Maria santissima non si fosse frapposta fra gli uomini e Cristo, l'umanit� non avrebbe avuto la dottrina del Vangelo, n� avrebbe meritato di riceverla.

1058. I prodigi del Signore erano cos� nuovi che non poteva non risultarne per sua Madre grande gloria e stima; infatti, non solo era conosciuta dai discepoli e dagli apostoli, ma anche i nuovi fedeli accorrevano quasi tutti da lei, riconoscendola madre del vero Messia, e si congratulavano per le opere del suo Figlio santissimo. Questi successi erano un'ulteriore prova della sua umilt�, perch� si prostrava nella polvere e, nella considerazione di se stessa, si abbassava al di sotto di quanto umanamente si possa immaginare. Non solo: oltre ad umiliarsi per tutte le meraviglie di Cristo, rendeva grazie all'eterno Padre per ciascuna di esse, riempiendo il vuoto dell'ingratitudine umana. Con le sue preghiere ella preveniva il Salvatore in virt� della segreta corrispondenza tra la sua anima purissima e quella di lui, affinch� gli ascoltatori della parola divina non la lodassero, come accadde in alcune circostanze raccontate dagli evangelisti. Una di queste fu la guarigione dell'indemoniato muto. Poich� i giudei attribuirono il miracolo al demonio stesso, sua Maest� risvegli� quella donna fedele che, alzando la voce, disse: �Beato il ventre che ti ha portato e il seno da cui hai preso il latte!�. Udendo ci� l'umile ed accorta Regina preg� nel suo cuore il Maestro divino di stornare da lei quella lode ed egli accondiscese, ma in maniera da elogiarla maggiormente in un modo allora sconosciuto. Disse infatti Ges�: �Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!�. Cos� dicendo le tolse l'onore che le davano come a madre e glielo rese come a santa, insegnando agli uditori di passaggio quale fosse la virt� essenziale comune a tutti, nella quale la beatissima Vergine era unica ed ammirevole, anche se quelli allora non lo compresero.

1059. L'altro episodio si verific� quando, mentre il Signore predicava, gli riferirono che sua Madre e i suoi fratelli lo cercavano e non potevano avvicinarsi per la moltitudine di gente. La prudentissima Signora, prevedendo che quanti la conoscevano come madre del Messia avrebbero potuto lodarla, preg� il suo Figlio santissimo di evitarlo, come di fatto egli fece rispondendo: �Mia madre, i miei fratelli e le mie sorelle sono quelli che fanno la volont� del Padre mio, ascoltano la sua parola e l'adempiono�. In queste parole Cristo non escluse certamente la Vergine Maria dall'onore che meritava per la sua santit� - anzi ve la incluse pi� di tutti -, ma lo fece in modo tale che ella non venisse esaltata dalle persone circostanti e fosse esaudito il suo desiderio di vedere conosciuto e lodato solo l'Altissimo. Riguardo a tali fatti ho compreso che accaddero in luoghi e circostanze differenti, come appunto li riporta san Luca nei capitoli ottavo e undicesimo. Poich� san Matteo riferisce lo stesso miracolo della guarigione dell'indemoniato muto e subito dopo dice che il Redentore era stato avvisato della venuta di sua Madre e dei suoi fratelli, alcuni scrittori sacri hanno giudicato che tutto ci� avvenne in una sola volta. Ma avendo io chiesto nuove chiarificazioni per ordine dei superiori, mi fu risposto che furono avvenimenti diversi quelli raccontati da san Luca in circostanze differenti.

1060. Affinch� s'intenda meglio che gli evangelisti non discordano e si sappia la ragione per cui la Regina santissima and� a cercare suo Figlio nelle occasioni suddette, avverto che ordinariamente sua Altezza andava dove predicava Cristo nostro Salvatore per due scopi: in primo luogo per ascoltarlo, come ho gi� detto, e in secondo luogo perch� era necessario chiedergli qualche beneficio per le anime, la conversione di alcune e la salute degli infermi e dei bisognosi. La pietosissima Signora si prendeva a cuore tali problemi e la loro soluzione, come accadde alle nozze di Cana. Per questi ed altri fini ben ordinati, ella andava a cercarlo avvisata dai santi angeli o mossa dalla luce interiore. Poich� ci� accadeva spesso e la gente che ascoltava la predicazione del Maestro divino era assai numerosa, avvenne che, tanto nelle due volte riportate nei Vangeli quanto in altre non menzionate, egli fosse avvisato che sua Madre e i suoi fratelli lo cercavano. Non deve sorprenderci che in luoghi diversi ripetesse le medesime parole, perch� cos� fece anche riguardo al detto �Colui che s'innalzer� sar� umiliato e colui che si umilier� sar� innalzato�.

1061. Maria santissima non solo fu umile dinanzi a se stessa, ma fu anche grande maestra di umilt� per gli apostoli e i discepoli. Era infatti necessario che costoro si fondassero e radicassero in tale virt� a ragione dei doni che avrebbero ricevuto e dei miracoli che con essi avrebbero fatto, sia prima della fondazione della Chiesa che subito dopo, nella loro predicazione. I santi evangelisti dicono che il nostro celeste Maestro invi� davanti a s� gli apostoli e i settantadue discepoli e diede loro potere di fare miracoli, scacciando demoni e curando infermi. La grande Maestra degli umili li ammon� ed esort� con l'esempio e con parole di vita su come dovessero comportarsi nel compiere questi prodigi. Col suo insegnamento e per le sue preghiere, venne loro infuso un nuovo spirito di profonda umilt� e sapienza perch� conoscessero con pi� chiarezza che facevano quei miracoli in virt� del Signore e che al suo potere e alla sua sola bont� era dovuto tutto il merito di quelle opere. Essi infatti erano semplici strumenti e, come al pennello non si deve la gloria del dipinto, n� alla spada quella della vittoria, ma tutto si attribuisce al pittore che maneggia l'uno e al capitano o soldato che regge l'altra, cos� la lode delle meraviglie che avrebbero operato doveva essere riferita tutta a Cristo, dal quale deriva ogni bene. � da notare che nei Vangeli non si trova scritto che sua Maest� aveva esposto questo insegnamento agli apostoli prima di mandarli a predicare, perch� lo fece la beatissima Vergine. Ciononostante, quando i discepoli tornarono dalla predicazione e pieni di gioia raccontarono che nel suo nome anche i demoni si erano sottomessi ad essi, il Signore li avvert� che era stato lui a dare loro quel potere e che non dovevano rallegrarsi per quelle opere, ma perch� i loro nomi erano scritti nei cieli`. La nostra umilt� � cos� fragile che anche per gli stessi discepoli ci fu bisogno di tanti avvertimenti.

1062. In seguito la scienza dell'umilt� sarebbe stata loro molto utile per fondare la santa Chiesa, a motivo dei miracoli che essi compirono nel nome di Ges� a conferma della fede e della loro predicazione. Infatti i pagani, abituati a considerare divinit� qualunque cosa grande e nuova, vedendo i miracoli degli apostoli vollero adorarli come dei. Cos� avvenne a Paolo e a Barnaba, che gli abitanti della Lica�nia chiamarono rispettivamente Mercurio e Giove perch� avevano guarito uno storpio dalla nascita. E in seguito, nell'isola di Malta, poich� san Paolo non mor� dopo essere stato morso da una vipera, lo chiamarono dio. La gran Regina prevedeva tutti questi misteri con la pienezza della sua conoscenza, e come coadiutrice del suo Figlio santissimo partecip� alla sua opera e alla fondazione della legge della grazia. Nei tre anni della predicazione, Cristo nostro Signore sal� tre volte a Gerusalemme per celebrare la Pasqua e sempre l'accompagn� la sua beatissima Madre, la quale si trov� presente anche quando cacci� dal tempio con la sferza coloro che vendevano pecore, colombi e buoi. La gran Signora segu� il Salvatore in tutto ci� che comp� in quella citt� e nei luoghi dove avrebbe patito offrendosi al Padre. Ella vi partecip� con mirabili sentimenti di amore e con azioni di eroiche virt�, dando a ciascuna la perfezione che esigeva ed esercitando principalmente la carit� che le derivava da Dio; infatti, come Maria santissima dimorava in Dio e Dio in lei, cos� la carit� che ardeva nel suo cuore, e la indirizzava a sollecitare il bene del prossimo con tutte le sue forze, era la stessa del Signore.

Insegnamento della Regina del cielo

1063. Figlia mia, l'antico serpente diede prova della sua perversit� ed astuzia cancellando dal cuore umano la scienza dell'umilt�, che la clemenza del suo Creatore vi aveva seminato, e al suo posto sparse l'empia zizzania della superbia. Perch� questo vizio sia estirpato e l'anima ritrovi il bene perduto dell'umilt�, � necessario che essa accetti di essere umiliata dalle altre creature e che domandi all'Altissimo con incessanti desideri e cuore sincero tale virt� e i mezzi per ottenerla. Sono molto rari coloro che si dedicano a questa sapienza e giungono a conseguire l'umilt� con perfezione, perch� richiede una vittoria compiuta e totale sulla propria natura e ad essa pochi arrivano. Questo contagio ha talmente penetrato le facolt� dell'uomo da diffondersi in tutto ci� che fa, e quindi a mala pena si scorge qualcosa che non abbia in s� il sapore della superbia, cos� come la rosa nasce con le spine ed il grano con la resta. Per tale ragione Dio ha tanta stima dei veri umili, e quelli che riportano per intero il trionfo sulla superbia sono da lui innalzati e collocati tra i principi del suo popolo, considerati figli prediletti e in un certo senso liberati dalla giurisdizione del demonio, il quale non si mostra tanto ardito contro di loro, perch� li teme; le loro vittorie, infatti, lo tormentano pi� delle fiamme del fuoco eterno.

1064. Io desidero, o carissima, che tu giunga a possedere in pienezza il tesoro inestimabile di questa virt� e che consegni al Signore tutto il tuo cuore rendendolo docile, affinch� egli, come su morbida cera, vi imprima senza resistenza alcuna l'immagine delle mie umili opere. Poich� ti ho manifestato gli arcani segreti di questo mistero, sei estremamente tenuta a corrispondere alla mia volont� e a non perdere occasione per annientarti ed avanzare costantemente in umilt�, come feci io, essendo Madre del medesimo Dio e in tutto piena di purezza e di grazia. Inoltre, avendo avuto maggiori doni mi umiliai di pi�, perch� ai miei occhi questi superavano di gran lunga i miei meriti ed aumentavano le mie obbligazioni. Tutti gli altri figli di Adamo sono concepiti nel peccato e peccano. Se nessuno pu� negare tale verit�, quale ragione pu� trovare l'uomo per non umiliarsi davanti a Dio e ai suoi simili? Abbassarsi fino a terra e considerarsi inferiore a tutti non � grande umilt� per colui che ha peccato, perch� anche cos� avvilito viene ad aver sempre pi� onore di quello che merita. Il vero umile deve discendere ad un posto pi� basso di quello che gli spetta. Se tutte le creature lo disprezzano, lo detestano o l'offendono, qualora egli si riconosca degno dell'inferno, tutto ci� sar� giustizia pi� che umilt�, perch� riceve quanto gli � dovuto. Ma la profonda umilt� si estende a desiderare maggiore umiliazione di quella che spetta per giustizia. Per questo � vero che nessun mortale pu� arrivare al genere di umilt� che ebbi io, come tu hai inteso e scritto; nondimeno, l'Altissimo si considera servito e vincolato dal fatto che gli uomini si umilino in ci� che possono e devono.

1065. Vedano adesso i peccatori superbi la loro bruttezza e comprendano che imitando Lucifero nella superbia sono come mostri dell'inferno. Infatti, in principio costui era bello, arricchito da grandi doni di grazia e di natura, e anche se si vant� dei beni ricevuti in effetti li possedeva come suoi. Ma l'uomo, che � fango e che oltre a ci� ha peccato ed � pieno di brutture e di abomini, � un mostro se si vuole gloriare, ed in questa pazzia viene a sorpassare lo stesso demonio, perch� non ha una natura nobile come la sua, n� la grazia e la bellezza che egli aveva. Lucifero e i suoi seguaci conoscono la follia ed il delirio vano e spregevole degli uomini, li disprezzano e si fanno beffe di loro perch� con qualit� cos� basse s'insuperbiscono. Rifletti dunque, o figlia, su questo rimprovero e abbassati fino a terra senza sentirti da pi� di essa quando il Signore ti umilia direttamente o per mezzo delle creature. Non considerarti mai offesa da alcuno; e se detesti la finzione e la menzogna, stai bene attenta, perch� quella maggiore � bramare onore ed importanza. Non attribuire agli altri quello che Dio fa per umiliare te e loro con afflizioni e tribolazioni, poich� � ordine della divina misericordia castigare gli uomini per indurli all'umiliazione che si addice loro. Umiliati alla sua presenza per te stessa e per tutti i tuoi fratelli, al fine di placare il suo sdegno, come se tu sola fossi colpevole e come se non avessi ancora riparato, giacch� nessuno durante la sua vita pu� sapere se lo ha fatto. Mostrati grata, come chi merita meno e deve tanto, per i doni e i favori che hai ricevuto e che riceverai. Con questo stimolo, umiliati pi� di tutti e adoperati continuamente per soddisfare almeno in parte la divina piet� che con te � stata cos� generosa.
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