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CAPITOLO 16

Si narra come Cristo nostro salvatore fu condotto alla casa del sommo sacerdote Caifa, dove venne accusato ed interrogato; il rinnegamento di Pietro per altre due volte; ci� che Maria santissima fece in questa occasione ed altri arcani misteri.



1268. Dopo che il nostro Salvatore ebbe ricevuto gli affronti e lo schiaffo, Anna lo mand� cos� com'era, legato ed incatenato, a Caifa, suo genero. Questi, esercitando in quell'anno l'ufficio di sommo sacerdote, aveva gi� riunito gli scribi e gli anziani del popolo per istruire il processo dell'innocentissimo Agnello. Frattanto i diavoli, vedendo l'invincibile pazienza e la mitezza che il Signore degli eserciti mostrava di fronte alle ingiurie subite, stavano come attoniti, invasi da una confusione e da un furore indicibili. Non riuscivano a penetrare i suoi sentimenti e le sue idee, e nelle azioni esterne, di cui si servivano per sondare il cuore delle altre persone, non ritrovavano alcun movimento disordinato. Egli, d'altra parte, non si lamentava n� sospirava n� concedeva alcun piccolo sollievo alla sua umanit�, e perci� il dragone, di fronte a tanta grandezza d'animo, si meravigliava e si affliggeva come dinanzi a cosa inaudita, mai vista tra i mortali di natura passibile e fragile. Furibondo, allora, irritava i principi, gli scribi e i ministri affinch� lo offendessero e maltrattassero ricoprendolo di abominevoli obbrobri: tutti - se la divina volont� lo permetteva - erano pronti ad eseguire quanto veniva loro suggerito.

1269. Quell'orda di spiriti infernali e di gente spietata part� dalla casa di Anna e, trattando Ges� ignominiosamente, con inesplicabile crudelt�, lo trascin� lungo le strade fino al palazzo di Caifa. Questa schiera violenta entr� con scandaloso tumulto e il Creatore dell'universo fu accolto dall'intero sinedrio tra forti risate e beffe, perch� tutti lo vedevano soggetto ed arreso al loro potere e alla loro giurisdizione, dalla quale erano convinti che non avrebbe potuto pi� difendersi. Oh, segreto dell'altissima sapienza del cielo! Oh, stoltezza dell'ignoranza diabolica e del1'accecatissima goffaggine degli uomini! Oh, quale immensa distanza c'� tra voi e le opere dell'Altissimo! Il Re della gloria, potente in battaglia, vince i vizi, la morte e le colpe con le virt� della pazienza, dell'umilt� e della carit�, e il mondo crede di averlo sottomesso con la superbia e la sua arrogante presunzione. Quale distacco intercorreva tra i pensieri di Cristo e quelli che tenevano in possesso tali esecutori di malvagit�! L'Autore della vita offriva all'Onnipotente quel trionfo, che la sua mansuetudine e la sua umilt� acquistavano sul peccato, e pregava per i sacerdoti, gli scribi e tutti coloro che lo perseguitavano manifestando la sua pazienza, i suoi dolori e l'ignoranza degli accusatori. Maria santissima in quello stesso momento elevava una medesima supplica, intercedendo per i nemici suoi e del suo Unigenito; inoltre, lo accompagnava e lo imitava in quello che egli andava compiendo perch�, come ho gi� detto molte volte, tutto le era noto. Tra il Figlio e la Madre vi era una dolcissima e mirabile corrispondenza, sommamente gradevole agli occhi dell'Eterno.

1270. Caifa, assistito da Lucifero con i suoi demoni, stava sulla cattedra acceso da una mortale gelosia e da una violenza rabbiosa contro il Maestro. Gli scribi e i farisei nei confronti del docile Agnello erano come lupi sanguinolenti davanti alla preda, e tutti insieme si rallegravano come fa l'invidioso quando vede avvilito e smarrito chi era pi� in alto di lui. Di comune accordo cercarono allora qualcuno che, subornato con donativi e promesse, rendesse qualche finta dichiarazione contro di lui. Giunsero quanti erano prevenuti, ma in quello che attestavano non concordavano fra s�, e quindi ci� che asserivano non poteva applicarsi a colui che per natura era l'innocenza e la santit� stessa. Per non correre il rischio di vedersi confusi, i sommi sacerdoti presentarono altri due falsi testimoni, i quali deposero contro sua Maest�, asserendo di averlo udito affermare di essere tanto potente da distruggere il tempio di Dio fatto da mani di uomini, e da edificarne in tre giorni un altro che non fosse fabbricato da loro. Ma nemmeno tale attestazione sembr� conveniente, sebbene per mezzo di questa pretendessero di fornire una colpa nei suoi confronti: quella di usurpare il potere divino e di volersene appropriare. Del resto, quand'anche ci� fosse stato detto cos�, sarebbe stato ugualmente verit� infallibile e non avrebbe potuto ritenersi errato o presuntuoso, poich� Ges� era realmente Dio. Tuttavia la deposizione era mendace perch� egli non aveva pronunciato quelle parole come le riferivano i testimoni, che avevano ingiustamente inteso che egli parlasse di un tempio materiale. E difatti, quando i compratori e i venditori, scacciati fuori da esso, domandarono al Messia con quale autorit� facesse ci�, la sua risposta fu: �Distruggete questo tempio e in tre giorni lo far� risorgere�, riferendosi al tempio della sua santissima umanit� che, disfatto da loro, egli avrebbe risuscitato al terzo giorno, come in effetti avvenne.

1271. Il nostro Redentore a tutte le calunnie che venivano scagliate contro di lui non ribatt�. Caifa, vedendo allora il suo silenzio e la sua mitezza, si alz� dalla sedia e gli chiese: �Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?�. Egli tuttavia non apr� bocca, perch� tutti i membri del sinedrio non solo erano predisposti a non dargli credito, ma avevano anche il doppio intento che egli pronunciasse qualche espressione di cui servirsi per poterlo denigrare. Con questo volevano persuadere il popolo che quanto essi macchinavano contro costui era retto, e cos� la gente non sarebbe venuta a sapere che lo condannavano a morte senza una giusta causa. Il malvagio sacerdote, dinanzi all'umile tacere del Signore, invece di intenerire il suo cuore si infuri� ancor di pi�, vedendo resa vana la sua malizia. Frattanto satana stava molto attento alle opere del Salvatore, nonostante la sua intenzione fosse differente da quella del sommo sacerdote; infatti, egli pretendeva solo di irritare la sua pazienza oppure di obbligarlo a proferire qualche parola che gli permettesse di capire se fosse veramente Dio.

1272. Con questo proposito il dragone accese l'immaginazione di Caifa, affinch� con grande collera ed autorit� rivolgesse al Nazareno l'interrogativo: �Ti scongiuro, per il Dio vivente, perch� ci dica se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio�. Questa domanda fu azzardata e piena di temerariet� e d'insipienza poich� trattenere il Maestro legato come reo, nel dubbio se fosse o non fosse vero Dio, era un delitto e una terribile sfrontatezza: l'indagine si sarebbe dovuta svolgere diversamente, secondo ragione ed equit�. Ma egli, sentendosi invocare per il Dio vivo, ador� e vener� quel santissimo nome, bench� pronunziato da lingua sacrilega. E in virt� di questa riverenza replic�: �Tu l'hai detto, anzi io vi dico che d'ora innanzi vedrete il Figlio dell'uomo seduto alla destra del Padre, e venire sulle nubi del cielo�. A questa divina dichiarazione i demoni e gli uomini si turbarono con effetti diversi. Lucifero e i suoi sentirono nell'intimo una forza superiore che li precipit� in un baratro, facendo sperimentar loro un atroce tormento, e non avrebbero ardito ritornare alla presenza di sua Maest� se l'altissima provvidenza non avesse nuovamente consentito loro di ricominciare a dubitare se egli avesse detto il vero, oppure avesse ribattuto in tal modo per liberarsi dai giudei. Con tale sospetto i principi delle tenebre fecero un ulteriore sforzo, uscendo un'altra volta in campo aperto: si riservava cos� per la croce, secondo la profezia di Abacuc, l'ultimo trionfo che su di essi e sulla morte avrebbe dovuto riportare il nostro Redentore, come in seguito vedremo.

1273. Il sommo sacerdote, invece di essere disingannato dalla risposta ricevuta, ne fu sdegnato; si alz� un'altra volta e, stracciandosi le vesti a prova dello zelo per l'Onnipotente, grid�: �Ha bestemmiato! Perch� abbiamo ancora bisogno di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; che ve ne pare?�. Questa pazza ed abominevole avventatezza suon� veramente come una bestemmia, perch� neg� a Ges� la filiazione di Dio che per natura gli si addiceva e gli attribu� la colpa che per natura ripugnava. Tale fu la sua stoltezza da renderlo esecrabile e blasfemo quando afferm� che bestemmiava colui che era la santit� stessa! Egli, che poco prima, per ispirazione dello Spirito Santo, in virt� della sua dignit� aveva preannunciato che conveniva che morisse uno solo affinch� non perisse tutta la gente, non merit� per i suoi peccati di comprendere la stessa verit� che proclamava; ma, essendo gli esempi e i giudizi dei governanti e dei superiori tanto influenti da muovere il popolo incline a lusingarli e ad adularli, quel malvagio sinedrio fu istigato ad irritarsi contro di lui. Tutti quanti ribatterono: �� reo di morte!�, e contemporaneamente, aizzati dal demonio, scagliarono contro il mansuetissimo Agnello il loro diabolico furore: alcuni lo schiaffeggiavano, altri gli strappavano i capelli; alcuni gli sputavano sul venerabile viso, altri gli davano colpi sul collo. Ci� era una specie di vergognoso oltraggio, con il quale i giudei trattavano coloro che reputavano vilissime persone.

1274. Mai tra i mortali si inventarono ignominie pi� crudeli e disonorevoli di quelle che in quest'occasione furono commesse contro il Salvatore. San Luca e san Marco nei rispettivi Vangeli riportano che i soldati gli bendarono gli occhi e lo percossero con schiaffi e pugni, dicendogli: �Profetizza adesso, indovina: chi ti ha colpito?�. Il motivo per cui gli coprirono il volto fu misterioso: dal giubilo con il quale egli pativa quegli obbrobri e quei vituperi ridondarono su di esso un fulgore ed una bellezza cos� straordinaria che riempirono di meraviglia e di angosciosa confusione tutti quegli esecutori di empiet�. Essi invece, per dissimularla, attribuirono quello splendore a stregoneria e ad arte magica; come indegni di guardarla decisero nuovamente di ricoprire la faccia del Signore con un panno immondo, perch� quella divina luce li tormentava e, inoltre, veniva a debilitare le forze con cui mettere in atto la loro collera. Tutti questi spregi ed abominevoli insulti, che egli subiva, erano visti e sofferti dalla sua santissima Madre nelle medesime parti e nello stesso momento. Vi era solo questa differenza: in lui i dolori erano causati dalle torture che gli erano inflitte; in lei erano provocati dalla mano dell'Altissimo, per volont� della stessa Regina. E naturalmente, se per l'intensit� delle pene e delle angustie interiori ella veniva meno, era per� subito sorretta e confortata dalla grazia divina per continuare a patire con il suo amato Figlio.

1275. I sentimenti che l'Unigenito esprimeva durante queste torture del tutto nuove e atroci sono indicibili e incomprensibili per ogni capacit� umana. Solo Maria li conobbe pienamente al fine di imitarli con somma perfezione. Intanto il Maestro, sperimentando l'atrocit� del dolore, andava sentendo compassione verso quelli che avrebbero dovuto seguire la sua dottrina e, nell'istante in cui con il suo esempio insegnava loro lo stretto cammino della santit�, si volse a benedirli maggiormente. Anzi, in mezzo a quegli obbrobri e a quegli strazi, rinnov� ai suoi eletti le beatitudini che in precedenza aveva loro offerto e promesso. Riguard� amorevolmente gli uomini che avrebbero dovuto ricalcare le sue orme nella povert� di spirito dicendo: �Beati sarete nella penuria e nel distacco dalle cose terrene, perch� con la mia passione e morte devo guadagnare il regno dei cieli, come pegno sicuro e certo della povert� abbracciata volontariamente. Beati saranno coloro che con mansuetudine soffriranno e tollereranno le avversit� e i travagli, perch� oltre al diritto di essere partecipi del mio gaudio, che acquisteranno per essere venuti dietro a me, possederanno anche gli animi umani con la dolce conversazione e la soavit� delle virt�. Beati quelli che seminano nelle lacrime, perch� in esse riceveranno il pane della vita e dell'intelletto, e raccoglieranno poi il frutto della felicit� eterna�.

1276. �Benedetti saranno anche quelli che hanno fame e sete di giustizia, perch� li soddisfer� e sazier� in modo tale da oltrepassare tutti i loro aneliti, cos� nella grazia come nel premio della gloria. Benedetti quelli che avranno compassione di coloro che li offendono e li perseguitano nella misura in cui lo faccio io, perdonando ed offrendo a chi mi odia la mia amicizia e la mia grazia se la vuole accettare: io prometto ad essi, in nome del Padre mio, una copiosa misericordia. Siano benedetti i puri di cuore, che mi imiteranno crocifiggendo la loro carne per conservare il candore dello spirito: io prometto ad essi di farli giungere alla visione della mia divinit�. Benedetti i pacifici che non contrappongono il proprio interesse di fronte ai malvagi, bens� li sopportano con animo semplice e tranquillo senza brama di vendetta: essi saranno chiamati figli miei, perch� imitano il loro Padre celeste, ed io li riconosco e li imprimo nella mia mente e nel mio intimo adottandoli come miei. Siano beati ed eredi del mio regno tutti coloro che patiranno persecuzione a causa della giustizia, perch� soffriranno con me, e dove sono io desidero che l� siano per sempre anche loro. Rallegratevi voi, o poveri! Consolatevi voi, che siete e sarete mesti! Celebrate la vostra fortuna, voi piccoli e disprezzati dal mondo! E voi che patite con umilt� e pazienza, abbiate sempre la gioia interiore, affinch� possiate seguirmi per i sentieri della verit�. Rinunziate alla vanit�; disdegnate il fasto e l'arroganza della fallace e menzognera Babilonia; passate per il fuoco e per le acque della tribolazione fin quando arriverete a me, che sono luce, verit� e via all'eterno riposo e refrigerio�.

1277. Mentre il nostro Salvatore era tutto preso da questi pensieri e dalle suppliche a favore dei peccatori, il consiglio dei maligni lo circond� e - come aveva predetto Davide - simile a un branco di cani arrabbiati lo invest�, coprendolo di scherni, obbrobri, percosse e bestemmie. L'accortissima Vergine, che lo accompagnava in tutto, elev� per i nemici la stessa preghiera di intercessione del suo diletto, e nelle benedizioni che egli estese ai giusti ed ai predestinati si costitu� come loro madre, rifugio e protettrice. Infine, a nome di tutti, innalz� cantici di lode e di ringraziamento al Signore perch� nella sua accettazione e nel suo compiacimento riservava ai disprezzati e ai poveri un luogo cos� sublime. Tale motivazione e le altre, che avevano suscitato sentimenti di piet� in Cristo, la spinsero, per il resto della passione e della sua esistenza terrena, ad optare nuovamente e con incomparabile fervore per le ingiurie e le pene.

1278. San Pietro aveva seguito sua Maest� dall'abitazione di Anna a quella di Caifa, da lontano perch� trattenuto e scoraggiato dal timore dei giudei. Tuttavia, egli vinceva in parte questo terrore con l'affetto che portava al suo Maestro e con il suo coraggio naturale. Tra la moltitudine di gente che entrava ed usciva dalla casa di Caifa, non gli fu difficile introdurvisi, protetto alquanto dall'oscurit� della notte. Alle porte dell'atrio, per�, lo vide un'altra serva, la quale, avvicinatasi ai soldati che anche l� stavano a scaldarsi al fuoco, disse: �Costui � uno di coloro che accompagnavano il Nazareno�. Poco dopo uno dei circostanti esclam�: �In verit� anche tu sei galileo ed uno di loro�. Ma egli neg� di nuovo e, giurando che non era suo seguace, si allontan� da essi. E bench� fosse uscito fuori nel cortile, non se ne and� n� pot� farlo, perch� frenato dall'amore e dalla compassione per i tormenti nei quali lasciava il Redentore, di cui desiderava vedere la fine. Stette allora a vagare e a spiare per circa un'ora dentro il palazzo finch� un parente di Malco, lo schiavo del sommo sacerdote a cui aveva tagliato l'orecchio, lo riconobbe e soggiunse: �Tu sei galileo e discepolo di Ges�, io ti ho visto con lui nell'orto�. Allora Pietro ebbe ancor pi� paura e cominci� ad imprecare e a giurare che non conosceva quell'uomo. Subito cant� il gallo per la seconda volta, e si ademp� puntualmente la sentenza e la predizione dell'Unigenito: �Prima che il gallo canti due volte, mi rinnegherai tre volte�.

1279. Il dragone infernale procedette contro l'Apostolo con molta operosit� per farlo cadere: dapprima mosse le serve, perch� meno considerate, e poi i soldati, affinch� le une e gli altri lo affliggessero con il loro interesse verso di lui e con le domande che gli rivolgevano. E allorch� si accorse che era in pericolo e che incominciava a vacillare lo turb� con immaginazioni e timori. Per questa veemente tentazione, il primo rinnegamento fu semplice, il secondo con giuramento, e il terzo invece fu espresso da Pietro con l'aggiunta di imprecazioni ed esecrazioni contro se stesso. In questo modo, prestando attenzione alla crudelt� dei nostri avversari, da un peccato minore si passa ad uno pi� gravoso; ma egli sentendo il canto del gallo si ricord� dell'avviso del Signore, che in quell'istante voltatosi lo guard� con la sua liberale misericordia�. Ed affinch� lo rimirasse, intervenne la Regina, poich� dal cenacolo, dove si trovava in ritiro, si era mossa a piet� avendo appreso i rinnegamenti, il modo e le cause per le quali il futuro vicario di suo Figlio - angosciato dalla paura e molto pi� dalla spietatezza di Lucifero - li aveva commessi e, prostrandosi subito a terra, fra le lacrime present� all'eterno Padre la fragilit� di costui e i meriti di Cristo. L'Altissimo ridest� allora il suo animo, lo riprese benignamente e infuse in lui la luce necessaria perch� riconoscesse la propria colpa. In quello stesso momento egli usc� dalla casa di Caifa con il cuore spezzato da intimo dolore e, piangendo amaramente per la sua caduta, si rifugi� in una grotta, che adesso chiamano del Gallicanto, dove fortemente scosso si pent� con vivo dispiacere. In tre ore ritorn� in grazia ed ottenne il perdono, bench� le sante ispirazioni gli fossero sempre state date. In questo tempo la purissima Madre gli invi� uno dei suoi angeli, affinch� di nascosto lo consolasse e ravvivasse in lui la speranza; difatti, in mancanza di tale virt�, avrebbe potuto essergli ritardata la clemenza divina. Il messaggero celeste, poich� era trascorso cos� poco da quando era stata commessa tale mancanza, part� con l'ordine di non manifestarglisi; esegu� allora tutto puntualmente senza essere visto dal gran penitente, che rest� confortato e perdonato per l'intercessione di Maria.

Insegnamento della Regina del cielo

1280. Carissima, il misterioso avvicendarsi degli obbrobri e degli affronti che sub� sua Maest� � un libro chiuso da aprire e penetrare soltanto con l'illuminazione superna. Ed � cos� che tu lo hai compreso e che in parte ti � stato manifestato, bench� tu stia per scrivere molto meno di quello che hai inteso, non potendo dichiarare tutto. Intanto io voglio che nella misura in cui esso si sfoglia davanti a te e ti si fa chiaro rimanga impresso in te; desidero anche che, nella cognizione di un esempio cos� vivo e vero, tu apprenda la sublime scienza che la carne ed il sangue non ti possono spiegare, perch� il mondo non la conosce n� � degno di conoscerla. Questa filosofia consiste nell'assimilare ed amare la felicissima sorte degli indigenti, degli umili, degli afflitti, dei disprezzati e di tutti coloro che rimangono anonimi ai figli della vanit�. Il nostro Salvatore stabil� questa dottrina nella sua Chiesa, quando sul monte predic� e propose a tutti le otto beatitudini. E, come un dottore pronto ad eseguire l'insegnamento annunciato, lo mise in pratica quando tra gli obbrobri della passione ne ripropose il valore, secondo quanto hai gi� riportato. Ora, sebbene i cattolici tengano aperto dinanzi ai loro occhi il libro della vita e ne abbiano presente il contenuto, sono molto pochi e contati quelli che frequentano la scuola divina per studiare su di esso, mentre sono numerosi quelli che stolti ed insensati lo ignorano e non sono disponibili ai suoi consigli.

1281. Tutti aborriscono la povert� e sono assetati di ricchezze dalla cui fallacia non vengono disingannati. Infiniti sono quelli che perseguono l'ira e la vendetta, e disdegnano la mansuetudine. Pochi piangono le vere miserie, in cui incorrono per le trasgressioni, mentre molti si affannano per la terrena consolazione. A stento vi � chi ami la giustizia, e chi non sia ingiusto e sleale con il prossimo. La clemenza si vede estinta, la schiettezza dei cuori violata ed oscurata, la pace distrutta; nessuno perdona e tutti non solo non vogliono patire per giustizia, ma meritando di soffrire molti castighi e tormenti ingiustamente fuggono da essi. Perci� sono pochi i beati che vengono raggiunti dai miei favori e da quelli del mio Unigenito. Molte volte ti � stato palesato il dispiacere e il legittimo sdegno dell'Onnipotente contro i maestri della fede, i quali dinanzi al loro modello e Maestro vivono quasi come infedeli. Addirittura molti altri sono ancora pi� detestabili, perch� dispregiano il frutto della redenzione pur confessandolo e nella terra dei santi operano il male con empiet�, rendendosi indegni del rimedio che con larga clemenza fu loro concesso.

1282. Da te voglio che lavori duramente per giungere ad essere beata, ricalcando perfettamente e integralmente le mie orme secondo le forze che ricevi, al fine di intendere ed eseguire questa dottrina nascosta ai prudenti e ai saggi del mondo. Ecco che allora ogni giorno ti rivelo nuovi segreti della mia sapienza, affinch� il tuo intimo si infiammi e tu prenda animo per stendere le mani a cose grandi. Ora ti propongo un esercizio che io praticai e nel quale tu potrai in parte imitarmi. Gi� sai che dal primo istante della mia concezione fui piena di grazia, senza macchia di peccato originale e senza essere partecipe dei suoi effetti: ed � per questo singolare privilegio che fui beata per virt�, senza sentire ripugnanza n� alcuna contraddizione da vincere, e senza trovarmi debitrice di qualcosa per errori propriamente miei. Eppure la scienza divina mi insegn� che io come donna, essendo traviata per natura, anche se non ero toccata dalla colpa, dovevo abbassarmi fino a lambire la polvere. E poich� ero provvista degli stessi sensi di coloro che avevano commesso la disobbedienza, con i suoi malvagi effetti che sin d'allora si sperimentano, dovevo per questa sola parentela avvilirli e frenarli nell'inclinazione che istintivamente riportavano. Cos� io procedevo come una figlia fedele che consideri come suo il debito del padre e dei fratelli, bench� non le appartenga, e cerchi in tutti i modi di pagarlo e soddisfarlo con tanta maggiore diligenza quanto pi� ama i suoi familiari, e quanto meno essi possono disobbligarsi. Ci� io operavo verso tutto il genere umano, piangendo i suoi errori e le sue miserie; e poich� ero discendente di Adamo, mortificavo in me i sensi e le facolt� con cui egli aveva mancato, e mi umiliavo come se fossi coperta, oberata e rea della sua trasgressione, nonostante non mi riguardasse, e lo stesso facevo per gli altri uomini, miei fratelli. Tu non puoi seguirmi in tali azioni perch� non sei scevra della colpa, ma questo ti obbliga ad emularmi nel resto che io attuavo. Il possesso del peccato originale e il dovere di soddisfare alla giustizia superna ti devono spingere ad affaticarti senza interruzione per te stessa e per gli altri, e a piegarti sino a terra, affinch� il tuo cuore contrito inclini la piet� celeste ad usar misericordia.
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