[ Rosario on line - Libri Cattolici - L'imitazione di Cristo ]

Capitolo ottavo

DISPREZZO DI SE' STESSO AGLI OCCHI DI DIO

PAROLE DEL DISCEPOLO Ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere (Gn 18,27). Se io mi sar� stimato pi� di quello che sono, ecco che Tu, o Signore, stai contro di me, e le mie iniquit� d�nno testimonianza del vero: n� posso contraddirla. Se, invece, mi sar� umiliato e mi sar� ridotto ad un nulla, deponendo ogni stima di me stesso e riducendomi in polvere, come in realt� sono, la tua grazia mi sar� propizia e la tua luce sar� vicina al mio cuore. Cos�, ogni amor proprio che, per quanto piccolo sia, mi resti, sar� sommerso nell'abisso della mia nullit� e svanir� per sempre. In quell'abisso, Tu riveli me a me stesso: che cosa sono, che cosa fui e fin dove sono caduto, poich� io sono niente e non lo capivo. Se vengo abbandonato a me stesso, eccomi, sono un niente, nient'altro che debolezza. Ma se Tu mi d�i d'un tratto uno sguardo, divento tosto forte e colmo di nuova gioia. Ed � cosa veramente meravigliosa che cos�, all'improvviso, sia sollevato ed amorosamente accolto fra le tue braccia io, che dal mio stesso peso sono sempre tratto verso il basso. Questa � opera del tuo amore, che senza mio merito mi previene e mi soccorre in cos� numerose difficolt�; che mi premunisce anche da gravi pericoli e mi strappa, in verit�, da innumerevoli mali,Certo, amando disordinatamente me stesso, io mi sono perduto; cercando, invece, Te solo, ed amando Te con retto amore, ho trovato ad un tempo me e Te: da questo amore sono stato tratto a rientrare ancora pi� profondamente nel mio nulla. Tu, o Dolcissimo, mi concedi grazie oltre ogni mio merito e pi� di quanto io osi sperare o domandare. Sii benedetto, o mio Dio, perch�, sebbene io sia indegno d'ogni tuo favore, pure la tua generosit� e la tua infinita bont� non cessano mai di beneficare anche gl'ingrati e quelli che si sono allontanati da Te. Fa' che ritorniamo a Te, affinch� siamo riconoscenti umili e devoti; Tu solo, infatti, sei la nostra salvezza, la nostra virtu, la nostra fortezza.

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